L’ElzeMìro. Zin zan zen

BA 10

Si racconta che ordinato dal suo priore alla cura del giardino nel tempio, un giovane monaco, dopo attento lavorìo riuscì a rendere il giardino stesso bello e pulito e ordinato come l’acconciatura di una giovane dama, anzi meglio, pensò il ragazzo a lavoro terminato. Lieto e dolcemente orgoglioso di tanto risultato, e per dirla tutta anche rasato di fresco a modino, il giovane andò in cerca del maestro ma questi, come era solito ma nei momenti più imprevedibili della giornata, era entrato in meditazione, sicché c’era da attendere che ne uscisse. Per ingannare l’attesa, che non è facile da ingannare, anche il giovane sedette sul cuscino d’ordinanza* a rispettosa distanza dal priore e, lottando con se stesso per non tornare ogni volta con l’immaginazione alle proprie aspettative di lodi e soddisfazione personale, molto poco per volta, finalmente si staccò dalle sue speranzelle e gli riuscì di accoccolarsi in una quiete vigile e svagata.

Dopo alcune ore, quando maestro e allievo  lenti lenti si alzarono ed ebbero compiuto gli esercizi per sgranchire le gambe**, finalmente andarono e in silenzio al giardino; il silenzio non era indispensabile ma si sa che i maestri sono di poche parole soprattutto per evitare di rispondere a domande sulle scena delle quali chi le formula ha già abbassato il sipario delle proprie risposte. Il giovane era fiero di poter mostrare al priore il suo umile ma perfetto lavoro ma questa fierezza sapeva di doverla domare con quella che altrove, in altri mondi si sarebbe chiamata signorilità. Sì, sembra perfetto, declamò il maestro con la sua voce più flautata, Ma dammi il sacco delle foglie morte. Senza pensarci su il ragazzo andò a prenderne il sacco delle foglie e lo portò al maestro. Allora, esclamò questi dando di piglio al sacco e lasciando che con un sol gesto una gran nube di foglie piovesse sul giardino, Ecco, ora è perfetto. 

Ciò che la tradizione non racconta è quanto tempo impiegò il ragazzo a misurare ed apprendere l’arco di cerchio che aveva provocato la disposizione di tutte quelle foglie a terra e a duplicarne il gesto nel tempo a beneficio del maestro.

FILETTO alle 14.29.30
Junichiro Tanizaki – Il libro d’ombra –Bompiani
Kakuzo Okakura – La cerimonia del tè – Feltrinelli
Kim Ki Duk –Primavera, estate autunno inverno
*Lo Zafu
** Il Kinhin

BA 10

Pasquale D'Ascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi di questa rivista  sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito

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14 risposte

  1. Biuso ha detto:

    Magnifico racconto e dunque magnifico incipit dell’L’ElzeMìro

  2. Ambra D'Amico ha detto:

    Grazie Pasquale. Eviterò di omettere foglie dal mio terrazzo fino a che non avrò appreso la tecnica del lancio circolare. E nel frattempo sprimaccerò il cuscino d’ordinanza, perchè questo è importante. Aspetto il prossimo.

    • D'Ascola ha detto:

      Grazie a te Ambretta gentile. Sul cuscino ho un aneddoto succoso da contarti. A presto. Ti aspetto. Grazie ancora per la visita.

  3. Luisa Sparavier ha detto:

    Ho letto e sto metabolizzando lentamente così me lo godo a lungo. Grazie.

    • D'Ascola ha detto:

      Grazie Luisa; diciamo che si tratta di lettura a rilascio prolungato allora, come il Voltaren 1000 cps. gastroresistenti. Se il godimento è simile, è la domanda che interroga il paziente voluttuoso. Grazie ancora PEGD.

  4. Mario Valente ha detto:

    Carissimo Maestro D’Ascola, ho letto con interesse e piacere il Suo ultimo ElzeMìro e constato con immutata invidia che la vena creativa non è per nulla affatto minimamente incrinata, anzi…è con mia stupefatta ammirazione – che s’accompagna alla sempre benevolente invidia di cui sopra – irrobustita e promette altre scorribande nei depositi delle figure della più blasonata tradizione letteraria italica e straniera. Auguro perciò al prolifico autore e versatile lo sfondamento della linea Maginot degli istituzionali protetti e segregati premi letterari più ambiti.

    • D'Ascola ha detto:

      Carissimo Professore, sentivo la sua mancanza ed ecco qua, con grande gioia torno a leggerla e le prometto altre scorribande tra blasoni. L’attendo dunque alle colonne d’Ercole delle due prossime settimane, senza promettere ma mantenendo la barra sulla rotta. Quanto alla Maginot, lei sa bene che rimase intatta e aggirata con molti cippirimerlo agl’Immaginati da parte dei catafaratti Überalles. Differenza con questi ultimi, io non ho divisioni panzer da muovere. “Lei m’intende”. Con la speranza che i fati non le siano avversi, se me lo permette l’abbraccio. Good night and good luck. D’As.

      • Mario Valente ha detto:

        Carissimo Maestro D’Ascola, so bene che Ella non avendo a disposizione per il sacrosanto Blitzkrieg di aggiramento le Panzerdivisionen vedrassi quasi compiaciuto a dare colpi di maglio nella barriera coriacea ed indigesta delle supreme assisi letterario-istituzionali – ormai orbate tra l’altro della veneranda esimia figura di Tullio De Mauro -, ma sull’esempio dell’oraziano – così parmi ricordare, se non sbaglio (cosa non improbabile) – “gutta cavat pillam”, prima che si faccia sera, certo sono che arriverà a Parigi in un “Fiat” (anche se sarebbe più gustoso arrivarci in Ferrari sebbene oggi giorno non faccia più notizia), mentre l’umile officiante in Metastasii coena sta cercando di evitare l’affollarsi sulla sua strada di diversi tipi fatici in “gurgite vasto”, of course. Good night and good luck con abbracci ricambiati!

        • D'Ascola ha detto:

          Ah De Mauro, grande italiano. Quanto a Parigi, vedrò se arrivarci con la mia Skoda skodinzolante skodina da soli 50 cavalli che va piano, sana e lontana. Un nuovissimo saluto, mi ricordi a Metastasio ed eviti i tipi. D’As

          • Mario Valente ha detto:

            grazie al nuovo asse franco-tedesco la Skoda skodinzolante andrà benissimo, mentre per il resto ho già trasmesso a don Pietro i Suoi saluti che sempre attende di conoscerLa personalmente, mentre il sottoscritto officiante fa continui slalom tra le insidie delle multiformi bande di assatanati malfattori “istituzionali” e strafottenti. Again, good morning and good luck!

          • D'Ascola ha detto:

            Capisco bene, have a new good morning e good luck.

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