
Autore: Battistella Francesca
Casa Editrice: Scrittura e scritture editore
Genere: Narrativa
Pagine: 286
Prezzo: 14.90 €
La stretta del lupo, secondo romanzo di Francesca Battistella dopo “Re di bastoni, in piedi!” uscito nel 2011, è un giallo ironico e piacevole che unisce la classica trama investigativa ad una rappresentazione frizzante della società benestante della nostra provincia. La vicenda ruota attorno alla morte di una ragazza, Maria Vittoria, il cui corpo viene ritrovato in un bosco nei pressi dell’incantevole Lago d’Orta, rompendo la calma routinaria della cittadina omonima.
Attorno a Costanza Ravizza, ispettore capo della polizia criminale della questura di Novara, si muovono molti personaggi: uomini e donne che hanno passato la mezza età e che alternano desideri di tranquillità a forti emozioni. Lei è bella ma un tantino fredda, metodica e sufficientemente distaccata dai fatti, così i veri protagonisti appaiono Alfredo e Maria Teresa, due fratelli napoletani impegnati in schermaglie affettuose con la classica verve partenopea che li contraddistingue. Lui di malavoglia sale al Nord per aiutare la sorella a gestire la nipote e con un certo disincanto osserva le situazioni che gli si creano attorno; lei è una donna vulcanica, decisa a godersi la vita a dispetto del rapporto conflittuale che ha con la figlia: presentati dal narratore, sono messi in scena attraverso dialoghi spumeggianti che ricordano le commedie teatrali.
Dagli scambi di battute emergono i “caratterini” : <<Martina si voltò e ci mise un po’ a capire chi era il tizio che le aveva rivolto la parola. Lentamente, tenendo in mano le scarpe, fece scorrere gli occhi sulla faccia del Barberis e poi disse in tono piatto: “Ah è lei. Buongiorno” e si dedicò nuovamente alle scarpe. “Come mai non prende l’aperitivo con sua zia?” “Per carità. Vuole mica che diventi una balena come lei?” È poi rivolta alla commerciante: “Quanto vengono?” “Ottanta euro” “Sarei lieto di fargliene omaggio,” azzardò il Barberis, “ma le mie scarse finanze…” “Guardi che non le ho mica chiesto qualcosa, faccio da me” fu la brusca risposta di Martina.>>
Leggendo si fanno sempre degli incontri, ma in questo caso si puó dire che si faccia in un certo senso amicizia con i numerosi personaggi: Niki con l’amante Alberto, la figlia Diana con il marito Claudio, il fedele servitore Moussa, la coppia di baristi, il prof. Barberis, la bisbetica Martina. Ci affezioniamo ai loro vizi e alle loro scaramucce, culminanti in una divertentissima consulenza astrologica collettiva, simpatico stratagemma narrativo per far uscire allo scoperto qualche nervo e per giocare col lettore a mescolare le carte.
<< Lui sbuffò: ”Mia moglie mi ha incastrato per benino. Dentro fino al collo! “E che male c’è?” Senta, anche se viene considerato un gioco, a me dà un gran fastidio che si frughi nella vita privata degli altri, ecco.” “Perché? Basta non avere segreti. Lei mica avrà qualcosa da nascondere, eh?” gli rispose lei con la bocca piena e l’aria bovina. Claudio sbiancò. Ma cos’era quella? Una congiura?>>
Via via che le situazioni si succedono si comprende drammaticamente il legame tra le loro vite e il delitto iniziale, che fino ad un certo punto della narrazione appare un fatto a sè stante. Per la “dura legge del giallo” qualcuno va giocoforza eliminato: il cerchio si stringe e il colpevole salta fuori.
Da leggere per confrontarsi col mistero e con l’efferatezza dei delitti restando con un piede nella commedia.