Autore: Marco Rovelli
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: TerraRossa edizioni
Genere: Narrativa
Prezzo: 15 €
Karim ed Elsa sono vittime sacrificali di un rito di passaggio che si chiama modernità. Sono corpi sacri, quindi, esclusi dalle categorie del sistema e riconosciuti solo come l’eccezione sulla quale prendono vita mondanità e dominio.
Pubblicato per la prima volta nel 2012, La parte del fuoco di Marco Rovelli racconta dell’incontro tra Karim, immigrato clandestino, ed Elsa, figlia di un industriale che entra ed esce da una clinica. Una cosa li rende simili: la solitudine, sensazione che separa la vita dalla vita, il proprio mondo dal mondo-organizzato.
Per diverse ragioni, i loro destini si incrociano nella violenta separazione tra abili e inabili, cittadini e non cittadini, normali e anormali, che la società mette in moto nel momento in cui viene meno il principio dell’uomo come puro strumento. Ma è proprio la strumentalizzazione della vita che priva ogni persona della sua soggettività, in favore di una spendibile oggettività. Karim ed Elsa sono alla ricerca della loro umanità e del loro posto nel mondo, motivi per i quali essi sono considerati sacrificabili, in quanto al di fuori della società-organizzata.
Karim è un uomo in fuga dalla giustizia. È giunto in Italia per cercare la vita-nuova, ma sarà subito assorbito nella micidiale macchina dello sfruttamento. Elsa è una apolide, si riconosce solo nella sua solitudine, nella sua lingua, nelle sue pratiche autolesioniste.
Ma quanto è difficile vivere nella consapevolezza che non esiste un mondo al di fuori di quello che ci costruiamo intimamente?
Karim ed Elsa sono indifesi. Sono sdraiati su un altare, attendono di essere sacrificati, non sentono il bisogno di liberarsi dai lacci che stringono i loro corpi. Hanno accettato il loro destino e anche quando dimostrano di essere combattivi, lo fanno solo per isolarsi ancora di più da un mondo per cui non si sentono tagliati.
Il libro di Rovelli è un viaggio nella solitudine e un dialogo tra un tu e un io, dietro cui si cela una insopportabile incomunicabilità tra mondi. In queste pagine c’è la coscienza malata dell’Italia e di una società che si sente minacciata dalla diversità.