#librodicapodanno: incipit cercasi

Proprio la mattina di Capodanno, la nostra redazione ha voluto dare il via ad una sorta di gioco di scrittura, invitando i lettori a postare su facebook e twitter il proprio incipit al #librodicapodanno.
Iniziare a leggere o a scrivere un nuovo libro significa spesso tuffarsi dentro avventure che suscitano emozioni simili alle attese sull’anno nuovo. Ci si sente ricchi di progetti e carichi di speranze, si vogliono imprimere chiare direzioni e conoscere meglio i compagni di viaggio. Allora perché non provare a dare forma a tutto ciò con le parole, secondo lo stile che ognuno sente più vicino? Si parla di sensazioni ed emozioni, immagini fugaci e quotidianità dai toni forti.
Chi vuole può ancora aggiungere il proprio incipit commentando questo articolo: in fondo, ogni giorno si può iniziare una nuova avventura… e un nuovo libro.

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Il profumo intenso della carta umida fra le mie mani impregnava l’aria circostante, intimandomi con pungente insistenza… (via @ChiamatemiJack)

E finalmente il 2013. Apro la finestra per respirare il nuovo anno. Piove a dirotto. La chiudo e torno a letto. (via @maledettoscano)

Era uno di quei giorni resi speciali sia dal calendario che dallo stare insieme. Allegri. Quando squillò il cellulare… (via @SimoneFunghi)

C’era una volta un mondo di sogni… (via @MLonni)

Un lungo sterrato, delle spighe lunghe e dorateai lati ed un sole che bacia, come se fosse la prima volta. (via @EMarsella)

La mattina era fredda, il silenzio assoluto (via @ettorerivarola)

Cari italiani, voglio raccontarvi una storia. Si intitola “Dal bunga bunga al banka banka” (via @exprofcasapens)

Dal grande divano di casa, il piccolo Emanuele osservava i fuochi pirotecnici del primo dell’anno. Un ticchettio… (via @labiontina)

Era il 1 gennaio 2013. Il sole non era ancora sorto, ma Anna stava seduta sul letto ad ascoltare il rumore dei sogni che cadevano e si infrangevano sugli scogli davanti alla sua finestra. (via Francesca Barsotti)

Era facile pensare che tutto sarebbe cambiato. Aveva appena varcato la soglia tra il vecchio e il nuovo anno e già la speranza in un cambiamento si stava prendendo gioco della sua anima… (via Donatella Pes)

Semplicemente un nuovo anno, vestito di quella speranza che addobba ogni capodanno, carico di luce e colori. Eppure un’ombra incombeva. Sapeva che quell’anno qualcosa di profondamente triste avrebbe portato. Che quel vestito scintillante prima o poi sarebbe stato deposto. Si girò, fece un sospiro e afferrò il calice rimasto a metà la sera prima, e finì di brindare. Alla vita. Comunque. (via Angela Sciascia)

C’era una volta e adesso non c’è più, la mattina del primo dell’anno di tanti anni fa, quella magica e da sogno che noi tutti vivevamo nei bellissimi anni ’80. Era ogni anno la migliore mattina di tutti gli anni, per le luci, per la gente, per il pandoro inzuppato nel latte; o forse perché nessuno aveva il fantasma del passato pentito che gli pesava sulle spalle, o perché non vi era in agguato l’ombra paurosa di quel futuro incerto, così incerto che nessuno aveva neanche il coraggio di immaginarlo. Le persone non hanno più la capacità di vedere oltre il visibile per la paura che quello che si sono immaginati non si avveri, o al contrario per la paura che si avveri. La fede, e non solo quella in Dio, sono morte. (via Dilva De Silva)

Scrivere e poi cancellare e poi riprovarci ancora, non era stanca, non poteva esserlo, quello era un giorno speciale. Ogni piccola goccia di vita che si sprigionava da esso aveva una sua anima, un suo perché, lasciarle scivolare via senza coglierle sarebbe stato come far morire le piccole luci fatue spuntate improvvisamente dal nulla pronte a illuminare con l’azzurro delle loro fiammelle ciò che non sarebbe stato visibile altrimenti, ciò che sarebbe passato inosservato, dimenticato. Non poteva, non quel giorno, non il primo giorno dell’anno così scriveva e poi cancellava e poi riscriveva… (via Marina Lisi)

Il sentiero non era stato tracciato, i piedi affondavano nella neve e Marina aveva freddo. (via @pinky06_sere)

Era il momento di riordinare i fogli e cambiare l’agenda, nel silenzio… con un anno della sua vita tra le mani. (via @FedericaVilardi)

Quando mi sono resa conto di amarli tanto? Dal primo momento quando mi sono stretta per fare posto a loro. (via @DaniellePennac)

Al Gin il sorso dopo sorso diventò presto impellenza. La guardia lo sgamò che pisciava su una decapotée, la prima del 2013. (via @isola44)

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12 Responses

  1. dirx ha detto:

    Quando usciamo la luce ci arriva addosso come una morte senza dolore, mentre Fiora continua a guardare verso di me e sorridere…

  2. Giulia ha detto:

    Ahahahah!! Maaaassè! Che onore! 🙂 Questo sì che è un buon inizio! 🙂 grazie! <3

  3. eli ha detto:

