SPECIALE GIVEAWAY – Il RUMORE DEI TUOI PASSI

SPECIALE GIVEAWAY
IL RUMORE DEI TUOI PASSI

In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome, dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato «la Fortezza», Beatrice e Alfredo sono per tutti «i gemelli». I due però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è un’amicizia ruvida come l’intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare. Un’amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio, graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole. Un amore nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi. Ma alle soglie dei vent’anni  la voce di Beatrice è stanca e strozzata. E il cuore fragile di Alfredo ha perso i suoi colori. Perché tutto sta per cambiare.

Il 10 maggio 2012 esce in libreria “Il rumore dei tuoi passi” di Valentina D’Urbano, il successo è immediato e non è difficile capire il perché… Una nuova edizione è ora disponibile in tutte le librerie e contiene un’ anteprima (3 capitoli) del suo nuovo romanzo, Acquanera, che uscirà a settembre.

Il romanzo che ha entusiasmato i lettori e oggi ognuno di voi ha la possibilità di vincerne una copia… E non solo, vi aspettano entusiasmanti premi!!!

Come si partecipa?

Per partecipare potete scegliere una tra le seguenti opzioni:

  • citare la vostra frase preferita del libro (aggiungendo un commento personale);
  • commentare il seguente estratto: “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.

Inserite il vostro commento sotto questo post entro e non oltre mercoledì 26 giugno alle ore 21.00.

Cosa si vince?

L’autore del commento che in qualche modo ci avrà colpito di più vincerà*:

  • una copia dell’ edizione TEA autografata dall’autrice**;
  • un contenuto esclusivo, inedito e scritto appositamente da Valentina D’Urbano per il vincitore (una pagina del diario di Alfredo, il protagonista maschile del romanzo);
  • l’invio di un’ ulteriore anteprima del nuovo romanzo.

Per tutte le informazioni sul libro:

https://www.facebook.com/valentinadurbano.autrice/info

http://www.longanesi.it/scheda.asp?editore=Longanesi&idlibro=7516&titolo=IL+RUMORE+DEI+TUOI+PASSI

http://www.tealibri.it/generi/narrativa_generale/il_rumore_dei_tuoi_passi_9788850231546.php

E il vincitore è

Rocco Roberto

(24 giugno, 12:49)

*Il vincitore verrà scelto dalla Redazione Gli Amanti dei Libri (il giudizio è insindacabile).
**Il libro in palio è messo a disposizione dall’editore in forma di omaggio secondo la normativa prevista dal dpr 633 del 1972 che regolamenta i concorsi.
 
Il vincitore è pregato di contattare la redazione all’indirizzo concorso@gliamantideilibri.it entro e non oltre martedì 2 luglio.
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  • luisa

    Non so se sarà ritenuta una frase valida, ma io vorrei citare come frase preferita proprio il titolo: IL RUMORE DEI TUOI PASSI. E’ una frase che evoca in me passaggi letterari manzoniani bellissimi. Un esempio è la prosa poetica dell’Addio Monti. .. Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s’imparò a distinguere dal rumore de’ passi comuni il rumore d’un passo aspettato con un misterioso timore.
    Che emozioni!

  • EMANUELA DI MARCO

    “SE HAI QUALCUNO CHE TI AMA,FORSE,TI SALVI”

    Ho sempre letto tanto nella mia vita,vuoi per predisposizione,vuoi per gli studi classici,ma comunque mi piace sempre tanto. Domenica scorsa avevo finito di leggere i miei libri così decido di uscire per comprarne un altro. Non ho mai un idea precisa su cosa leggero’, a meno che non è uscito un libro nuovo di qualche scrittore che amo.
    Davanti a tutte quelle copertine,a quei colori,scorsi “IL RUMORE DEI TUOI PASSI” di VALENTINA D’URBANO. Era li’ timido e solo ad aspettare che qualcuno lo prendesse e lo leggesse in queste calde serate estive.” Una scrittrice emergente “pensai,è giusto darle una possibilità! Largo ai giovani!
    Apri e sbam! Ti ritrovi catapultata nella FORTEZZA ,sei sulle scale di Bea e Alfredo,sei uno di loro.
    Le immagini sono talmente chiare,le vedi scorrere davanti agli occhi. E senti l’odore. Non riesci a staccarti dal romanzo perche’ ci sei talmente dentro che non puoi uscirne,perchè vorresti far qualcosa,vorresti cambiare quello che sembra l’inevitabile finale,ma non lo è. Non è come lo avevi immaginato a metà del libro. Narrato tra luce e buio niente sembra com’è. E’ moderno,avvincente,è folle e triste. Ti fa incazzare ed innamorare. E quando arrivi giu’ in fondo,nelle ultime pagine del libro ti senti un po’ solo,perchè infondo,quasi quasi,a quella storia ti eri affezionato.

