Autore: Jean - Paul Manganaro
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Il Saggiatore
Genere: saggistica
Pagine: 191
Prezzo: € 19,00
«Conoscere Carmelo Bene non significava conoscere una persona, ma conoscere un insieme particolare del molteplice, risolto in una singolarità tra le più selvaticamente complesse espresse dalla nostra epoca, intrisa in lui di un’italianità specifica, che non somigliava alle altre. Forse è necessario allora assumere il significato di rimemorare come quello di commemorare, rivivere assieme ciò che a prima vista sembra retaggio comune».
Da anni aspettavamo il libro definitivo su Carmelo Bene. Molto è stato scritto sul suo genio e sulla sua arte. Si sono sprecati fiumi di parole sulla sua personalità eclettica, quasi nessuno ha centrato il cuore delle problematiche beniane.
Adesso arriva Oratorio Carmelo Bene, l’autore è Jean – Paul Manganaro, professore emerito di Letteratura italiana all’Università di Lille. In francese ha tradotto i libri di Gadda, Tomasi di Lampedusa, Calvino, Testori, Del Giudice, e ovviamente le opere di Carmelo Bene.
In queste pagine, sentite e poetiche, l’autore per esperienza diretta attraversa il mondo del grande genio salentino e ci dona tutti i tremendi colpi d’ascia della sua arte insieme alla sua oscenità necessaria del poetico. Ci mette in contatto con il grande attore e con il suo teatro, con l’uomo diseredato di se stesso, unico come fenomeno che è il fenomeno dell’unico.
Manganaro entra nell’oltre scena del teatro di Carmelo Bene, ne apre le porte maledette da cui vengono fuori i sordi rumori di scena e la grande arte di Carmelo con tutti i vuoti che crea intorno al proprio incessante sillabarsi che si nutre di un pensare dell’intenzione d’origine, quel geniale pensare senza mediazione, senza il sostegno di nessuna metafora, una cosa scagliata, lanciata contro e addosso affinché sia ricevuta tale e quale.
«C’era in Carmelo Bene – scrive Manganaro – il lato misterioso e sintomatico del monstrum, imprecatore, radicale, insubordinato, ribelle contro ogni forma di «tolleranza», che si mostra mostrando, che scaglia la sua imprecazione in scena. L’imprecazione, che avviluppava il suo corpo e le sue gesta di scena, la sua voce, l’atto, la lingua necessaria al fatto di trovarsi in quel luogo, l’emanazione diretta, senza trascendenza, si giocava – o era giocata – anzitutto sulla scena, come unica testimonianza possibile della storia del tempo della sua formulazione, ed era dunque, a modo suo, politica».
Jean – Paul Manganaro smonta e rimonta la macchina attoriale di Carmelo Bene come pochi hanno saputo fare ci mostra la lingua italiana esemplare del Genio, una lingua poetica, esemplare e squillante nella sua stesura che assorbe le necessità del dire e del pensare in qualcosa che è sempre essenziale e soprattutto capace di esprimere una poesia libera da ogni metafora, da ogni peso superfluo o indecente.
Una lingua barbara transeunte attraversa la quale Carmelo devasta il corpo, la scena e il teatro, non per distruggere né dissacrare, ma per depensare e disorganizzare, strappare tutto all’organizzazione, disorganizzare in quanto sistema sociale chiuso.
Manganaro, che ha conosciuto il maestro, nelle pagine di Oratorio Carmelo Bene ci mostra finalmente lo schianto e lo scandalo del suo genio che attraverso la sua lingua si sentiva colare addosso il sangue dei poeti.
Carmelo Bene lo choc vivente, lo choc che inchioda, l’impensabile che ti appare davanti agli occhi, senza tregua l’uomo singolare e unico che nella sua vita ha sempre seguito il fondamento essenziale della sua arte: devastare il corpo fino a apparire alla Madonna.
Oratorio Carmelo Bene è un libro straordinario in cui troveremo tutti gli eccessi di un grande poeta e le parole di un genio che ha riletto il mondo fuori dal banale e dall’ovvio, trasformando la sua voce irriverente in un gesto.