
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 448
Prezzo: € 16,00
Non c’è nulla come un romanzo giallo di Alessandro Robecchi a darti la sensazione di entrare in un universo noto e al tempo stesso sconosciuto. All’inizio, sembra non esserci alcun collegamento logico fra gli eventi narrati, ma in fondo non è così anche la vita? E poi, alla fine, tutto torna.
La quarantenne Teresa tira l’esistenza con i denti. Sola, alle spalle un matrimonio fallito con un piccolo imbroglione da quattro soldi, donna delle pulizie a ore mal pagate in case e uffici e con sveglia spesso alle cinque del mattino. Ma neppure le sere della domenica si salvano. È allora che bisogna pulire gli uffici della sede milanese della IGO, Italiana Grandi Opere, ditta che costruisce strade, ponti e dighe ovunque nel mondo, con casa madre a Roma. Teresa ha quasi finito, ma la guardia giurata Di Nardo arriva trafelata: ha visto qualcuno scappare nei monitor di sorveglianza. Anche a Teresa sembra di aver visto qualcosa, ma tace e va a buttare la spazzatura quando inciampa in un sacchetto azzurro. D’istinto lo mette in borsa. La sorpresa l’avrà a casa. E che sorpresa!
Carlo Monterossi è alle prese con l’ultima follia dell’immarcescibile Flora De Pisis, regina incontrastata del programma Crazy Love, creato, ahimè per lui, proprio da Monterossi. Stavolta nel paese di Zelo Surrigone alle porte di Milano, un crocifisso alto un metro e di pregevole fattura s’illumina da solo e pare faccia miracoli. Le folle disperate accorrono, i miracoli si susseguono per la fortuna economica di tale don Vincenzo e della sua compagna, una ex porno star pentita. Come non utilizzare questa vicenda superlativa per il programma?
Ma Monterossi è anche socio dell’agenzia Sistemi Integrati insieme all’investigatore privato Oscar Falcone e alla ex poliziotta Cirrielli. A loro, il direttore della IGO, ing. Benaldi, commissiona le ricerche per il furto subìto nella notte di domenica.
Intanto – e sembra di ascoltare una musica in contrappunto – il sovrintendente Ghezzi e il collega Carella girano per Milano. Il capo Gregori gli ha affidato una paccata di denunce che da tempo giacevano a prendere polvere negli uffici della questura. Roba da poco, indagini che li portano a conoscere miserabili dalle vite ancor più miserabili, pesci piccoli per l’appunto, piccoli ladri, piccoli imbroglioni, malfattori da quattro soldi che i due quasi si vergognano di perseguire o arrestare. Come l’ex marito di Teresa, Franco Sanacore, che nella sua tipografia stampa falsi bollettini postali. E Carella chiosa:
«Siamo sempre nel ramo ladri di polli, eh, Ghezzi. I delinquenti veri staranno ridendo, mentre si comprano la Maserati». (pag. 203)
Poi Monterossi, per una serie di motivi, incontrerà Teresa con tutti gli annessi e connessi del caso; risolverà, sebbene con interno disgusto, i problemi sorti a Crazy Love a causa del miracoloso crocefisso; prenderà una parte molto attiva nella soluzione del furto alla IGO. Il tutto accompagnato dalle meravigliose parole di Bob Dylan e dagli spettacolari piatti preparati da Katrina.
La prosa di Robecchi è un colpo di tramontana che soffia su ciascun personaggio e ne scompiglia la vita, i desideri, le speranze. I suoi romanzi hanno ogni diritto di chiamarsi romanzi sociali e come tali sono da leggere. Il sottotesto è fin troppo chiaro: viviamo in una società dell’apparire, del vuoto pneumatico di pensiero logico, di eccessiva velocità e nessuna memoria. In una società profondamente ingiusta dove a essere truffati, presi in giro e inascoltati sono sempre gli ultimi. Proprio sempre? Vedremo.