  • http://Mr.Ink-Diariodiunadipendenza Mr. Ink

    A più di un anno dall’uscita, non ho avuto ancora modo di leggere questo romanzo. Ma una frase, che tante volte ho visto girare su facebook, che tante volte mi ha risuonato in testa, mi ha colpito…
    “Se hai qualcuno che ti ama, forse ti salvi.”
    Semplice, emozionante, vera. Una frase che lascia emergere una storia dura come il grigio del cemento e delicata come i petali di un girasole. Corrosiva come la rabbia, fragile come il fiorire della speranza. Si respira l’aroma amaro della tragedia e l’essenza di una storia dolorosa e crudele. Tragicamente bella, come sa esserlo una realtà che non regala finali felici o certezze ben definite.
    Beatrice e Alfredo – nemici, amici, confidenti, fratelli, amanti – appaiono come se fossero le Catherine e gli Heathcliff delle nuove generazioni. Dei gradini polverosi e palazzi dall’intonaco sgretolato sono la brughiera che li imprigiona, rendendoli schiavi di un sentimento graffiante, brutale e incredibilmente luminoso. Torrido e feroce come sa esserlo la luce viva del sole.

  • http://www.conetto.it Andrea De Amicis

    - citare la vostra frase preferita del libro (aggiungendo un commento personale)

    ehm … non ho letto il libro quindi cito il titolo come frase IL RUMORE DEI TUOI PASSI. Come commento aggiunto … ehm… ecco direi che quando l’avrò letto potrò scegliere una frase adeguata e commentarla in maniera personale e non sciocca (lo giuro).

    – “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.

    Ho ragionato moltissimo sul pezzo… in sostanza la vita di coppia comporta sacrifici… l’abituarsi all'”odore” dei suoi piedi… allo spazzolino lasciato semisporco … al coperchio della tazza del water sempre alzata … e ce ne saranno tantissime altre che dovrai dimenticare quando “te molli”… tipo finalmente il coperchio del water rimane chiuso, non ci sono caccole di dentifricio ovunque, non c’è piè puzza di parmareggio, ecc MA di certo la cosa più importante sta nel fatto che l’autrice è bellissima e intelligentissima. U_U (se non lo scrivevo avrebbe cancellato tutte le foto dei gattini pucciosi dal mio hd :( )

  • lella

    Leggo molto, un po’ di tutto, ma ultimamente mi ero stufata delle solite letture che si trovano in giro, tutte uguali, poco sentimento tanto sesso emozioni zero. Pochi sono i libri che ti lasciano dentro qualcosa, questo invece , una volta finito, m ha lasciata sola, mi sembrava che mi mancasse qualcosa, ero entrata in pieno nella storia, forse perchè mi ricordava molto la mia infanzia, non tanto per la situazione di vita poco piacevole, io sono stata molto fortunata, ma i giochi, le cose semplici , le prime cotte, tutto ti riporta indietro, è un libro difficile da commentare, non saprei come descriverlo, uso solo un’aggettivo “Magnifico” da rileggere e rileggere all’infinito, Alfredo mi ha ricordato un’amico di tanti anni fa morto anhe lui per droga e forse proprio per questo mi sono tremendamete affezionata alla storia. Non cito nessuna frase del libro perchè non saprei quale scegliere, dico solo che l’autrice ha un talento innato e non lo dico per ruffianaggine, ma si merita tutta la fortuna del mondo. Grazie Valentina di avermi permesso di leggere un libro splendido.

  • Maria Giovanna

    -Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola.-

    Non ho ancora letto questo libro, ma appena il mio sguardo è arrivato alla fine della frase, sono tornata indietro nelle pieghe dei ricordi.
    Ho ripensato alle persone che hanno abbandonato la mia vita: qualcuno è uscito dalla porta del mio cuore sbattendola, altri in punta di piedi, altri ancora lasciandoci dentro una sensazione. Come si fa a dire addio a chi ti entra talmente dentro che non sai più dove finisce lui ed inizi tu? E’ ingiusto, sì, è ingiusto vivere questo e poi venirne privati….sono le cose più piccole ed impensabili a farti vibrare l’anima. E’ ingiusto anche il non poterle mai vivere.
    Ti ritrovi lì, accovacciata in un angolo di mondo,col soffitto che si abbassa sempre più sulla tua testa, che ripensi a tutto quello che è stato e quello che poteva essere e ti senti sola, con un peso opprimente all’altezza dello stomaco. Si dice che tutto prima o poi passa. Di questo non sono sicura, perchè se ti ritrovi a dire addio alla cosa che più di tutte ti faceva star bene, ti senti persa, e quando perdi te stessa ce ne vuole di tempo per ritrovarsi ed anche quando lo si fa, basta voltare lo sguardo all’indietro e si noteranno i segni dei passi lasciati sul suolo dell’anima. Allora capisci che non passa tutto, come quando vuoi scrivere con forza quello che pensi su un quaderno e ti ritrovi il solco delle parole scritte sul foglio seguente. Un segno del passaggio resta sempre, che tu voglia o meno.

