
Autore: Governi Massimiliano
Casa Editrice: Giunti Editore
Genere: Romanzo
Pagine: 140
Prezzo: 10.00 €
Si prova quasi un senso di smarrimento leggendo Come vivevano i felici e anche quando il ritmo narrativo permette di tirare il fiato la mente resta avvinghiata alla prigione psicologia dei personaggi. Massimilano Governi ha tratto spunto da una storia che ha catturato l’opinione pubblica americana: il suicidio di Mark Madoff, figlio dell’imprenditore newyorkese Bernard condannato nel 2008 a un secolo e mezzo di prigione per aver truffato numerose famiglie e aziende. “Ogni uomo ha un segreto, lo alimenta dentro di sé come fosse una bestia feroce che lo sta divorando, un cancro” (pag. 95).
Con un asciutto ma vibrante realismo ha raccontato una storia tanto vera e drammatica da sembrare paradossale. La narrazione dei fatti altalena tra i ricordi della voce narrante, che resta senza nome, per assemblare tanti tasselli dal 1983 al 2012 di vite chiuse in se stesse alla ricerca di una stabilità e di un benessere materiale quanto superficiale: così, con la tecnica del jump-cut, il racconto scorre dagli anni fortunati della Rambo Investimenti in cui la famiglia godeva di ogni lusso all’ultimo atto della tragedia caratterizzato da isolamento e umiliazione. “Sento l’ansia dilatarsi nel petto”.
Ogni capitolo, titolato con una data, scende un po’più a fondo nel dramma. Rapporti di coppia che si sgretolano, figli che chiedono attenzione e, sostanzialmente, la solitudine di ogni personaggio. Colui che era figlio, quando diventa padre, si interroga sul proprio passato a perdere e, non trovando nulla dentro di sé, finisce per impiccarsi con il guinzaglio di un cane. L’incomprensione è il filo che lega i personaggi; tutti sono vittime del truffatore che ha travolto nel baratro per la sua colossale truffa tante famiglie – compresa la sua – ma anche della crisi. Governi non fa facile moralismo né lancia sentenze: il lettore si trova naturalmente travolto dal dispiegarsi di fatti e pensieri, fredde parole e silenzi.