
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 366
Prezzo: € 17,00
Tornano, più scatenate, polemiche, intuitive e agguerrite che mai, la Signora e Andrea in una nuova avventura creata dalla penna magica di Patrizia Rinaldi. Con loro, la strana creatura senziente fuggita da un circo, metà gatto e metà chi lo sa, Donna Achille, la domestica Mariarca i cui messaggi scritti sono pura poesia, il potente e misterioso Marzio Mansi ormai perdutamente innamorato – ma forse neppure lui ne è davvero cosciente – di Andrea, e Naso di Cane, il boss che per la Signora si butterebbe nel fuoco. Modestamente.
Stavolta è proprio Mansi a catapultare Signora, Andrea e Donna Achille dalla cabina a mare che ormai felicemente abitano, su un’isola – un mare di pietra circondato da mare vero – collegata alla penisola sorrentina da un pontile. Lí, anni prima, un industriale della carta aveva fatto costruire una delle ville più belle ed eleganti di tutta la costiera: Villa Genziana. Villa poi venduta e rivenduta più volte dai successivi proprietari a causa di una diceria sulla malasorte da cui era colpita, fino ad essere acquistata, grazie a un prestanome, dal fantomatico XY, nemico giurato di Mansi e villain a tutto tondo per traffici illeciti, crudeltà e totale mancanza di remore. Ora la Villa è diventata un luogo di perversione e orrori senza nome:
“…Villa Genziana non era un residuo di lusso ottocentesco, ma un approdo di contrabbando su uno dei mari più cantati, più ammalianti.” (pag. 167)
Persino la sua ultima manager, Gada di Spagna, sembra sparita nel nulla: uccisa o scappata all’estero? Al suo posto, il maître Mario De Lucia. Ospiti semi permanenti Tony Guazzo, medico e faccendiere, Karl Fischer, docente universitario e voyeur, Rosita Santos, soi disant famosa cantante sudamericana, Vittoria Riccardo, prostituta d’alto bordo e altri che i lettori scopriranno. A nutrirli e accudirli – si fa per dire – la cuoca sorrentina Susù Spinosa (di nome e di fatto) la cui unica debolezza si manifesta verso gli ultimi e i bambini. E sebbene abbia avuto l’ordine di prendere solo personale ricattabile e di pessimi costumi, non ha resistito a salvare Malaika Noor, gigantessa nera, dal passato triste, fragile e disperata. È in questo contesto che la Signora e Andrea, entrambe sotto mentite spoglie, vengono spedite a indagare sui loschi traffici di XY e sulla sparizione di Gada, nonostante le rimostranze della Signora verso Manzi:
“E lei, grandissimo galantuomo, manda due donne sole, che hanno avuto appena dodici mesi per prepararsi al nuovo lavoro di investigatrici, a ispezionare il cataclisma.” (pag. 66)
I fortunati lettori di questo giallo si preparino, a loro volta, a vederne delle belle!
Patrizia Rinaldi usa le parole come spade o come fiori, taglia o incanta a seconda del momento, ma sempre in modo sublime e perfetto. Per non parlare dell’uso di un classico topos del romanzo giallo: la casa che sembra animarsi di vita propria e che riflette il male di chi la abita. Il tutto in palese contrasto con la trionfante natura da cui è circondata. Altro elemento di questo libro singolare è l’attenzione per la figura della Madre, reale o posticcia poco importa, il cui rovello profondo è come salvare dalla morte i propri figli dopo aver dato loro la vita.