La colpa – Lorenza Ghinelli

Titolo: La colpa
Autore: Ghinelli Lorenza
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Newton Compton edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 240
Prezzo: 9.90

“SIDS avevano detto. E all’ospedale quel giorno avevano confermato. Sudden Infant Death Syndrome. Sindrome della morte improvvisa infantile. Morte bianca. Sapere i nomi delle cose non le cambia. Il dolore è fuori e dentro il nome. E’ dappertutto.  Non c’è soluzione.” 

Sebastiano è morto in culla.

Estefan, suo fratello, aveva nove anni. Ora ne ha quasi venti, ma non ha mai smesso di darsi la colpa per quella morte di cui solo il destino si può incolpare. Gioca al Gioco del Se, distruggendosi dall’interno, esattamente come sua madre, trasformatasi in Mamma, con la M maiuscola. Maiuscola come la A di angoscia. Si crogiola nella colpa, Estefan, e toccando graffiti fatti da chissà chi vive in mondi orrendi e invisibili agli altri. Visioni di morte e devastazione.

Martino ha otto anni quando zio Tullio lo stupra. In sottofondo, la musica dei Clash. Martino non li sopporta più, i Clash. Gli suscitano violenza, i Clash.

Greta ha nove anni e sua madre è morta dandola alla luce. Ora vive con il nonno, tormentato da un misto di amore e vergogna nei confronti di quella figlia tossica che gli ha lasciato una bambina di cui occuparsi. Una bambina che lui ama più della sua stessa vita.

Tre destini spezzati in modo diverso, tre destini lontani ma uniti. Tre vite che, in un modo o nell’altro, finiscono per intersecarsi, sempre nel nome del dolore, ma  donandosi conforto a vicenda.

Personaggi difficili e tormentati, in cui nessuno vorrebbe rispecchiarsi ma che contengono una parte di ognuno di noi. Quella parte che si porta dentro il passato e che non riesce a cancellarlo, che se lo tiene ancorato addosso come una zavorra sgradita e dolorosa. Storie al limite. Eppure storie che suonano terribilmente vere.

La scrittura fotografica della Ghinelli permette di vivere in prima persona, con il cuore che batte di eccitazione e paura ogni avventura e sventura dei tre protagonisti. Siamo Martino che impazzisce ascoltando i Clash e si sfracella una mano. Siamo Estefan che finalmente riesce a fare l’amore con la ragazza che sogna da sempre. Siamo Greta che accarezza piano il collo della cavalla Perla.

Un libro duro, un libro nero e difficile eppure estremamente coinvolgente e poetico.

Consigliato a chiunque non abbia paura di perdersi.

“Lo scivolo ha un buco al centro. Ci è sopra ora. Ci guarda dentro. E non capisce perché vede bambini, altalene, scivolo, strilli, lacrime e mamme. Dall’alto. Ma soprattutto non capisce i colori: sgargianti. E nemmeno i contorni: netti, spessi, tondi. Cartoon Killer. Bambini, altalene, scivolo, strilli, lacrime e mamme sono cartoni animati impazziti, ridono, corrono, scherzano, strillano. E il modo in cui lo fanno non è normale. “Mamma! Lei mi ha strappato un braccio!”, urla un bambino giallo itterizia, i suoi capelli sono linee dritte, tracciate con punta Pentel grossa, color pistacchio. La bocca è un taglio netto su carne liscia, gli angoli delle labbra gocciolano rosso, piegati verso il basso. Colano cera liquida. Il bambino giallo itterizia piange e le labbra colano. Normale, è normale. E’ su Cartoon Killer. Il bambino giallo itterizia strilla e le labbra schifose colano, perché la bambina coi capelli rossi, la pelle blu e gli occhi grandi, troppo grandi per essere occhi di bambina, gli ha strappato il braccio sinistro con le mani uncinate. E adesso ride, la bambina, e ha i denti blu, tanti denti, tutti blu. E la pelle del bambino spruzza lombrichi lunghissimi, ciccioni e rossi: schizzano a terra e al contatto esplodono. Splat. Rosso shocking su erba pastello.”

 

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