Uno dei momenti centrali del Salone di Torino 2012 è stata la seguitissima e molto applaudita lectio magistralis di Claudio Magris, grande scrittore e giornalista triestino, che come una moderna levatrice ha raccontato come nascono i suoi libri. <<Il testo la sa sempre più lunga dell’autore – ha esordito Magris – i miei libri nascono dal mio grande interesse per la realtà e per le persone realmente esistite>>. La produzione letteraria di Magris è davvero notevole, al pari del suo bagaglio culturale, storico e letterario che ha incantato la platea torinese. <<Quando scrivo copio la realtà>> ha proseguito lo scrittore, il quale ha fatto <<un elogio del copiare>>, raccontando la sua esperienza di bambino, che a 7 anni, copiava l’enciclopedia ed i trattati e <<persino le 334 razze canine esistenti>>. Oltre alla realtà c’è ovviamente l’invenzione, <<che serve a tirare fuori il senso delle cose>>. La città di Trieste ha influenzato notevolmente il Magris uomo ancor prima del Magris scrittore, come anche la città di Torino e poi il grande interesse per la Mitteleuropa, il centro e nord Europa. <<Quando si parte a scrivere un libro, lo si fa senza sapere di preciso dove si andrà>> ha sottolineato lo scrittore, un po’ come certi viaggi avventurosi che si intraprendono. Il viaggio ed il reportage sono un’altra caratteristica della produzione letteraria di Magris, come anche l’ironia. Per far nascere un libro si parte sempre da un forte interesse per l’argomento ma che necessita di un’occasione che faccia da levatrice. <<Quando inizio comincio a scribacchiare in modo caotico – ha raccontato Magris – una sorta di scrittura selvaggia eseguita sempre a mano, perché il ritmo della scrittura ce l’ho nella mano; poi inizia una fase molto pedante fatta di correzioni e limature>>. Tante cose e così anche i libri, nascono per casualità, istintività e spontaneità. <<Piuttosto bisognerebbe chiedersi – ha concluso Magris – che cosa si perde scrivendo>>.