    • Elena

      Ciao Giovanna… hai proprio ragione.

  • Stefania C.

    Frase: “Fuori si susseguivano gli anni e il mondo cambiava. Dentro noi rimanevamo fermi. Non ce l’avevamo un motivo per vivere, non sapevamo darcelo. Lo facevamo e basta”…

    Ecco la frase che più mi ha colpito del libro e che rappresenta un pò il suo spirito, la sua essenza. Chi vive in un quartiere periferico “difficile”, è come racchiuso nel suo mondo e non vede al di fuori di esso. Spesso non è questione di soldi o di opportunità ma è un fatto insito nella cultura, nel DNA: si vede il proprio mondo e non quello che c’è fuori, non si ha proprio la consapevolezza che potrebbe esserci una realtà diversa. Non è rassegnazione nè sconfitta ma è proprio un vivere naturale, un proseguire la propria vita come è sempre avvenuta. Anzi più che un vivere è un sopravvivere, giorno dopo giorno, senza cambiamenti, senza consapevolezze, senza motivo.

    Ecco perchè chi vive nelle periferie ha un ostacolo in più che è proprio racchiuso in se stesso: deve prima svegliarsi ed essere consapevole che fuori da li c’è dell’altro, una vita diversa, una realtà nuova. Solo dopo potrà lottare per raggiungerla. Vedere che il mondo cambia e trovare “il motivo per vivere”, darsi questo motivo e poi VIVERE e non sopravvivere!
    Stefania C.

  • Gaia Garofalo

    “Se hai qualcuno che ti ama, forse ti salvi.”
    Primo capitolo, undicesimo rigo, pagina 10.
    E’ una citazione che hanno scelto in più di uno e capisco il perchè.
    Quella frase in cui ho costruito sopra tutto quello che la gente, non mi aveva mai detto. L’amore salva.
    L’amore ci mangia, ci frattura, ci grattugia ogni piccolo tendine per poi mollarci a terra come tutto il resto del mondo continua a fare dell’amore. Come se si volesse vendicare.
    E credo che sia proprio per questo motivo che l’amore ci salva. A volte ci fa chiudere nel proprio buio da cui difficilmente usciamo, ma proprio là dobbiamo far vedere che ci abbiamo sempre creduto. E non intendo solo l’amore passionale, ma l’amore in se.
    Una volta mi hanno detto “L’amore non basta” ed è lì che qualcosa si è rotto. Non puoi dire ad una persona che ciò in cui la sua vita si è sempre basata, non basta. Altrimenti muore. Muore incatenata a quelle parole.
    Ancora penso a quell’undicesimo rigo.
    Se hai qualcuno che ti ama, ti salvi? Tolto il “forse” diventa tutto più complicato. Messo il punto interrogativo, lo è ancora di più. E allora te lo domandi, uccidi il tuo cervello fin quando non capisci che in amore il forse non ci sta mai. Figuriamoci un punto interrogativo. Rettifico:
    Se hai qualcuno che ti ama, potresti salvarti. Decidi solo tu. Non dobbiamo credere a quelle persone che dicono “si lo so, ma non è così facile”. Se loro non vogliono salvarsi, pur avendo Amore attorno a loro, non vogliono salvarsi e basta.
    Alfredo, come me, come tanti altri, sono persone che nella loro vita, anche senza farlo vedere, hanno dato tutto. Però… queste persone, quelle a cui non dobbiamo credere, sono stanche e credono che il mondo non li abbia mai meritati, che alla fine, la loro presenza non cambia.
    Hanno solo deciso di essere egoisti alla fine.
    Lo so.
    Il momento sbagliato per essere egoisti.

  • Ilenia Grossule

    “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.

