Due vite in vetrina – Martine & Louise Fokkens

Titolo: Due vite in vetrina (Chiacchiere senza veli di due gemelle, storiche prostitute di Amsterdam)

Autore: Martine & Louise Fokkens

Traduzione: Laura Pignatti

Editore: Vallardi

Genere: Romanzo Autobiografico

Anno di pubblicazione: 2013

Numero di pagine: 207

Prezzo:  E13,90 

“È vero, oh quanto è vero, per questo tanto vale raccontarlo. Perché non dovremmo parlarne? Una volta puttana, puttana per sempre? Una volta a puttane, a puttane per sempre. Così è, punto e basta” (pag. 206).

Nel loro romanzo autobiografico le gemelle Fokkens tolgono i veli alle finestrelle di Amsterdam e ci regalano un insieme di ricordi ed aneddoti della loro vita, mostrandoci veramente cosa accade dietro quelle tendine.

La prima ad incominciare il lavoro di prostituta fu Louise, ma il mondo delle vetrine non è arrivato subito. Il suo primo lavoro fu la barista in un quartiere di Amsterdam, poi, costretta dal marito, aveva iniziato a posizionarsi sui marciapiedi, riscuotendo un discreto successo. Il lavoro sulla strada però era tuttaltro che sicuro, seppur fosse solo il 1962. Iniziò così la ricerca di un “bordello” nel quartiere a luci rosse e Louise scoprì che avere una stanza tutta sua, dove poter “organizzare” il lavoro, era molto più redditizio di quanto pensasse, tanto da passarci i successivi 50 anni della vita, sposandosi, divorziando, avendo figli, nipoti e conducendo una vita normale, come una qualsiasi impiegata di banca o di posta.

Martine, all’inizio, non poteva credere che la sorella avesse deciso di prostituirsi. Con il passare del tempo però si accorse dell’agio e delle ottime condizioni economiche che quel lavoro riusciva a dare a Louise: denaro, vestiti, regali. Così, dopo una breve chiacchierata “tra donne”, Martine iniziò a lavorare nello stesso stabile della sorella, sfruttando trucchi e consigli non solo per soddisfare i clienti, ma anche per non incorrere  in rischi di salute e personali con molti di essi.

In circa 75 capitoli, lunghi quasi quanto “un ricordo”, Louise e Martine si descrivono con autoironia e rispetto reciproco come sorelle, ma soprattutto come colleghe. I guadagni dei primi anni hanno permesso loro di mettersi in proprio, comprando uno stabile senza restare alle dipendenze di altri. Addirittura sono riuscite a coinvolgere in questo progetto tre clienti storici, che mai le hanno abbandonate in tutti questi anni: “Adorava le donnine a luci rosse, quella era la sua vita: andava con i suoi amici a Wallen quasi tutti i fine settimana, ma ognuno aveva la sua ragazza. Era amore, amicizia e fiducia, una vita libera per gli uomini, niente obblighi, solo qualche soldino alle ragazze nelle vetrine. Se solo fosse ancora così…” (pag. 203)

Sia dai racconti delle gemelle, sia da quelli dei clienti, emerge quanto il lavoro di prostitute nel quartiere a luci rosse di Amsterdam sia profondamente cambiato in tutti questi anni: molti uomini erano e sono tuttora soprattutto alla ricerca di coccole e attenzioni, di una persona per parlare e sfogarsi, ma cosa accade quando la maggior parte delle donne non sono olandesi e non sanno dire una parola in inglese? Per non parlare dell’uso di droghe o altri stupefacenti che negli anni ’60 erano completamente sconosciuti. Due vite in vetrina ci racconta questo e molto altro, di un lavoro “vecchio come il mondo”, che deve avere dignità e rispetto come qualsiasi altro mestiere. 

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