PordenoneLegge 2017 – “seipercento”

Ho deciso di dare questo strano titolo al racconto del mio PordenoneLegge2017, che quest’anno è anche quello de “Gli Amanti dei Libri”, realtà editoriale web che ho avuto l’onore di rappresentare.
“seipercento” vuole rappresentare il numero di eventi a cui ho partecipato, ma è evidentemente falso, perché gli appuntamenti, le occasioni, le opportunità che il festival pordenonese ha offerto è incalcolabile quasi, e in continuo aumento.
Mi sono annotato sei appuntamenti in modo particolare.
E’ inevitabile e anche giusto fare delle scelte, avvicinarsi a ciò che più incuriosisce ed interessa, ed è bellissimo una volta predisposto il proprio programma, dopo averlo studiato nel dettaglio con i dovuti approfondimenti durante il viaggio verso Pordenone e aver evidenziato il percorso sulla mappa, ritrovarsi a stravolgerlo, in virtù di cambiamenti di orari, incontri che vanno lunghi perché troppo belli, code infinite all’entrata che sei così stanco da rischiare di addormentarti nell’attesa, ma soprattutto in virtù degli incontri personali fatti durante gli spostamenti da un evento all’altro.
PordenoneLegge è un festival per itineranti, per donne e uomini cui piace camminare, osservare, curiosare, e non ultimi anzi, mangiare e bere.
Corso Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele, uniti da una piccola piazza dove sorge Palazzo Badini, sede del festival, si prestano alla grande per una visita piacevolissima della città, della sua cultura, dei suoi personaggi, ospiti e non, e da quelle grandi vie che tagliano idealmente in due la città, attraverso vicoli straordinari ci si inoltra in luoghi caratteristici ed accoglienti come da tradizione.

E veniamo agli eventi di cui accennavo. Ho fatto scelte che hanno privilegiato la saggistica, il sociale, le riflessioni su letteratura, critica e scrittura e alla narrativa vera e propria ho lasciato uno spazio piccolo, ma estremamente grande in termini di potenzialità, perché sabato mattina piuttosto presto ho incontrato Andrej Astvacaturov.
Andrej è uno scrittore e filologo russo, docente universitario e membro dell’Unione degli scrittori. Ha vinto numerosi premi letterari e accademici, e come ben spiegato nella breve biografia disponibile sul sito del festival, Andrej ha dedicato moltissimo del suo lavoro, oltre che ai romanzi e alle raccolte di racconti, a decine e decine di saggi sulla letteratura americana, inglese e russa contemporanee. Una mente aperta dunque, disponibile al confronto, una persona che ha una approfondita conoscenza dell’affascinante e immensa cultura del suo Paese, ma che nello stesso tempo sa che fuori dalla Russia stessa c’è molto da conoscere e da leggere. Quando si parla di Russia si fa rotta quasi subito e quasi sempre sui temi sociali, sui diritti civili, sui temi politici e soprattutto sulla contrapposizione Est-Ovest. Ma Andrej, rispondendo ad un mio quesito in conferenza stampa, mi ha confermato che la Russia è anche altro, è vita quotidiana come quella di qualsiasi altro essere umano, é vita da narrare, racconti da divulgare, così come quelli di Andrej stesso che vi consiglio di leggere, “Falce senza martello”, raccolta pubblicato da Stilo Editrice. E’ indubbiamente più faticoso fare narrativa in Russia, perché i russi non conoscono la narrativa europea, americana (forse di più), mondiale. E in questo senso Andrej Astvacaturov ha fatto e continua a fare un grande lavoro.

Avrete già capito a questo punto che tanta saggistica si, quest’anno, ma l’incontro “narrativo” ha ottenuto un punteggio altissimo.
Altissimo è stato anche il livello dell’incontro con Soyinka Wole , niente meno che Premio Nobel per la letteratura 1986, primo scrittore africano a riceverlo, e considerato uno dei più grandi scrittori viventi. Di recente ripubblicazione uno dei suoi libri più noti “L’uomo è morto”, titolo mai così attuale come oggi da molti punti di vista, tanti toccati dallo stesso premio Nobel durante l’intervista che ci ha concesso, non ultimo quello delle migrazioni che lo ha coinvolto e lo coinvolge in prima persona.
Gli altri quattro eventi cui ho avuto il piacere di partecipare, ve li racconterò meglio in occasione delle recensioni dei rispettivi libri presentati:
– ho conosciuto Pino Roveredo che accompagnato dalla direttrice del carcere di massima sicurezza di Tolmezzo (UD), ha presentato il suo nuovo libro “Ferro batte ferro”. Un incontro sul tema delle carceri, ricco della presenza di tanti studenti, un incontro che andrebbe proposto in tantissime scuole.
– ho avuto l’enorme fortuna di ascoltare incantato le parole di Massimo Onofri e di chiacchierare un po’ con lui a quattrocchi di recensioni. Che dire? Enorme.
– ho assistito nei locali di un ex-convento ad una lezione di lettura, dello scrittore Davide Lodge. Una vera goduria.
– ho raccolto l’invito alla positività, alla speranza, all’impegno del filosofo Ermanno Bencivenga. Coraggioso.

Rinnovo i complimenti sinceri agli organizzatori di PordenoneLegge, ai volontari, a tutti coloro che permettono questa bella manifestazione culturale.  Grazie.

Claudio Della Pietà

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