Il paradosso della sopravvivenza – Giorgio Falco

Titolo: Il paradosso della sopravvivenza
Autore: Giorgio Falco
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Narrativa
Pagine: 250
Prezzo: € 20,00

Il paradosso della sopravvivenza, il nuovo romanzo di Giorgio Falco, è la storia di corpo, quello di Federico, un corpo obeso che pesa centocinquanta chili, un corpo- prigione che esprime un disagio ingombrante nel peso di un’esistenza insensata e alla deriva.

Un romanzo di formazione atipico in cui il protagonista racconta il suo malessere e una mai sazia fame ancestrale.

Fede è un uomo infelice anche se il suo medico gli ha illustrato la teoria del paradosso della sopravvivenza, secondo la quale le persone obese avrebbero un tasso di mortalità inferiore rispetto alle persone con un peso normale.

Ma Federico subisce la sua obesità, anzi mangia per colmare l’incapacità di avere desideri nella sua vita.

La sua obesità è la rappresentazione autentica della sua infelicità senza desideri.

Federico Furlan, che tutti chiamano nel paese di montagna in cui è nato Fede il ciccione, si poeta addosso il peso del mondo in cui non riesce a inserirsi.

Il racconto di Giorgio Falco ha l’architettura di un romanzo di formazione: la nascita e l’adolescenza di Fede, la vita che scorre inerte nella famiglia che non comprende il disagio di Fede, l’incontro con Giulia che bullizza il suo corpo ingombrante, la laurea in Storia e la fuga del protagonista a Milano per sfuggire agli incubi della sua prigionia corporale.

Fede si porta addosso la sua condizione di ciccione dalla quale non si emanciperà mai. Intorno alla sua condizione e al suo peso Giorgio Falco costruisce un romanzo esistenziale e sociale con un l’intento di denunciare il mondo del capitale e del consumismo.

Il paradosso della sopravvivenza è un libro corale, nel suo ambito racchiude una moltitudine di storie che hanno tutte a che fare con le feroci contraddizioni della società odierna.

È un romanzo duro, cattivo con una complessità che si insinua in ogni aspetto e Falco con la sua scrittura tagliente e incisiva riesce a essere l’anatomopatologo della condizione umana e a formulare la diagnosi di una decadenza dei nostri corpi in una società che effimera salvaguardia l’apparire.

Falco attraverso il corpo ingombrante di Fede ragiona su tutti i corpi, perfetti e imperfetti, liberi e apparentemente liberi. Tanto che ci riguarda tutti quello che a un certo punto Fede dice: «Il mondo è il mio peggior nemico. Io sono il mio nemico».

Il paradosso della sopravvivenza non è soltanto il romanzo di formazione di un essere umano  gravato dal disagio del rapporto con il suo corpo che non riesce a fare i conti con un’obesità che compromette tutto, è anche un atto d’accusa nei confronti del mondo in cui viviamo che ha perso la sua autenticità   e Falco con lucidità ragiona sulla sconfitta dei nostri corpi che tentano di sopravvivere riempendo il vuoto con un altrettanto vuoto ingombrante che ha la forma di desideri senza alcuna redenzione.

Il paradosso della sopravvivenza è un romanzo bellissimo e Falco si conferma uno scrittore capace di raccontare il nostro tempo e la sua realtà, mettendo in evidenza con un adesione all’immanenza il peso ingombrante di una sconfitta, la nostra.

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