Autore: Javier Cercas
Casa Editrice: 2021, Guanda
Genere: giallo
Traduttore: Bruno Arpaia
Pagine: 403
Prezzo: €19,00
Secondo capitolo, dopo Terra Alta, dedicato al poliziotto Melchor Marín, Indipendenza di Javier Cercas è un giallo fosco, popolato dalle inquietanti presenze di uomini di potere e antica ricchezza i quali hanno fatto, di questi due elementi, il perno della propria esistenza e la ragione per cui ogni nefandezza è concessa e giustificata.
Con sapienza, Cercas ambienta l’azione in una Spagna dopo pandemia e in una Barcellona il cui sindaco, una donna, viene tenuta sotto scacco da una fantomatica banda di ricattatori in possesso di un video porno che la riguarda. L’aiuto di Marìn, ormai da anni in Terra Alta dove sarebbe ben felice di rimanere, viene richiesto da Blai ex-comandante dell’Unità Investigativa di Terra Alta, ora ispettore, con l’incarico di dirigere la Sezione Centrale Indagini sulle persone dei Mossos d’esquadra a Egara, poco lontano da Barcellona.
Marìn, ormai da tempo vedovo della bibliotecaria Olga, più interessato ai libri che a restare poliziotto, ancora e sempre perseguitato dal rimorso per non aver trovato gli assassini della madre, una prostituta barbaramente uccisa quando lui era solo un ragazzino, accetta di trasferirsi con la figlia Cosette a Barcellona ospite dell’avvocato Vivales, suo mentore e padre putativo. Qui ritrova, fra gli altri, il collega Vàzquez e parte l’indagine che fin dalle prime battute si preannuncia irta di ostacoli e verità nascoste, com’è logico che sia, dal momento che le persone coinvolte sono tutte, in un modo o nell’altro, ricche e potenti.
Chi ricatta la sindaca e perché? Vendetta personale di un ex marito arrabbiato o desiderio del vice-sindaco di scalzarla dalla propria posizione e prenderne il posto? E come mai una donna che si è sempre dichiarata di sinistra, pro immigrati, progressista e che a detta di molti poco ne capisce di politica, ha accettato, per raggiungere il posto di potere che ricopre, l’aiuto della danarosa e corrotta opposizione?
“…un signor Nessuno arriva al potere spinto dai potenti, il potere trasforma il signor Nessuno in leader carismatico (è quello che fa quasi sempre il potere, per quanto stupido sia il signor Nessuno)…” (pag.159)
La grande bravura di Javier Cercas, che abbiamo conosciuto come impareggiabile saggista in Anatomia di un istante e ne La verità di Agamennone, sta nel prendere un giallo e trasformarlo in un opera di sociologia politica senza mai annoiare il lettore o portarlo fuori strada. Nel parlarci di una Catalogna che ha usato il tema della propria indipendenza come una strategia dettata dai grandi imprenditori e non come una richiesta nata dal popolo. Di parlarci di motivi universali come la responsabilità:
“…non si è responsabili soltanto di quello che si fa, ma anche di quello che si evita di fare o di ciò a cui si assiste e che non si impedisce, si è persino responsabili di quello che altri hanno fatto e da cui si è tratto vantaggio…” (pag.370)
Un giallo affascinante, perfettamente calibrato e che vanta personaggi indimenticabili nell’atmosfera estiva di una Barcellona torrida e multietnica. E dove non mancano divertenti rimandi al libro precedente che il lettore certo apprezzerà. Perché ogni libro parla di altri libri come in un immenso ed eterno gioco di specchi e, come sostiene alla fine Melchor Marìn: “…i romanzi non servono a niente, tranne che a salvare vite.” (pag. 398)