    Più Giulia si guardava attorno e più tutto le sembrava uguale: rumori,bicchieri, parole, volti, suoni. “Anno nuovo, vita vecchia”, pensava. Ed un altro paio di mutande rosse. E’ sempre colpa di quella assurda speranza, che ogni anno ti sussurra nelle orecchie che ciò che ti aspetta sarà migliore di ciò che hai ora. Un conto alla rovescia che sembra cambiarti la vita. Giulia sperava: tre, due, uno… Un’esplosione di fuochi, auguri, auguri, auguri, baci, abbracci. La delusione: “Anno nuovo, vita vecchia”.
    Accade però delle volte che un petardo scoppi quando tutti pensano ormai che non esploda più: buuum… Improvviso, inatteso, ti fa sobbalzare e scuote anche l’animo più spavaldo. Buuum…
    Forse non tutto è uguale a prima, forse qualcosa sta per cambiare. Per Giulia questo capodanno non è solo un paio di mutande in più.

  4. Fatima ha detto:

    Si avviarono lungo il viale del parco. I loro passi erano accompagnati dall’abbaiare dei cani e dalla luce colorata del tramonto, che disegnava le ombre allungate sulla bianca ghiaia. Nel silenzio delle parole, erano in ascolto l’uno dell’altra. Avevano percepito che quell’incontro non era casuale. Camminando tra i ruderi antichi e i primaverili alberi, il sentiero li condusse verso un’altura…

  5. Tina Labriola ha detto:

    Caffè bollente, nero come quello della Mannoia. Quel burlone di Babbo Natale sorrideva dalla tazza natalizia stretta fra le mani. “Che hai da ridere?” si ritrovò a pensare. Il naso appiccicato ai vetri della finestra, ne sentiva piacevolmente il freddo e l’umido, per strada non passava ancora nessuno. Era iniziato un altro anno ed era tutto così uguale a ieri! Per questo nuovo anno non ci aveva nemmeno provato a fare un elenco di buoni propositi, di progetti, di speranze, meglio, meno delusioni sicuramente! Sarebbe stato un anno di merda come tanti altri.
    Strinse la tazza per scaldarsi le mani e sorrise sentendo l’arrivo di un messaggio al cellulare. “Con calma, lo vedrò dopo con calma” forse una pubblicità, gli auguri del gestore telefonico, la risposta ai suoi auguri di qualche conoscente, chissà…… forse no… forse no”.

  6. Dory ha detto:

    “Annie, per favore, vieni qui, devo mostrarti una cosa.”
    La voce dura e severa di Marianne ruppe il silenzio ovattato che fino ad allora aveva regnato nella stanza.
    Il suo non era un per favore, ma un comando, come sempre.
    “Che c’è, mamma? Sto cercando una cosa su internet, non puoi farmelo vedere dopo?”
    “Vieni subito qui!”
    Rassegnata, Annie spense il computer e si avvicinò alla madre.
    Non sapeva che sarebbe stato l’inizio dei suoi guai.

  7. Anna ha detto:

    Salivano fin lassù vampate di calore appiccicoso e acri effluvi di smog irrespirabile.

  8. La signora delle camelie ha detto:

    Potrei fare un elenco infinito di cosa non sono, di cosa non faccio e non farei mai, di cosa non mi piace e delle idee che trovo ridicole o utopiche; ma se mi si chiedesse chi sono, probabilmente non sarei in grado di rispondere.

  9. Tiziana ha detto:

    La spiaggia era tornata silenziosa e gli avanzi dei bagordi riportavano a nostalgie di spensieratezza e superficialità.
    La notte dei cocktail in una mano e i “farò” nell’altra era passata.
    Lucio stringeva forte la manina del suo piccolo uomo: s’inteneriva nel guardare le impronte che lo seguivano, s’incupiva per quelle assenti.

  10. ellebi ha detto:

    Nonostante fosse il primo giorno dell’anno si sentiva stanca e stropicciata.
    Guardò fuori dalla finestra ed era ancora tutto buio e silenzioso,poi accese il telefono nella speranza di leggerlo mentre tutti ancora dormivano.
    “Ciao elle, buon anno, mi sei mancata stanotte”
    e anche se era il primo giorno dell’anno lui c’era ancora e ci sarebbe stato per tutti quelli a seguire..
    Sentì un rumore, nascose frettolosamente il telefono in tasca e si girò..
    erano tutti svegli e la sua prima giornata del 2013 ebbe inizio.

  11. eyeinthesky ha detto:

    E’ bello camminare nei vicoli della Roma più vecchia in una domenica dal cielo terso, quando ancora tutti dormono e la tramontana si insinua tra un vicolo e l’altro … è bello lasciarsi cullare dal rumore rimbombante dei nostri passi calmi e pacati .. da quanto non me ne accorgevo! Fermarsi a guardare lo scorcio del sole che spunta dal Campidoglio e stende i suoi materni raggi sulla nostra città, godersi il silenzio ed il lento scorrere delle cose, quando vengo attirata da un rumore conosciuto ma indecifrabile. Fatti pochi passi in direzione di esso e scopro che qualcuno ha dimenticato su un parapetto un libro!

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