Autore: Roberto Ferrucci
Data di pubbl.: 2022
Genere: memoir
Pagine: 167
Prezzo: € 16,00
Il 25 marzo 2012 muore Antonio Tabucchi e con lui se ne va uno dei nostri più grandi scrittori.
Tabucchi scompare, ma Tabucchi resta con i suoi libri e noi oggi ancora possiamo colmare il vuoto che ha lasciato leggendolo sempre.
Basterebbe Sostiene Pereira per inserire Tabucchi nella lista degli scrittori da cui non si può e non si deve prescindere.
Tutta la sua produzione è un esempio inarrivabile di straordinarie e irripetibili suggestioni letterarie.
Sostiene Pereira è il capolavoro di un narratore che ha scritto solo capolavori.
Una grande voce critica dei nostri tempi con la passione per il Portogallo e il suo grande poeta Fernando Pessoa.
Tabucchi sosteneva che la vita non è in ordine alfabetico come noi crediamo. Lei appare e drammaticamente scompare come gli aggrada.
Grande artigiano di racconti (indimenticabili le raccolte Piccoli equivoci senza importanza e Il gioco del rovescio) e di altre suggestive forme brevi di scrittura, per Tabucchi la letteratura è una visione del mondo differente da quella imposta dal pensiero dominante, o per meglio dire dal pensiero al potere, qualsiasi esso sia. In compito della letteratura è ficcare il naso dove cominciano gli omissis.
La letteratura, quella grande verità che si esprime attraverso la finzione, è stata per Tabucchi una magnifica ossessione che lo ha divertito e allo stesso tempo inquietato.
Ma soprattutto era convinto che le storie non cominciano, le storie accadono e non hanno principio.
A dieci anni dalla sua scomparsa Roberto Ferrucci pubblica Storie che accadono, un libro in cui lo scrittore e giornalista racconta l’intenso legami di amicizia con Tabucchi.
Un libro appassionato e commovente fatto di frammenti di tempo perduto e di ricordi legati a Tabucchi, alla sua umanità e alla sua scrittura.
Dal tram numero 28 che attraversa Lisbona, Ferrucci si tuffa nel suo amarcord personale e ci trova il suo amico Antonio Tabucchi. Ce lo racconta con una prosa leggera e coinvolgente. Il risultato è una appassionata geografia sentimentale in cui l’io narrante si perde per ricordare ma soprattutto per testimoniare per raccontarci come la storia della sua amicizia con Tabucchi è accaduta, non semplicemente iniziata, né tantomeno, finita.
La memoria di Ferrucci va di pari passo con il ricordo e questo libro è un viaggio dentro la coscienza e la scrittura di uno dei più grandi narratori italiani.
Tutto accade nel libro come le storie che lo stesso Tabucchi raccontava. Da autentico narratore di storie altrui, non si occupava mai di se stesso ma degli altri e del mondo non avendo mai fiducia nella letteratura che tranquillizza le coscienze.
«Come scrittore, io mi limito a registrare il malessere che mi circonda, l’inquietudine di cui, assieme agli altri esseri umani, sono partecipe. Di un’unica cosa, forse, posso essere orgoglioso: di non essere uno scrittore che tranquillizza le coscienze, perché credo che i miei lettori ricevano per lo meno una piccola dose d’inquietudine che, chissà, un giorno germoglierà e darà i suoi frutti».
Roberto Ferrucci attraversa la Lisbona di Pessoa e di Tabucchi e durante il percorso sono le storie che accadono e quelle che sono accadute a dettare il ritmo del viaggio. Storie nelle quali l’autore fa rivivere un grande scrittore politico e civile che si è sempre occupato degli altri e di tutti noi che lo abbiamo amato per il suo modo autentico di essere testimone sincero del suo e del nostro tempo.