Il fenomeno della pubblicazione “fai da te” dei libri cresce anche in Italia. In base ai risultati della prima indagine dell’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori sul tema “Selfpublishing o Selfprinting?” si scopre che nel nostro Paese si stampano in questo modo almeno 40mila titoli cartacei (gli unici per i quali secondo l’Aie vale effettivamente il termine di autopubblicazione), pari al 5-5,5% dei titoli in commercio oltre ad altri 6.500 in ebook. La Lombardia è la regione con i numeri maggiori, seguita a stretto giro dal Lazio: il 19% degli autori italiani selfprinting – uno su cinque praticamente – ha sede in Lombardia. Il 17, 4% viene dal Lazio, il 9,6% (a sorpresa) dalla Campania. Si tratta di una nicchia, spiegano dall’Aie, a cui guardano però anche gli editori più importanti.
Negli Stati Uniti il fenomeno è in crescita (+58% nel 2011 sull’anno precedente): nel 2010 i titoli autopubblicati erano 133.036, nel 2011 sono stati 211.269 (+58%). Il genere più popolare è quello della fiction (45%), ma in cima alle vendite c’è la non-fiction (38%). Gli e-book rappresentano il 41% del mercato in autopubblicazione negli Stati Uniti: contribuiscono però “solo” all`11% dei ricavi perché costano nettamente meno dei libri fisici. Al primo posto delle piattaforme usate per vendere e comprare libri autopubblicati c’è CreateSpace (Amazon), con 57.602 titoli; seguono AuthorSolutions`, con 41.605 titoli, e Lulu, con 30.019.
Da quanto emerge nello studio presentato a Milano nel corso di Editech2012, la Giornata internazionale di studio e approfondimento organizzata dall’Aie, meno del 10% degli autori che si autopubblicano riescono a vivere del proprio lavoro ma le possibilità aumentano nettamente nel momento in cui ci si dota di un agente che fa da tramite per l’approdo all’editoria tradizionale.
Fonte: AIE