    Non ho mai letto questo romanzo ma è sicuramente – dietro consiglio – uno dei libri che leggerò, indipendentemente dal risultato del concorso. Cosa mi evoca questa frase? Una cosa che ho sempre detto, sentito, vissuto: ci si abitua a tutto. Ci si abitua non essere soli, ci si abitua ad essere soli. Ci si abitua alla presenza di una persona che scopriamo amare con il tempo, ci si abitua alla sua assenza, ci si abitua al caffè al mattino, ci si abitua a farne a meno.
    L’abitudine e la mancanza. Due facce della stessa medaglia. Il rumore dei suoi passi, il suo odore che svanisce sul cuscino, i suoi capelli arruffati al mattino, il profumo che lascia quando ci abbraccia… se non subiremmo la mancanza di tutto ciò, ci accorgeremmo che è qualcosa di cui abbiamo dovuto fare a meno? Come un profumo che ci piace tanto ma che dopo un po’ non sentiamo più tanta è l’abitudine di sentirlo?
    La mancanza ci ricorda qualcosa che abbiamo amato ma non perduto, perché anche se non appartiene al futuro, l’abbiamo vissuto, e nella memoria del cuore ci resterà per sempre.
    E solo per questo.. io credo ne valga la pena sentire la mancanza del rumore dei suoi passi.

  • Gianluca D.T.

    ” Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”

    Questa bellissima frase mi ricorda dei versi della canzone di Claudio Baglioni “Mille giorni di te e di me” sempre sul tema del distacco. Baglioni dice: “… Chi ci sarà dopo di te, respirerà il tuo odore, pensando che sia il mio….io e te…”.

    E’ proprio il concetto dell’odore di una persona che mi colpisce, continuare ad assaporarlo nelle cose, nell’armadio, come segno tangibile della sua esistenza e quando poi piano piano svanisce è come se lentamente morisse e allora ci chiediamo se non sia stato un magnifico sogno o se era realtà.
    Ci immaginiamo il rumore dei suoi passi e l’eco della sua voce ma poi basta un battito di ciglia per riportarci alla realtà, al nostro senso di vuoto e di abbandono. E poi, ancora, il ricordo di quei momenti felici ci ridà vita, nuova speranza e ci va andare avanti chiedendoci “… se c’è stato per davvero… quell’attimo di eterno che non c’è…”

  • Stephanie

    Purtroppo non avendo ancora avuto l’occasione di leggerlo, non potrò citare nessuna frase preferita.

    “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”

    Difficile non immedesimarsi in questo passo. Perchè la vita lavora così. I legami, l’amore e l’amicizia tendono a cambiare nel tempo, nel bene e nel male. Ci saranno quei periodi di pura gioia e di inaspettata tristezza ma in questi ci saranno anche le persone dei quali deciderai di far rimanere, di chi puoi fidarti e di chi lasciar andare e leggendo dalla trama credo si possa riferire a questo e trovo che la copertina sia azzeccatissima notando le espressioni dei due protagoisti.

    Bene spero di aver fatto breccia nelle vostre anime e in bocca al lupo a tutti!

  • http://www.flickr.com/photos/rossellaman64 Rossella Manzo

    L’estratto evidenziato sopra, mi fa sorgere questo pensiero spontaneo:

    Dentro la morte dell’anima, non c’è niente che possa consolare e tutto l’esterno diventa inevitabilmente un’abitudine da riconquistare, nella quotidianità delle cose non si fa mai caso a quanto si ottiene dagli altri e solo quando, con il nostro allontanare l’altro, ci si rende conto di essere soli, si alza al vento il canto del vittimismo che reclama ragioni elencando liste interminabili di cose di cui si dovrà fare a meno perché l’altro, il solo colpevole secondo chi viene abbandonato, ha alzato le ancore ed è salpato verso altri lidi. Un’ultima speranza è la pietà ricercata attraverso l’elenco delle magnifiche cose che si stanno per perdere per sempre. Allora, se proprio si vuole trovare un colpevole, sta tutto in una parola: “abitudine” dramma che appiattisce ogni entusiasmo e fa ritenere per scontate cose che in realtà non lo sono per niente.
    Ma le parole del confronto rinascono solo quando è inevitabilmente sicura la rottura. Allora mi domando: perché dentro le relazioni non esiste mai vera comunicazione che consenta di sintonizzarsi nella reciprocità dei sentimenti?
    “Parlami che ti voglio ascoltare” ma anche qui è sempre e solo unidirezionale.

