Autore: Raja Alem
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Marsilio
Genere: Noir, Poliziesco, Romanzo
Traduttore: Maria Avino
Pagine: 590
Prezzo: 21,00 €
«In questa storia una sola cosa è certa, il luogo del ritrovamento del cadavere: lo stretto vicolo chiamato Aburrùs, Vicolo delle Teste».
Quattro personaggi, il cadavere di una donna a cui si cerca di dare un nome e La Mecca sono gli ingredienti di questo avvincente romanzo scritto da un’autrice tutta da scoprire. Uno spaccato di vita della città simbolo dell’Islam che fa i conti con la globalizzazione. Affascinante il modo in cui l’autrice ci fa entrare in contatto con la società de La Mecca, una città piena di contraddizioni, in cui si scontrano sentimenti religiosi, folklore e modernismo.
Fare i conti con tutto diventa complicato e per un lettore “europeo” sarà difficile riuscire a capire questa società in cui il sentimento religioso si respira anche nell’ambiente domestico e dove, allo stesso modo, la globalizzazione insiste e fa tabula rasa di ogni elemento culturale.
È un piccolo scoglio che certamente frenerà il lettore più sbarazzino, che vuole andare subito al sodo e che non ha interesse verso gli usi e costumi della popolazione de La Mecca. Questo libro ha infatti una doppia natura: quella noir, che rende il libro un poliziesco di qualità, e quella post moderna che lo accomuna al realismo isterico, in cui la componente etnografica e psicologica rendono il libro una vera e propria “ricerca sul campo”.
Dal punto di vista tecnico la scrittura di Alem Raja è critica e allusiva, là dove ci vengono mostrate le storture de La Mecca; evocativa e immaginifica quando l’autrice ci fa entrare nella psiche dei personaggi.
Siamo quindi davanti a un libro che ci chiede pazienza e attenzione ma che una volta concluso ci avrà aiutato a capire meglio quel Medio Oriente che ci sembra così diverso.