Salone Torino: A tu per tu con… don Andrea Gallo

Don Andrea Gallo ha più di ottant’anni, ma parla alla società e alla politica dei giovani, del loro futuro negato. Non può accettare che venga sbarrato il passo alle aspirazioni delle nuove generazioni da una società che dovrebbe accoglierli e guidarli e invece nega loro la possibilità di emergere e di progredire.

Al Salone di Torino gli eventi si sono susseguiti con frenesia ma non abbiamo voluto perdere l’occasione di fare una domanda a questo sacerdote anticonformista, vicino agli emarginati ma anche a tante lotte politiche in atto nel nostro paese.

Non è stato facile: il suo incontro con i lettori e i “fedelissimi” si chiude sulla poesia del grande Fabrizio De Andrè e sulle parole di Gaber: libertà è partecipazione. C’è commozione tra chi lo ha ascoltato e molti si fermano a chiedergli dediche e pensieri, non senza qualche commento su vari argomenti. Così ci parla di Beppe Grillo che “è uno  che ci crede, lo sa che le frasi che dice sono provocatorie, lo fa apposta, arriverà poi a un dialogo; per il bene del paese ci vuole unità e condivisione…”

Finalmente riusciamo ad avvicinarlo e la forza e veemenza delle sue parole ci colpisce e ci fa riflettere.

Don Gallo, che cosa uccide il futuro dei giovani?

E’ l’economia mondiale nella sua vera essenza che ormai finalmente emerge, mentre tanti anni prima studiosi ed economisti si sono inchinati al capitale. Essa uccide il futuro perché emerge la sua essenza malvagia, che è la brama del profitto. Quando dicono l’economia è contro la politica, quindi i governi si lamentano, io dico ai giovani che è falso: lo scontro è tra economia e democrazia. Se emerge via via la democrazia, cioè la partecipazione allargata di popolo che presenta i suoi diritti e si organizza, l’economia può essere sconfitta riscoprendo l’impostura, l’inganno, come è accaduto per l’inganno nucleare. Allora ecco che può emergere la strada di nuovi modelli di sviluppo che aiutino tutti a crescere, non ad alienarsi e ormai a suicidarsi. Al potere economico non gli frega niente: va avanti minacciando. Addirittura Monti dice che se non facciamo la TAV siamo isolati. Mentono sapendo di mentire! Ma come? Noi isolati dall’Europa? Siccome la  TAV finirà nel 2030 allora siamo già isolati?

C’è più di uno spunto per guardare l’attualità da un altro punto di vista….

 

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Milanese di nascita, ha vissuto nel Varesotto per poi trasferirsi a Domodossola. Insegnante di lettura e scrittura non smette mai di studiare i classici, ma ama farsi sorprendere da libri e autori sempre nuovi.

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