  • Elena

    “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.
    Quando non si ha più una persona accanto abituarsi alla routine di prima più sempre difficile e soprattutto si va a rilento, ogni cosa ti appare a rallentatore e ti sembra di vivere in un mondo parallelo.
    E l’odore, quello si che ti rimane attaccato non solo alle narici, ma alla pelle, in fondo alla carne…
    Il tempo come si dice sempre, è un ottimo guaritore, ma i ricordi e il profumo, lo ricordi tutta la vita; così almeno, succede a me.

  • lettrice 2

    Non conosco il libro ma, vorrei ugualmente esprimere “per gioco” in sintesi, la mia interpretazione sul Vostro estratto.
    Sono le due facce della stessa medaglia, “l’abitudine”. Condizione non sempre attinente a pura amorevole dedizione, o più semplicemente amore. L’una dalla quale è difficile staccarsi e, che rende l’uomo fragile nonché limitato. L’altra, che lo aiuterà, col passare del tempo ad allargare la sua mente e temprare il suo spirito.
    Tutto nella nostra esistenza ha un prezzo e, nulla dobbiamo dare per scontato. Le sorprese ci attendono dietro l’angolo.

  • Stefania Crepaldi

    “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.

    Questo romanzo è la storia di un amore che molti descriverebbero come sbagliato e malato.
    Ma si può davvero classificare l’amore?
    La sensazione che ancora non riesco a dimenticare di aver provato mentre leggevo “Il rumore dei tuoi passi” è l’ingiustizia. Un amore così profondo, così reale, così giusto che rimane vittima del luogo in cui nasce e si rafforza; e in cui si spegne.
    Adesso, che anch’io sono la protagonista di una storia d’amore esclusiva come quella di Beatrice e Alfredo, una storia che parla una propria lingua e si manifesta con gesti unici, una storia che prende possesso della tua mente, condiziona i tuoi pensieri e ti fa desiderare di incollarti alla pelle dell’altro per non lasciarlo mai andare; una storia che ti fa annusare i punti più sensibili del suo corpo mentre dorme per non perdere mai la memoria del suo odore; una storia che non ti permette di abbandonare l’altra persona, anche se rischia di trascinarti giù per un baratro senza possibilità di risalita; una storia che, una volta vissuta e perduta, non potrà mai più essere sostituita, ho davvero compreso il romanzo di Valentina D’Urbano e la realtà che lei descrive mi ha schiaffeggiata con più forza e mi ha fatta sentire meno folle e meno sola con questo bisogno di lui che mi brucia letteralmente i pensieri e che mi porto sempre appresso.
    Perché io, nuova Beatrice, il rumore dei suoi passi lo riconosco e il pensiero, un giorno, di non poterlo più fare mi terrorizza e annichilisce.

  • Rocco Roberto

    “Vorrò dimenticare tutto e vorrò anche non tornare più. Lascerò indietro dei pezzi di me, e non raccoglierò nemmeno i cocci che perderò per strada. Mi starò bene così. Mi accontenterò di come sono, rotta, ammaccata, funzionante solo a metà.”

    La citazione che ho scelto mi ha toccato intimamente quando ho letto il romanzo. Chi, come me, ha fatto l’esperienza (di rottura interiore appunto, come scrive Valentina) della perdita di una persona più che cara, sicuramente imbattendosi in questo stralcio mi capirà e capirà quello che Beatrice dice. Il dolore più atroce spesso porta a voler azzerare tutto, a voler lasciarsi alle spalle il periodo nero, che poi tanto periodo non è se semina dolore anche a distanza di tempo. Eppure si susseguono i tentativi di “lasciare tutto”, nell’illusione di ricominciare in un altrove che sembra proficuo palliativo contro il dolore e i ricordi. E in quei tentativi tanti “cocci” si perdono, di se stessi e di chi era parte del proprio vissuto quotidiano, “cocci” dei quali si arriva appunto a non curarsi più, “cocci” che rinunciamo a raccogliere perché certi che, quando hai perso l’unico collante che fino ad allora, tra gli alti e i bassi, comunque garantiva l’unità di quei pezzi, non ha più senso stare lì a raccoglierli. E quel che ne risulta è la rassegnazione, non l’accettazione, ma la rassegnazione di fronte a un sistema, quello della vita e dei suoi drammi, che prende spesso il sopravvento su ciascuno di noi, spesso vittima, come Alfredo, delle proprie debolezze. La rassegnazione di chi, pur sapendosi “rotta”, “funzionante solo a metà”, sa che DEVE andare avanti, per se stessi, per una rivincita nei confronti della vita ma soprattutto per chi spera, come noi in fondo continuiamo a sperare,di ricevere da noi quell’amore che siamo ancora in grado di donare, nonostante il dolore.

