Incubatore 2014 – Nonostante Edizioni

C’è chi decide di fare libri per amore della buona letteratura già incontrata in passato: così si può tratteggiare lo spirito di Nonostante Edizione, giovane casa editrice che sarà presente con uno stand nell’area dell’Incubatore al Salone Internazionale del Libro di Torino che si svolgerà dall’8 al 12 maggio. “Intendiamo “scommettere”, oltre che sulla pubblicazione di opere ancora inedite in Italia, anche e soprattutto sul recupero e la riproposizione di testi non più reperibili sul mercato editoriale italiano” chiosa il direttore editoriale Giovanni Pilastro, a cui abbiamo posto qualche domanda per conoscere meglio il catalogo (che punta l’attenzione sulla letteratura francofona) e il lavoro di redazione.

Come è nato il vostro progetto editoriale e… Nonostante cosa?

La parte principale del nostro progetto editoriale – che è poi la vera ragione per cui abbiamo deciso di fondare una casa editrice, in un momento non certo fra i più favorevoli – consiste nella ripubblicazione e nella riedizione di opere e di autori che sono stati, a nostro avviso, incomprensibilmente dimenticati dall’editoria italiana. Il nostro progetto vuole avere nei loro confronti, per quanto possibile, un intento risarcitorio. La nostra non è una scelta dettata dalla nostalgia verso il passato, né tantomeno dalla sfiducia nei confronti del presente. La nostra idea editoriale ha invece un preciso convincimento: solo leggendo il passato si potrà scrivere il futuro. L’elenco dei “nonostante cosa” potrebbe essere potenzialmente infinito e tale da far apparire la nostra scelta se non del tutto incosciente, certamente spregiudicata. Crediamo però – peccando forse di un po’ d’ingenuità – che proprio in un momento di crisi, non solo e non eminentemente economica, vada riscoperta e praticata un’idea di editoria che riaffermi con forza e convinzione il suo ruolo sociale di presidio culturale. Un’editoria “nonostante” – come la chiamò Valentino Bompiani – capace cioè di preservare e salvaguardare quel senso di “disagio”, sul quale bisogna saper esitare, che deriva dalla sostanziale irriducibilità a merce del libro.

Come scegliete i libri da pubblicare e come è strutturato il lavoro di redazione?

L’attenzione della casa editrice, per ragioni di gusto e competenza, è indirizzata in modo particolare alla letteratura di lingua francofona. A quest’ultima, infatti, è dedicata una collana esclusiva che, con un dichiarato riferimento a Roland Barthes, abbiamo deciso di chiamare “scrittura bianca” e nella quale vogliamo ripubblicare (o pubblicare per la prima volta) gli autori che a vario titolo afferirono al Nouveau roman (Robbe-Grillet, Simon, Sarraute, Butor, etc.), e quelli (Duras, Cayrol, Bessette, etc.), pur non annoverabili in questa stagione letteraria, la cui scrittura comunque si espose, per dirlo con lo stesso Barthes, “verso il nuovo che il nostro tempo reclama”. Questa la direttrice principale, alla quale si affiancano altre collane come quella dei “microgrammi” (volumi agevoli ma preziosi, dove le “storie” individuali e personali, con i loro piccoli drammi e accidenti, incontrano la “storia”, quella che si sarebbe tentati di scrivere con la “s” maiuscola) e di “menabò” (collana di saggistica dedicata alla critica letteraria).

Come si possono inserire le vostre scelte all’interno dell’attuale mercato editoriale, a detta di molti sovraffollato di titoli? 

Essendo libraio prima che editore, conosco bene il problema e non posso che confermare l’opinione dei “molti”. Effettivamente esiste un problema di sovraffollamento nella produzione libraria che è inversamente proporzionale alla qualità dei libri prodotti. Puntare sulla qualità è per la piccola e media editoria non solo un vanto ma una necessità. Forse l’unica possibilità per riuscire a ricavarsi uno spazio di mercato, nonostante coniugare qualità e mercato non sia sempre facile.

Secondo voi come è possibile incentivare la lettura puntando sulla qualità?

Non credo che ci sia una possibilità di incentivare ipso facto la lettura puntando sulla qualità. Puntare sulla qualità, come detto, è un’opportunità oltre che una scelta culturale. È purtroppo risaputo che l’Italia, rispetto ad altri paesi europei, non è una nazione di “forti lettori”. Crediamo però che questa evidenza non possa diventare un alibi ed una scusa per l’editoria italiana. Proprio in questa precisa congiuntura storica, non va dismessa una lunga tradizione di impegno culturale. È nell’alveo di questa tradizione che vogliamo condurre la nostra casa editrice. È a queste condizioni che si può dare un futuro per l’editoria in generale. O l’editoria saprà essere un’editoria di qualità o, semplicemente, non sarà. Per l’editoria c’è un futuro, ma a precise condizioni.

Cosa vi aspettate dalla partecipazione all’Incubatore e cosa c’è all’orizzonte per Nonostante Edizioni?   

Siamo una nuova casa editrice e, quindi, la nostra maggiore aspettativa dalla partecipazione all’Incubatore di Torino è quella di poter far conoscere il nostro progetto editoriale a un pubblico qualificato e interessato.

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