Il nulla per tutti – Emil Cioran

Titolo: Il nulla per tutti. Lettere ai contemporanei
Data di pubbl.: 2024
Traduttore: a cura di Vincenzo Fiore
Pagine: 271
Prezzo: €24,00

Per Cioran scrivere significa scrivere lettere. «Cercate la verità su un autore nella sua corrispondenza piuttosto che nella sua opera. L’opera è una maschera», cosi suggeriva Emil Cioran in uno scritto del 1984. In effetti leggendo i suoi carteggi lo troviamo tutto e nudo Emil che senza filtri intrattiene con i suoi interlocutori epistolari discorsi e divagazioni che riguardano la sua indole di uomo e scrittore.

Da Mimesis, a cura di Vincenzo Fiore, esce Il nulla per tutti. Lettere ai contemporanei, un volume che si presenta come una preziosa novità editoriale, in quanto comprende lettere che hanno attraversato un secolo, sopravvissute all’oblio del tempo. Parte delle lettere raccolte sono inediti assoluti.

Emil Cioran scrive lettere a scrittori, artisti e amici del suo tempo (tra cui Beckett, Paul Celan, Jünger, Maria Zambrano, Marguerite Yourcenar, François Mauriac, Susan Sontag)

Lo scettico appassionato della sua mania epistolare attraversa il Novecento.

Un interessante materiale in cui ritroviamo il solito e grande Emil che ci spiazza con le sue verità scomode, ricordandoci senza appello che il nulla ci riguarda tutti («Un’ unica consolazione: il nulla per tutti, la vacuità degli istanti, il fallimento di tutto ciò che respira, l’eternità sicura di ciò che non è più. Sono complice di tutto cuore del suo abbattimento» Cioran così scrive in una lettera tragica, appassionata e struggente a Colette Rousselot Duhamel Gallimard).

«Questo viaggio – scrive il curatore nella prefazione – attraverso la corrispondenza con alcuni dei grandi filosofi, scrittori e artisti del secolo scorso o anche con persone che sono state fondamentali nella vita del pensatore di Rãşinari, rischia di generare nel lettore la stessa fascinazione che le epistole di Madame Deffand suscitavano su Cioran stesso».

Nella mania epistolare di Cioran ritroviamo tra le righe la sua personalità. Cioran senza mai rinunciare alla deflagrante potenza del frammento e del pensiero asistematico nelle lettere che scrive ai suoi amici non si nasconde mai, mostra tutte le sue contraddizioni e soprattutto rivela la sua vocazione di uomo in conflitto perenne e di scrittore.

«La mia posizione sarebbe piuttosto vicina a quella di un umanista inconsolabile, furioso, devastato dalle contraddizioni e che, per gusto della maschera, traveste i suoi lamenti in sorrisi sprezzanti». Ecco come si presenta Cioran in una lettera a John David Barrett, al quale in maniera schietta scriverà che lui non potrà guadagnarsi da vivere abusando della condiscendenza delle parole, non vivrà mai da parassita del Verbo.

Cioran il negatore, l’uomo che coltiva nello scetticismo e nella contraddizione la propria disperazione e il disgusto per il mondo che ha sempre giurato a se stesso di non fare mai concessioni al pubblico, di smettere di scrivere piuttosto che elemosinare letture o tradire l’idea che si è fatto dei suoi doveri.

«Sono isolato e piuttosto malvisto nei circoli letterari, che detesto in assoluto. Gli scrittori non presentano alcun interesse, la conversazione di cinque minuti con una puttana vale infinitamente di più che intrattenersi con loro. Gli incontri che mi hanno segnato sono avvenuti fuori dalla letteratura» (Lettera a Jean – Paul Jacobs).

Cioran uno dei pensatori più originali del dopoguerra, un moralista dal pensiero estremo, uno studioso e un letterato, ma soprattutto un uomo che in maniera ostinata e inattuale in balia di una disperazione pensante cade nel tempo, convinto che non c’è vera filosofia senza introduzione alla vertigine (come scrive nella lettera a Ricardo Nirenberg).

L’uomo di pensiero che si chiede se la storia abbia o no un senso, domanda che lo perseguita, benché sia incline a credere all’insensatezza universale (in una lettera a Roberto Pignatiello).

Se davvero volete conoscere Cioran, avventuratevi nella sua mania epistolare, e lo troverete con tutto il suo scetticismo dissacrante, con il cafard, la disperazione e il suo stile originale da grandissimo pensatore, che come pochi con la scrittura è riuscito a diffamare il mondo, smascherando le menzogne delle illusioni e dell’utopia.

Ti potrebbero interessare...

Login

Lost your password?

Per continuare a navigare su questo sito, accetta l'informativa sui cookies maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi