Autore: Sadeq Hedayat
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Carbonio editore
Genere: Raccolta di racconti
Traduttore: Anna Vanzan
Pagine: 147
Prezzo: € 14,50
Sadeq Hedayat è uno scrittore folgorante. Grazie a Carbonio editore finalmente è possibile conoscere la sua opera.
Da poco è arrivato in libreria Il randagio e altri racconti, tradotti magnificamente da Anna Vanzan, la più importante iranista italiana.
Lo scrittore iraniano, morto suicida a Parigi nel 1951, merita davvero di essere letto.
La sua scrittura affascina e spiazza allo stesso tempo, è surreale e mistica, incanta e meraviglia.
Leggendo queste storie, che arrivano da un’altra cultura, ci troveremo insieme al suo autore per le strade di Teheran insieme alla sua umanità che fa i conti con la deriva e con l’oscurantismo.
Hedayat racconta con una scrittura lirica, potente e a tratti visionaria, tutte le oscure contraddizioni della società persiana, rievocando un mondo saldo nella tradizione ma che allo stesso tempo si è perso anche se ancora esistono tracce nella memoria.
Lo scrittore si mescola tra le gente, cammina per le strade, vuole solo raccontare le scene di vita quotidiana attraverso l’anima randagia e solitaria dei suoi personaggi.
Ogni racconto è un affresco del mondo in cui lo scrittore è nato e di Teheran, tra le cui strade si consuma ogni giorno una commedia quotidiana del disincanto.
I protagonisti dei racconti di Sadeq Hedayat sono principalmente uomini e donne che nella disillusione subiscono il loro destino cieco.
L’autore è bravissimo con la sua scrittura seducente a evidenziare il tono tragico e malinconico dei personaggi, sempre insoddisfatti e in cerca di una dimensione esistenziale, ma anche prigionieri delle convenzioni religiose di una società chiusa in se stessa.
«Sadeq Hedayat è il risultato di una commovente quanto inestricabile fusione di emozioni. La lingua di questo ineffabile popolo degli altipiani è spazio d’incanto, metamorfosi e tensione perenne tra un passato di glorie e un presente ambiguo e caotico che Anna Vanzan ha interpretato magistralmente».
Con queste parole l’editore nella nota introduttiva entra nel cuore della scrittura di Hedayat.
In effetti, leggendo queste pagine è difficile non lasciarsi sedurre dalla scrittura del suo autore-
Come lettore sono stato folgorato e rapito dallo stato di grazia della prosa di Hedayat.
Nella galleria dei randagi troviamo l’umanità dolente che non riesce a arginare la deriva in cui è precipitata.
A rappresentarli tutti i randagi inquieti e persi di queste nove storie e senza dubbio Pat, il cane che appunto diventa “randagio” quando si allontana dalla sua casa, dove era accudito e coccolato.
Si perde per strada e per lui inizia una vita da randagio, di tormenti e di percosse.
Cercando fra i rifiuti, in cerca di cibo, avvertirà il bisogno di una carezza.
Il cane randagio dell’ultimo racconto li rappresenta tutti i vinti, gli sconfitti e i disillusi di cui lo scrittore iraniano, mai amato in patria che ancora oggi censura i suoi libri, ci parla nelle sue storie con l’intento di destabilizzare le nostre coscienze.