A tu per tu con…Corrado Augias

Corrado Augias non ha certo bisogno di presentazioni: giornalista culturale noto al grande pubblico ha avviato negli ultimi anni un personale percorso di approfondimento delle figure della cristianità, fornendo ai cattolici e non ricostruzioni oggettive e al tempo stesso appassionate oltre a spunti di riflessione interessanti.

Il suo ultimo libro “Le ultime diciotto ore di Gesù”, edito da Einaudi, approfondisce le ultime ore di una storia che lei ha definito la più avvincente dell’umanità. Quali sono i motivi?

Premetto che ne parlo dal punto di vista storico, prescindendo dalla teologia, perché altrimenti cambia tutto: alcune osservazioni possono essere presentate solo dal punto di vista storico. Fatta questa premessa ciò che la rende avvincente è il fatto che sia una delle storie che hanno cambiato davvero il mondo e soprattutto la percezione umana degli eventi, dei rapporti con gli altri. Basti pensare al rovesciamento della formula biblica “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, ai rapporti con la natura, al discorso delle beatitudini, che ha letteralmente ribaltato le categorie sociali del tempo dando spazio agli ultimi, ai diseredati, ai poveri. La portata e le conseguenze della vicenda umana di Gesù sono state enormi. Poi se vogliamo fare una considerazione pratica è una storia che dal punto di vista drammaturgico ha un andamento da “suspense”: c’è un’accusa che non si sa bene se sia vera o no, un processo dall’esito incerto, dei testimoni inattendibili. Tutto un filone letterario ricalca questa vicenda.

Nel libro viene anche sottolineato il ruolo di altri personaggi, come Ponzio Pilato.

Pilato era un mediocre, un piccolo funzionario dell’impero non particolarmente intelligente, come dimostrano tanti suoi atti sconsiderati. Si è trovato al centro di una storia grandiosa, per cui ancora oggi lo ricordiamo, viceversa sarebbe stato risucchiato dalla polvere della storia.

Per la sua ricostruzione dettagliata delle ultime ore di vita di Gesù, su quali fonti si è basato?

Innanzitutto occorre sottolineare proprio che la vicenda centrale è avvenuta in poche ore notturne ed è un aspetto che difficilmente viene ricordato. Tendenzialmente i preti cattolici tralasciano questo particolare. L’arresto avviene di notte, il processo si svolge nelle primissime ore della mattina e alla tre del pomeriggio Gesù muore.

Le poche fonti disponibili sono i Vangeli, Dione Cassio, Giuseppe Flavio e il filone alessandrino. Tutti i Vangeli hanno la caratteristica di essere filoromani, perché scritti e pubblicati dopo la conquista del 70 d.C e quello che mi piace di meno è Matteo, il più orientato in questa direzione.

Concentrando l’attenzione su queste ultime ore con un’analisi storica e non teologica che cosa può emergere di più della figura di Gesù?

A mio parere viene fuori la volontà storica di Gesù di morire. Per quale motivo? Se stiamo all’interpretazione teologica così sta scritto: l’agnello di Dio viene sacrificato perché il mondo si redima. A questa spiegazione io non credo, sono convinto invece che lui volesse morire perché sapeva di aver fatto tutto quello che poteva per realizzare l’enorme missione di cui si era incaricato e nel cui senso si era totalmente calato: il rinnovamento dell’Ebraismo. Attenzione: non la creazione del Cristianesimo.

Secondo lei quali sono i lati positivi e negativi dell’utopia?

L’utopia è qualcosa verso la quale tendere, sapendo che non si raggiungerà mai. “Libertè, egalitè, fraternitè” è un ideale che dobbiamo cercare di raggiungere con tutti noi stessi, sapendo che per applicarlo occorre la legalità, quindi in pratica una buona polizia segreta in grado di controllare tutto.E’ chiaro quindi come le utopie siano materiale esplosivo. In più non bisogna dimenticare che i seguaci delle varie ideologie e teologie si sentono possessori in esclusiva della verità. Per esempio i Cristiani per qualche secolo hanno affermato di essere gli unici depositari della verità e che il loro era l’unico vero Dio. Se si affermava il contrario si finiva sul rogo o in galera a vita. E’ l’assolutismo di chi si ritiene unico depositario del Vero. La Chiesa Cattolica da un paio di secoli sta modificando la propria visione, ma le proteste contro le unioni civili avvenute ultimante sono l’ultima coda di questo atteggiamento: in realtà quella che da oltre un secolo è legiferata è solo una delle tante forme possibili di famiglia che ci sono state in altre epoche e in altri luoghi su questo pianeta.

Qual è il limite più grande della politica attuale?

Stiamo attraversano una fase molto importante di crisi, cioè di passaggio dalla forma politica nata con la Rivoluzione Industriale a un’altra nuova e per molti aspetti atipica che si è creata con la società informatica. Michel Serre dice: dipendiamo dalle cose che pensavamo dovessero dipendere da noi. Dove questo ci porterà non lo sappiamo.

Ho molta nostalgia per i suoi consigli letterari. Ne vuole dare uno a “Gli amanti dei Libri”?

Tra i candidati al Premio Strega il mio preferito è stato La scuola cattolica di Edoardo Albinati, un romanzo come da anni non se ne leggevano.

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Milanese di nascita, ha vissuto nel Varesotto per poi trasferirsi a Domodossola. Insegnante di lettura e scrittura non smette mai di studiare i classici, ma ama farsi sorprendere da libri e autori sempre nuovi.

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