
Autore: Kent Haruf
Casa Editrice: NN editore
Genere: narrativa contemporanea
Traduttore: Fabio Cremonesi
Pagine: 176
Prezzo: 17.00€
Dopo la famosa e amatissima trilogia della pianura arriva finalmente in Italia l’ultima opera di Kent Haruf: Le nostre anime di Notte, un’opera postuma che ci riporta per l’ultima volta a Holt, un viaggio per i nostalgici e per i curiosi che vogliono immergersi in questo paesino che possiamo conoscere solo nelle pagine di Haruf. Personalmente rientro nell’ultima delle categorie, nonostante le ottime recensioni sulla trilogia della pianura ho preferito testare il territorio con quest’opera postuma che non solo ti rapisce ma ti fa innamorare completamente della scrittura di Haruf, per cui se la domanda è: inizierai a leggere le altre opere, la risposta è: assolutamente sì.
Protagonisti di questa storia sono Addie Moore e Loius Waters, una donna e un uomo in là con gli anni entrambi vedovi, che hanno passato la vita uno di fronte all’altro, senza mai il coraggio di guardarsi. Per vincere la solitudine i due iniziano a frequentarsi, finchè Addie azzarda un’assurda, per lei, richiesta: passare la notte insieme, semplicemente, uno accanto all’altro per affrontare le tenebre con racconti di vita. Loius inizialmente dubbioso cede alla richiesta di Addie, senza poche difficoltà, che aumenteranno sempre più con l’arrivo di Jamie, il piccolo nipotino di Addie.
“Smisi di provare a sistemare le cose e ci adagiammo in una lunga vita cortese e tranquilla…
Ti prendi cura dell’altro quando sta male e di giorno fai quello che pensi sia il tuo dovere…
Anche se non è stato un bene per nessuno dei due, abbiamo passato tutto quel tempo insieme. È stata la nostra vita”.
Da profana per quanto riguarda Ken Haruf non posso esprime un opinione se questo libro sia più o meno bello rispetto a quelli delle trilogia, personalmente mi sento di dire chi se ne importa, Le nostre anime di notte è un libro bello, di cui ce ne sono pochi, capace di risvegliare l’amore per la letteratura e per la vita. I due protagonisti hanno la straordinaria capacità di far riaffiorare nel lettore la gioia delle piccole cose, cose che nella vita si danno per scontate qui vengono innalzate a massima espressione di felicità; come il semplice dormire insieme. Senza doppi sensi, semplicemente stendersi nel letto, mano nella mano a parlare, per affrontare insieme le tenebre, quelle che a qualsiasi età fanno sempre paura.
Le nostre anime di notte è un libro che non ti aspetti e da cui non sai cosa aspettarti, ti rapisce con la sua semplicità e con la sua narrazione fluida che in un attimo ti stravolge la giornata.
Questo romanzo breve è uscito nel 2015 postumo alla morte dello scrittore, qui viene raccontato un brevissimo scorcio di vita, un’estate che ha il profumo dell’autunno, la consapevolezza che l’immortalità è stata solo un sogno e non resta quindi che unire due anime per affrontare insieme la vita che rimane. Oltre ad Addie e Louis entra in scena la famiglia del figlio di Addie, ma in particolar modo Jamie, il nipotino, che seppur per breve tempo sconvolge la vita dei due anziani fino a non poterne più fare a meno. Dolcemente lo scrittore inizia verso la fine del libro a prendere le distanze dai due protagonisti fino alla dolce conclusione, le loro conversazioni notturne di una vita che sembra infinita riecheggiano nel silenzio della stanza, “Ti spedirò i miei buoni pensieri dall’altro lato del letto” e questo può bastare davvero per sempre.
Un libro consigliatissimo per chi desidera ritornare a Holt ma anche per chi, come me, non c’è mai stato, per assaporare quella bellezza stilistica rara che pochi autori contemporanei sanno trasmettere.
“Che altro vuoi sapere?
Da dove vieni. Dove sei cresciuta. Com’eri da ragazza. Com’erano i tuoi genitori. Se hai fratelli e sorelle. Come hai conosciuto Carl. Che rapporti hai con tuo figlio. Come mai ti sei trasferita a Holt. Chi sono i tuoi amici. In cosa credi. Che partito voti.
Ci divertiremo un sacco a parlare, eh? disse lei. Anch’io voglio sapere tutto di te.
Non abbiamo fretta, disse lui.
No, prendiamoci il tempo che ci serve”.