La cavalcata dei morti – Fred Vargas

Titolo: La cavalcata dei morti
Autore: Vargas Fred
Casa Editrice: Einaudi editore
Genere: Giallo & Thriller
Traduttore: Margherita Botto
Pagine: 428
Prezzo: 10

Non avendo io mai letto nessuna delle avventure aventi per protagonista il commissario Adamsberg, mi sono accostata a questo romanzo da totale profana e, devo ammetterlo, con una certa diffidenza .

L’inizio ha confermato le mie aspettative: una scrittura lenta e ripetitiva, che ricorda i serial televisivi provenienti dalla stessa nazione dell’autrice.  Tuttavia, mio malgrado, mi sono dovuta in parte ricredere.

La storia è un’intuizione ottima e riprende un’antica leggenda del Nordeuropa: nelle notti più scure la Caccia Selvaggia, la Masnada del sire Hallequin, un esercito di morti, attraversa le foreste della Normandia, trascinando con sé nel regno dei defunti tutti quei criminali che sono riusciti a tenere il mondo all’oscuro delle loro malefatte. Quei criminali, insomma, che, per un motivo o per l’altro, risultano innocenti e che, quindi non potranno mai essere puniti dalle autorità terrene.

Un giorno come un altro si presenta al commissariato diretto da Adamsberg una donna, figura piuttosto stereotipata  della classica pazza del villaggio, per denunciare un omicidio non ancora avvenuto e che sarà perpetuato ad opera della Caccia Selvaggia, che sua figlia ha il potere di vedere.

Un inizio di trama intrigante, senza dubbio, che cattura il lettore nonostante il ritmo non proprio incalzante.

Per quanto io continui a non amare lo stile di questa autrice, il romanzo si lascia leggere con facilità e lo consiglio a chi cerca un giallo ambientato in un’atmosfera mistica, quasi soprannaturale.

Ottime, a mio avviso, le descrizioni, di cui riporto un piccolo assaggio.

 

“Avvicinandosi, si vedono la grande chiesa che troneggia sulla collina, il borgo ai suoi piedi, le case di legno e di argilla, le piacerà. Intorno i prati hanno tutte le sfumature di verde, e su quel verde hanno messo un sacco di vacche immobili. Non ne ho vista muoversi nemmeno una, mi chiedo il perché.”

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