  • http://francescaghiribelli.blogspot.com/ Francesca Ghiribelli

    io vorrei commentare l’estratto….da lì si evince la profonda sensibilità della storia,come dal dolore che la vita spesso ci presenta si possa sempre ricavare amore, perchè soltanto se si soffre veramente con quella disperazione che ti toglie il respiro quando la persona amata o una persona cara ti mancano, allora possiamo davvero comprendere la vera e autentica entità dell’amore, un amore universale, che non conosce confini e va oltre la morte. Come si può leggere dall’estratto di questo magnifico libro, si incomincia a soffrire la mancanza delle piccole cose per capire quanto diventi immensa la mancanza del respiro dell’altro/a che aiutava a far battere in un unico cuore due anime.

  • Calliope Hikmet

    Mi è passato per la mente un pensiero oggi e non solo oggi ma anche domani. I Soggetti dai tempi e dai modi infiniti si curano vicendevolmente nel proprio Essere e non nell’Avere e non hanno bisogno di nessun verbo. Amare, ricordare, dimenticare, restare, andare. Verbi che coniugano le persone comuni non le persone oltre. Chi lo ha provato e chi non lo ha mai vissuto sono i protagonisti dell’amore in ogni tempo. Non chi ne parla con delusione perché pensa di aver amato o di essere stato amato perché l’amore non è semplice come lo si dipinge camuffandolo di fatti impossibili. Di questa frase mi piace il coinvolgimento totale dei sensi che ci appartengono, il rumore dei passi lo immagino come un assordante frastuono nel cuore. Un po’ meno mi è piaciuta la celata consapevolezza (forse non del tutto consapevole, spero) delle cose a cui abituarsi o rinunciare. Troppo razionale.

    Ps: La frase l’ho messa alla fine perché è giusto che chi legge abbia il gusto di rimanere piacevolmente insaporito negli occhi e nella mente da parole ben più importanti delle mie. Buon pomeriggio, è sempre un piacere seguirvi.

    “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.

  • Aquila Reale

    Ho deciso dii commentare l’estratto.
    “..la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”
    Può un’unica parola racchiudere un mondo di paure? Si.
    “Sola” è la paura dell’abbandono che nasconde la paura della solitudine, la paura di non esistere. Nell’essere amati c’è la prova della nostra esistenza ma non si può vivere facendosi del male. Il distacco è una dicotomia senza anestesia, è un dolore profondo,immenso in cui ci si può perdere per sempre.
    Come si perdono il ricordo del rumore di un passo amato, di un odore racchiuso nelle pieghe di un cuscino. Pian piano tutto svanisce trasformandosi nel coraggio di continuare a vivere. Il “noi” diventa “io” nel ricordo, magari, di una canzone: “Noi due così” di Roberta Bonanno
    “…Noi due così diversi ma uguali
    insieme perchè odiamo star soli
    la vita non è così facile.”

    Già, la vita non è per niente facile!

  • roriette

    Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.

    La frase mi colpisce particolarmente perché qualche mese fa il mio ex ragazzo mi ha scritto: Sorridi come me, se l’eco dei miei passi è ancora lì, se hai pianto come me sai che l’amore non finisce mai.
    Vero, io sorridevo e piangevo come lui, me lo sentivo ancora accanto, la mia stanza ingombra di tutti i sogni sognati insieme, sempre più piccoli, appesi ormai ai granelli di polvere nell’aria, a guardarmi soffrire immobile, monotona, nelle domeniche ferme e straripanti. A guardarmi covarlo dentro di me come una compagnia estinta, senza la speranza di un inizio, a distrarmi i pensieri, impegnarmi a riemergere, perché tutti ormai mi dicono che sto bene, e io sto bene.
    A lasciare le sue cose in giro, mettermi addosso i suoi regali, chiamandola terapia d’urto, per giocare a vivere di nuovo da sola, fare finta di non pensarlo mentre rispondo e sorrido.
    A pensare che scegliere una persona da amare è anche un po’ scegliersi allora come posso io sceglierlo di nuovo e ancora, se non so conservarmi e amarmi io stessa, come posso offrirmi di nuovo a lui fiduciosa e tersa, e non piuttosto darmi in pasto, come faccio, ad altri, a chi mi lecca meglio le ferite questa sera?
    Ed è vero, l’amore non finisce mai, ma neppure ricomincia da capo.

