Julian Fałat (1853 -1929) – Ritratto del conte Antoni Wodzicki - 1900 – Galeria Malarstwa Polskiego
Difficile indovinare perché… e da quale e da quanto risentimento della propria nazione interiore mosso, perché un uomo avanzato negli anni con immaginabile prudenza, corazzato nel suo cappotto blu marino, eredità al vederlo di un suo o non più suo remoto evo più che di un avo, liso il cappotto e forse anche l’uomo al bordo delle maniche, così da mostrare sotto il blu il bianco del fusto, bavero aperto sul pavese di una sciarpetta impettita, cappello a tesa stretta di lana cotta chiara in capo perché, quasi fosse votato ad essere bersaglio di frecce sinistre e roventi, modernità o alterità chissà perché dunque, e da che cos’altro infine se non da un suo motore immobile quell’uomo sia stato spinto a muovere dalla fonda di un probabile quanto passabile condominio ai rivi scoscesi di un largo prato brinato, dalle basse e dall’alte maree e dalla secche di un indicibile rammarico a una pallida plata sotto lune d’argento sì ma, frigide… Difficile indovinare perché, risponderà interrogatosi da sé il poliziotto all’osservare quell’uomo, affondato nel fosso là in fondo, alla fine del prato.
Il due di maggio del millenovecentottantadue, alle 15:57 ora delle Falkland, sui bordi del basso fondo di Burdwood, 200 miglia incirca a sud da quelle isole, carichi ognuno di 363 chili di ciclotrimetilèn-trinitroammìna-trinitrotoluène-alluminio, nome commerciale Torpex, il sottomarino inglese HMS Conqueror lanciò tre siluri MK4 contro l’incrociatore leggero General Belgrano, in capo alla formazione navale 79.3 dell’Armada Argentina. Dei tre si sperse il primo ordigno, un altro colpì la prua del General Belgrano ma la corazza interna resse, come freccia rovente gli s’infilò nel fianco l’ultimo che al deflagrare polverizzò la sala macchine e la mensa e un’eruzione salì dritta in coperta, dritta per una voragine di fiamme e di ferri; col fumo incandescente si fuse la densa notte australe e il buio mare aperto irruppe nella nave. Alle 16:24 l’ordine di abbandonarla.
Trentasei minuti dopo, il General Belgrano filava a fondo per quattromila metri e là, a 55°24′S., 61°32′W, qualcuno li cercasse, ne troverebbe ancora i resti, d’acciaio e forse d’ossa. Morirono uomini 323, 772 furono salvati in mare. Le due mascotte di bordo, un cane e un gatto, cieco di un occhio questo, che nella mensa vuota si rallegravano della loro pappa, evaporarono con i cuochi su su per i ponti e oltre verso le indomite stelle.
Gustav Mahler – Sinfonia n°6/Claudio Abbado –
https://www.youtube.com/watch?v=YsEo1PsSmbg
Mario Soldati – Le miserie del signor Travet –
https://www.youtube.com/watch?v=Tt8C8sm3HGk&index=25&list=WL
Nicolaj V. Gogol’ – Il cappotto – Feltrinelli
Pasquale D’Ascola – Il viaggio di Cecchelin e Cyrano – Dante Alighieri
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