A tu per tu con… Grégoire Delacourt

Grégoire Delacourt (copyright Benjamin Decoin)

Incontriamo lo scrittore bestseller francese Grégoire Delacourt di passaggio in Italia per presentare il suo romanzo Le cose che non ho(Salani) che ha raggiunto in patria la considerevole cifra di 500.000 copie vendute, verrà tradotto in 23 Paesi ed è stato paragonato al fenomeno letterario L’eleganza del riccio. Non possiamo che iniziare l’intervista chiedendogli:

Come ha reagito a questo incredibile e, immagino inaspettato, successo?

Non me lo aspettavo, davvero. Sono convinto che questa situazione di crisi in cui ci troviamo possa aver contribuito ad attirare fortemente l’attenzione dei lettori sui temi del mio libro. In momenti di incertezza come questo è importante continuare a sognare, la ragione stessa della nostra vita, ma è anche bello trovare qualcuno che concentri l’attenzione sulle vite quotidiane, semplici e oneste, che possono però essere felici.

A proposito di felicità, che cosa rappresenta per lei e per Jocelyne, la protagonista del romanzo?

Per me, come per Jocelyne, essere felici significa apprezzare ciò che si ha, le piccole cose della vita, perché il consumismo esasperato non porta a essere più felici. Non a caso Jocelyne nasconde a tutti la sua vincita, perché ha paura che la situazione cambi e che possa perdere tutto. Inoltre, dopo aver stilato tre liste, una delle cose di cui ha bisogno, una dei suoi desideri e una delle cose che potrebbe fare con i soldi vinti, alla fine sceglie la fedeltà ai propri valori.

Come è nato Le cose che non ho e per quale ragione ha scelto come protagonista una donna?

Mi sono sempre chiesto che cosa avrei fatto se avessi avuto a disposizione una bacchetta magica e avessi potuto cambiare la mia vita. E che cosa sarebbe successo se tutto ciò fosse capitato a una donna. Nutro grande ammirazione per le donne che con la loro sensibilità, il loro coraggio e la loro grande forza d’animo sanno rendere speciale la nostra vita. Ho un debito di riconoscenza verso tutte le donne della mia vita, a partire da mia madre fino ad arrivare a mia moglie e alle mie tre splendide figlie. Questo mio romanzo è un omaggio a loro.

Quale rapporto ha con i suoi lettori e che reazione hanno di fronte la suo libro?

Siamo in stretto contatto. Si sono ritrovati nella storia di Jocelyne e si sono identificati in lei e nella sua vita normale. Molte lettrici mi hanno confessato che avrebbero agito come lei nei confronti del marito. Non tutti i lettori, invece, sarebbero stati in grado di rinunciare a diciotto milioni di euro. Qualcuno li avrebbe usati per cambiare lavoro o andare in vacanza o semplicemente per aver maggior tempo a disposizione e godersi le cose belle della vita.

Uno dei passatempi preferiti di Jocelyne è dedicarsi al suo blog, Mani di fata, nato quasi per caso. Che cosa rappresenta per lei?

Il blog nasce per necessità: Jocelyne desidera vendere i suoi lavori a maglia non solo attraverso il negozio. Scoprirà di avere una rete di appassionate che si trasformeranno in vere amiche e il blog diventerà un luogo dove raccontare e condividere le proprie esperienze.

Si parla già di un film tratto dal suo romanzo…

Sì, a breve inizieranno le riprese. Protagonisti saranno gli attori Mathilde Seigner, sorella di Emmanuelle, e Marc Lavoine. Sono molto emozionato all’idea di vedere il mio romanzo sul grande schermo.

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