
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 239
Prezzo: € 18,00
Per Donato Di Poce l’architettura è forse ritrovare un respiro totale, costruire nidi di luce, habitat a misura d’uomo, incastrare idee e progetti tra le ferite della storia.
Al linguaggio dell’architettura Di Poce dedica un saggio importante e complesso.
Architettura. La bellezza funzionale è un viaggio storico – critico nelle tendenze dell’architettura contemporanea.
In questo libro troveremo le idee e le poetiche dell’architettura, i maestri che nel Novecento la hanno fatta grande.
Di Poce pensa e lavora intorno all’idea della costruzione dell’ideale –architettura e costruisce un percorso culturale di tutto rispetto.
«Quello che l’autore – scrive Giovanni Fontana nella prefazione è soprattutto il rapporto tra architettura e arte, quando questo si esprime al meglio. L’auspicio è quello di una fusione sotto il segno dei valori armonici».
L’interesse di Donato Di Poce verso l’architettura è il risultato di interessi molteplici coltivati e cresciuti negli anni, verso la contaminazione delle Arti.
Da questa necessaria interdisciplinarietà nasce Il manifesto della bellezza funzionale che l’autore redige all’inizio del libro. Bellezza che libera l’arte e l’arte libera l’uomo.
L’architettura mette l’uomo in uno spazio relazionale e inserisce nel corpo sociale architettonico la coscienza dinamica, pluralistica, etica, estetica e sostenibile dell’universo.
Così attraverso il concetto di bellezza funzionale l’architettura diventa una forma di arte totale.
Di Poce individua in Gaudi, Wright e Le Corbusier, di cui scrive ampiamente nel libro, i pionieri dell’architettura come bellezza funzionale.
Questi tre maestri possono essere considerati i pionieri che hanno iniziato a considerare e a trasformare l’architettura in arte totale.
«La poetica gaudiana è caratterizzata dal ritmo ondulato e vibrante, nel segno di una vigorosa quanto completa negazione della linea retta».
Frank Lloyd Wright è l’architetto che rivendicò la libera creatività, padre dell’architettura organica, artefice delle forme in espansione e dello spazio come creazione umana.
Fondamentale la figura eclettica e creativa di Le Corbusier, considerato il maestro del razionalismo e del movimento moderno, l’architetto simbolo della rottura con il passato.
Architettura. La Bellezza funzionale è un libro plurale in cui l’architetto è un artista totale che crede sempre di più nel progetto e nella sua idea –intuizione che guarda al mondo intero dello scibile umano.
«Gli architetti – scrive Donato Di Poce – acquisiranno nuove competenze e nuova coscienza artistica, e contamineranno sempre più ruoli, competenze e funzioni tra arte, urbanistica, design e architettura sp0stando il dibattito da visione a corpo dell’arte».
Di Poce vede una nuova mission per l’architetto: un’etica sociale che mette l’uomo al centro.
Alfredo Vacca nella postfazione parla infatti di architettura poetica: «Da questo connubio stretto tra il poeta Di Poce e la passione per l’architettura nasce il suo saggio storico, una serie di domande cui tende di dare delle risposte, un percorso frammentato che, quasi a ricalcare le domande che Walter Benjamin si era poste per la poesia, si dipana su diversi sentieri tortuosi costellati di edifici icone e dei loro architetti – poeti, senza porsi alcun tipo di problema se tra le opere architettoniche richiamate ci fossero o meno delle relazioni e se il loro linguaggio prendesse riferimento dalle forme di letteratura architettonica».
Di Poce attraverso l’architettura apre varchi creativi nel concetto nuovo di bellezza funzionale.
La bellezza di cui ha bisogno il mondo per splendere come un’opera di arte totale.