  • maria

    “E io lo so che mi mancherà, anche se non riuscirò ad ammetterlo. Farò finta di niente, fingerò che questi anni non mi siano mai passati dentro, fingerò di averli scordati o di non averli vissuti mai. Stasera me ne andrò e taglierò tutti i ponti e vorrò dimenticare tutto, la sua faccia, la sua voce, il posto dove viveva che è lo stesso dove vivo io. Vorrò dimenticarmi anche la via di casa. Ne imparerò un’altra il più lontano possibile da qui. Vorrò dimenticare tutto e vorrò anche non tornare più. Lascerò indietro pezzi di me, e non raccoglierò nemmeno i cocci che perderò per strada. Mi starò bene così. Mi accontenterò di come sono, rotta, ammaccata, funzionante solo a metà.”

    Quando finisce una storia, non esistono nè vincitori nè vinti, ma si esce sempre sconfitti a metà. Non esiste chi ha lasciato e chi è stato lasciato, ma si è lasciati entrambi perchè inevitabilmente entrambi perdono qualcosa. I momenti insieme, le dolci risate, il miele dei baci, la tenerezza delle carezze, il camminar man nella mano guardando la luna, dormire insieme per poi far mille volte l’amore, legger un libro insieme e ritrovarsi nei personaggi, le lunghe ore a telefono, i pianti silenziosi, la gioia infinita, le indelebili foto, il correre sulla spiaggia, l’inseguirsi per poi tuffarsi a mare in un lungo abbraccio. Soprattutto il frastuono del silenzio, di mille parole non dette e dei mille sguardi che bastano solo per capirsi. Tutto questo non può essere cancellato quando finisce un amore, perchè se lo fosse, allora non è stato vero amore. Ed è dura riprendere la propria vita nelle proprie mani se manca la propria metà che per anni è stata parte di noi. E’ dura e si perde fiducia nel prossimo, ma bisogna avere la forza di realizzarsi perchè prima di poter amare una persona, bisogna saper amar noi stessi

  • eyeinthesky

    “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.

    E’ la sintesi della vita. Un attimo ed un suo colpo di spugna ci catapulta in una realtà contraria a quanto stavamo vivendo fino ad un secondo prima.
    Non ci si può far nulla, bisogna solo continuare la nostra storia terrena cullati dai dolci ricordi, consapevoli che non torneranno, ma falici di averli vissuti.

  • Giada

    “Eravamo fatti così, tendevamo a nascondere le cose difficili, ci sforzavamo di non vederle, finché non ci capitavano sotto agli occhi, finché non diventavano così grosse e cattive da prenderci a calci in faccia. Solo a quel punto decidevamo di affrontarle, e spesso era già troppo tardi.
    Era un modo come un altro per difenderci.”

    Ho scelto questo pezzo del libro perchè mi rispecchia completamente. é un brutta abitudine questa, quella di lasciare che i problemi diventino sempre più grandi perchè non si ha il coraggio di affrontarli o più semplicemente non si vuole affrontarli. Ma come ha detto l’autrice questo è “un modo come un altro per difenderci”, è un modo per rimandare quei problemi che sono troppo insormontabili per noi in quel momento anche se poi rimandarli non ci fa bene.

    “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”

    Non sempre tutto va come volevamo. A volte una storia finisce, una persone a cui volevamo tutto il bene del mondo si allontana. Dobbiamo quindi abituarci alla mancanza di alcune cose che per noi ormai erano diventate scontate. Ed è forse in quel momento che ci accorgiamo quanto quella persona era importante per noi e quento la sua mancanza sconvolga la nostra vita.

  • Raffaella Cuccurullo

    Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi (e per fortuna, lo farò per te con piacere), e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno ( mi abituerò anche a questo…) Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino , la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola…cercherò ogni modo per riaverti…

    Questo amore è troppo grande e non potrà mai venir dimenticato…in una stanza del cuore vivrà per sempre.

  • Laura

    “Lo sapevo che era difficile, ma pensavo che io gli sarei bastata.
    Io, che ci sarei stata sempre.
    Io, che non lo avrei lasciato mai.
    Io, che ho mantenuto la promessa, perchè alla fine è stato lui a lasciare me.”
    Quando si ama davvero, si ha la presunzione di poter guarire il tormento dell’altra persona, perchè si è certi di poter essere sempre presenti. La presenza e l’amore purtroppo non sempre sono sufficienti. Come nella mia storia, ad esempio. L’animo del mio uomo ha delle voragini talmente profonde che non sono riuscita a colmare. Sapevo che non lo avrei mai lasciato, qualunque cosa potesse accadere, gli avrei perdonato tutto, soprattutto i suoi momenti bui, quelli nei quali mi accusava di essere ciò che non sono. Io sapevo che quello era il modo di manifestare il suo dolore profondo e, nello stesso tempo, di attirare la mia attenzione, proprio come fanno i bambini quando se la prendono proprio con le persone alle quali vogliono più bene. Non era un caso il fatto che se la prendesse sempre con me… Mi regalava avventure fantastiche per poi sparire nei suoi tormenti e lasciarmi, a mia volta, tormentata. Ma io sarei stata per sempre con lui, sempre. Alla fine è stato lui ad andarsene.

