
Autore: Roger Rosenblatt
Casa Editrice: Nutrimenti
Genere: Romanzo
Traduttore: Nicola Manuppelli
Pagine: 128
Prezzo: 15
E’ importante leggere e parlare di questo nuovo libro, che è il racconto in prima persona di un dramma: Roger perde all’improvviso la figlia, madre di tre bambini. E’ importante leggere e parlare di noi, dei nostri sentimenti, di ciò che proviamo, viviamo, soffriamo, quando una persona a noi vicina o lontana muore, ci lascia. Ci lascia privi di una presenza simile ad una delle carte che formano il castello che tutti abbiamo provato a costruire il più alto possibile. Se tolgo una carta forse non cade, ma qualcosa succede. Non è più lo stesso castello.
Queste pagine sono un pugno nello stomaco penseranno alcuni dopo averlo letto, un coacervo di emozioni potentissimo, uno sfogo, un pianto, una reazione, e altro ancora.
Ogni valutazione, giudizio, riflessione e recensione, avrà a mio parere un valore inestimabile, indipendentemente da chi, come, dove e quando la esprimerà. E ogni espressione sarà diversa dall’altra per lo stesso unico motivo: ogni persona è diversa dall’altra, non siamo tutti uguali.
Le pagine sono imbevute di morte, sono imbevute di vita, sono imbevute di una situazione che può averci già coinvolto pesantemente, può averci solo sfiorato o ci si prospetta così lontana come quando dicevamo a noi stessi da piccoli “chissà quando arriverà il duemila”, e siamo quasi nel 2020.
Non è la stessa cosa, aver già conosciuto più o meno da vicino la morte. Cambia tutto.
Ogni perdita è faticosa, impegna ad un cambio di rotta. Se muore un genitore, un amico, una sorella, una moglie e, forse più di ogni altra morte un figlio o una figlia, come ci racconta in questo libro Roger Rosenblatt, cambia ancora tutto.
Roger, nello specifico, è “solo” un padre, con lui vivono questa situazione di lutto figli, nipoti, genero, moglie, nuore e amici, ognuno con la sua di vita.
E la vita continua per tutti questi protagonisti della storia e Roger ci racconta come si svolge, come si intreccia con chi non c’è più, con la sua non-presenza, con la sua diversa-presenza. Una tante nuove vite.
Nuove o vecchie ? O meglio, non più le stesse di prima ?
E’ importante leggere e rileggere questo libro, ora e in ogni altro momento in cui ci servirà.
“…una delle illusioni delle persone che vivono un lutto è che basti un anno perché le cose inizino a migliorare.
…il dolore è un processo che dura un’intera vita, non solo per i bambini ma per ognuno di noi. Per quanto riguarda il passaggio del primo anno, in realtà dopo è anche peggio.
…un anno non è nulla in termini di tempo.” p. 112
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