Titolo: Il fiordo dell’eternità
Autore: Kim Leine
Editrice: Guanda
Genere: romanzo
Anno di pubblicazione: 2013
Numero pagine: 580
Prezzo: 20 euro
Morten Falck, giovane ragazzo norvegese, lascia il suo villaggio per trasferirsi giovanissimo a Copenaghen e dedicarsi allo studio della teologia. Una volta presi i voti chiede di essere inviato come missionario nella colonia danese in Groenlandia per redimere le anime dei nativi e riportare sulla retta via i danesi che lì vi abitano. Raggiunge la Groenlandia dopo mesi di traversata a bordo di una nave dove condivide gli spazi con un equipaggio molto singolare e in compagnia di una mucca che lui stesso ha voluto portare con sé durante il viaggio. “è una cosa bizzarra e suscita le battute di spirito degli uomini dell’equipaggio ma sembra funzionare. Il comandante ha diverse obiezioni. Pensa che se davvero ci fossero dei vantaggi nel trasportare animali domestici in Groenlandia, allora il paese dovrebbe esserne pieno, mentre lassù non ha mai visto nemmeno un gatto”( pag. 89).
La mucca diventa compagna importante del giovane prete non solo durante la traversata, ma anche durante la vita sull’isola. Arrivato con intenti missionari cade invece preda di una religiosità primordiale e pagana e la sua vita si trasforma in promiscua e ambigua proprio come quella dei nativi. All’entusiasmo e sicurezza iniziale del giovane prete “queste persone senza istruzione sono come agnellini che aspettano solo un pastore che li possa guidare verso un’illuminazione e una libertà più grandi” (pag. 215) si sostituiscono incertezza e debolezza, l’animo vacilla e si adatta alle situazioni più lontane dalla fede.
Il romanzo è un racconto del quotidiano, della vita che ha caratterizzato le colonie danesi della fine del 1700. È una storia di conflitti, armi e prevaricazioni. È la storia di convenzioni molto spesso criminali della borghesia dei coloni danesi. Il tutto viene raccontato con una realtà sconvolgente e sconcertante. Il vivere precario è descritto in modo realistico attraverso racconti dettagliati sulla debolezza della carne, sessualità, moralizzazione, alcolismo, stupri e amori. “Lei è una bella donna, non si può negarlo, e ha una buona testa e larghe vedute e un’incrollabile fiducia in se stessa. Si dice che suo marito sia un donnaiolo, che abbia giaciuto con più vergini del profeta Maometto. Per questo non è né peggiore né migliore di uno qualsiasi dei danesi che sono qui in Groenlandia”(pag. 416).
Il romanzo si conclude con l’incendio di Copenaghen del 1795, incendio che distrusse la città ma che nel romanzo simboleggia la distruzione della ragione e della moralità. La lettura è scorrevole, il realismo perfetto e la scelta di suddividere i capitoli come i dieci comandamenti è vincente.