Autore: Andò Roberto
Genere: Romanzo
Pagine: 233
Prezzo: 17.00 €
Scappare, nascondersi, sparire. E ricominciare da capo, in un altro luogo, una vita diversa. Quanti di noi non lo hanno desiderato almeno una volta? E’ quello che Enrico Olivieri, segretario del partito di minoranza, riesce a fare, sfuggendo ai sondaggi negativi e ad una politica che forse non gli appartiene più, “stufo delle miserabili beghe del partito” (p.21). Di nascosto, raggiunge la Francia alla ricerca di Danielle, un amore di gioventù mai dimenticato.
I vertici del partito sono in crisi: Olivieri è stato ricoverato, Olivieri sta bene e vi manda i suoi saluti, si tratta solo di un piccolo intervento, nulla di grave…ovviamente un partito senza leader è come una nave senza timoniere, e una soluzione bisogna trovarla. Ci penserà il fedele collaboratore Bottini: si dà il caso che Olivieri abbia un gemello, Giovanni detto Ernani, un raffinato filosofo con problemi mentali, appena uscito da un ricovero. I due sono identici nell’aspetto, a tal punto che nessuno si accorge dello scambio, se non fosse che Ernani di “politica” in senso stretto non sa nulla. Certo, sa parlare, le sue immagini sono poetiche ed immediate, le sue arringhe geniali, le sue citazioni estremamente appropriate…insomma, con i suoi discorsi rompe la monotonia del panorama politico, porta dei valori, una visione sul futuro. E il consenso cresce.
Ed Enrico, nel frattempo? Si riappropria dei sogni di gioventù, si riavvicina ad una vita autentica: la passione per il cinema, la compagnia delle persone, le donne, il lavoro fisico, la confidenza di una bimba. Quanto era lontana la vita che aveva scelto? E quanto malessere c’è nelll’esistenza di un uomo politico?
Roberto Andò si confronta con alcuni tòpoi letterari: il tema della fuga, il tema del doppio, il tema della maschera pubblica, e lo fa magistralmente, da regista di teatro e di cinema qual è. Lo sfondo nel quale si muove è quello della politica italiana, che sta vivendo attualmente un momento di profonda crisi. Roberto Andò ce lo racconta in maniera ironica, tagliente, in una visione estremamente condivisibile. “Dici: il buio cresce. Le forze scemano./Dopo che si è lavorato tanti anni/ noi siamo ora in una condizione/ più difficile di quando/ si era appena cominciato” (p. 137). Le parole del poeta Brecht raccontano il nostro mondo, la sensazione che proviamo nel non vedere una via di uscita, vivendo sulla nostra pelle il famoso monito dei nostri nonni, “si stava meglio quando si stava peggio”, una crisi, uno spaesamento del singolo, ed un impoverimento generale della morale. Ma la crisi può essere superata riscoprendo i valori, allontanandosi dagli intrighi di potere, avvicinandosi ai desideri della gente, proponendo delle speranze per il futuro. Ritrovando la voglia di crederci. Uscendo dalla paura, la stessa che, come dice Ernani, “è il motore della democrazia”.
Non so se questo romanzo proponga delle soluzioni alla situazione di impasse politica in cui ci troviamo (nessun gemello all’orizzonte!)…e non credo fosse questo l’intento dell’autore. Ma è così piacevole, scorrevole, poetico, con uno sguardo ironico e disincantato che, nella più limitata delle reazioni possibili, vi farà venire voglia di leggere (e declamare) poesie.