Diaro di Bambù detto Bù – Caterina Gromis di Trana

Titolo: Diario di Bambù detto Bù - Una storia di ordinaria e straordinaria vita domestica
Autore: Caterina Gromis di Trana
Casa Editrice: Salani editore
Genere: Romanzo
Pagine: 96
Prezzo: € 10.00

“…All’imbrunire ho capito che quei due mi hanno proprio mollato, ero solo, abbandonato, e allora sai che soddisfazione fare la voce grossa con il vicino invadente per difendere una casa disabitata…tanto vale. Quei due si meriterebbero che fossi io ad alzare la zampa sulleringhiere, a fare scempio della pattumiera e a rubare le crocchette. E invece io, che sono beneducato e molto equilibrato, per ripicca faccio una sola cosa: non mangio. Così vedranno. Nemmeno una pallina, dovessi crepare, finché non tornano”.

Bambù non accetta che i suoi amatissimi padroni lo abbiano abbandonato. Quando si ritrova in compagnia di perfetti sconosciuti che lo accudiscono per ragioni che non comprende  reagisce con distacco e con freddezza.  Per quale ragione dopo averlo abituato ad una vita di agi e di coccole i suoi padroni sono scomparsi all’improvviso? Nel tentativo di giustificare una perdita così inspiegabile e dolorosa, Bù si convince di non essere stato abbandonato volontariamente. Cerca di cavarsela da solo e di recuperare energia e voglia di vivere. Quando ormai sembra essersi adattato ad una nuova vita e ad una nuova famiglia i vecchi padroni ritornano e sarà lui a dover decidere del proprio futuro…

Com’è il mondo visto da un cane abbandonato? Caterina Gromis di Trana ce lo svela raccontandoci una favola commovente e delicata di abbandono e d’istinto di sopravvivenza . Lascia che a raccontarla, in prima persona, sia poprio chi la subisce, Bu’, un labrador nero, l’eroe di questa storia e il campione di tante storie simili e reali di solitudine e di abbandono.
Gromis dà sfogo ai sentimenti e ai pensieri più profondi di Bù, “traduce” in parole i suoi movimenti e il suo comportamento. Affronta con ironia e leggerezza i temi fondamentali di un buon rapporto affettivo, primo fra tutti il rispetto reciproco.

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Giovanna Capone

Non dirò di me che ho sempre amato leggere, che ho imparato a leggere prima del tempo e che ho trascorso la mia infanzia leggendo libri e neppure che ho amato molto le favole. Per apprezzare la lettura occorre che arrivi il momento giusto e che si abbia la mente sgombra da altri pensieri.Quando capisci che il momento giusto è arrivato? Quando incontri qualcuno che ti spiega che, a volte, non è importante quello che c'è scritto in un libro ma il modo in cui è stato scritto, quando sullo scaffale di una libreria la copertina di un libro attira la tua attenzione e capisci che quello sarà il tuo libro, quando sei curioso di sapere se un titolo accattivante nasconde una storia altrettanto brillante. Cosa significa leggere? Riscoprire qualcosa di te, qualcosa che hai sempre saputo ma che nessuno se non un grande scrittore è riuscito ad esprimere con le parole.

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