  • https://www.facebook.com/simona.todaro.98 Simona T.

    Non avendo il libro, ho deciso di cercare sul web una citazione che lo rappresentasse e questa, con le sue parole così vere, mi ha colpita particolarmente:

    “Certe volte ti dimentichi le cose che hai vissuto.
    Le lasci da parte perché ti sembrano infantili, prive di senso, e allora le abbandoni lì a farsi seppellire.
    Le rimuovi, fino a che non succede qualcosa che te le fa ricordare.
    E allora cambia anche la visione della realtà.”

    Mi sono rispecchiata in queste parole. Mi hanno fatto ricordare momenti felici della mia infanzia, momenti semplici fatti di riunioni familiari all’aperto, piccoli viaggetti insieme (nulla di esagerato, anche una semplice giornata trascorsa allegramente in pineta tra gli alberi e serenità), la gioia di trascorrere del tempo con i propri cari senza preoccupazioni e problemi. Non ci si accorge di quanto quei momenti siano speciali ed irripetibili, sino a quando tutto cambia e sei costretto ad affrontare momenti bui e quei momenti non diventano altro che ricordi lontani, che sai non potrai mai più rivivere. È proprio in quei momenti, quando l’età adulta sostituisce l’ingenuità dell’infanzia, che ci si accorge di quanto si era fortunati a poter vivere quei momenti così semplici e di quanto si è stati fortunati.

  • Maria Rosaria Palmieri

    “Ho cercato di dimenticarlo subito. Ho cercato di far finta che non ci fosse, ma la sua faccia è rimasta dietro ai miei occhi, come quell’ustione antica, un altro dei suoi stupidi scherzi, l’ennesima affermazione del suo dominio su di me.”

    È una delle frasi che più mi è rimasta dentro nonostante le altre 319 pagine di frasi una più bella dell’altra.
    Mi è rimasta dentro probabilmente perchè l’ho letta in un periodo di vita in cui cercavo di dimenticare a tutti i costi il mio ‘Alfredo’, e quando dico che è identico ad Alfredo del libro intendo identico per davvero!!
    Cercavo di dimenticare quell’ “ustione” che mi ha provocato sul cuore, ma la sua faccia, il suo naso, la sua bocca, i suoi occhi mi sono rimasti dentro, dentro per davvero. L’ho finto morto per un po’, sono scappata dal mio paese che mi andava stretto, ma lui me lo sono portata dietro, incastrato nel mio corpo.
    L’ho finto morto, lo fingo ancora oggi morto, mai esistito.. ma poi mi basta uno sguardo, un gesto e proprio come Alfredo con Beatrice anche lui ha un dominio su di me e nonostante ci metto tutte le mie forze vince sempre e solo lui ..

  • Donatella Perullo

    Volevo che mi lasciasse andare, volevo che smettesse di stringermi in quel modo. Era diverso, non eravamo più bambini. Non mi stava abbracciando per consolarmi da un incubo. C’era una corrente sotterranea e segreta che scivolava piano nel letto. C’era il suo corpo che aderiva al mio. C’ero io che non riuscivo quasi a respirare, c’era la sua voce incerta.

    E’il momento della presa di coscienza, il momento della crescita. Un attimo fuggente in cui i due protagonisti si ‘trovano’ e si riconoscono. Continuo a chiedermi per quanto lei abbia rimpianto di non averlo accolto tra le sue braccia in quell’istante. Fino a che punto si sia resa conto che se in quel momento l’avesse tenuto stretto e avesse rinunciato al suo voler essere forte a tutti i costi, l’avrebbe tenuto con sé per sempre e l’avrebbe salvato da se stesso e dalla sua vulnerabilità.

  • Luciana

    “Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. […] Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola”.

    Penso al distacco. Quando qualcuno si allontana dalla nostra vita, tutto diventa un po’ nebuloso, confuso. I pensieri vagano, senza senso.
    Poi ci si sofferma su cose che prima non avevano importanza, che sembravano superficiali. Ma poi, la solitudine le illumina, come un faro, e noi le vediamo, le riconosciamo nel mare dei ricordi.
    e la nostalgia ci assale…

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