Il Meridione, l’anima letteraria del Bel Paese

Qual è il rapporto dell’Italia con il mondo del libro? I dati Istat hanno messo in evidenza realtà non proprio positive: al Centro-Nord la percentuale dei lettori (ovvero chi legge almeno un libro all’anno) è intorno al 50%, ai minimi europei, ma la quota crolla ulteriormente al 30% nel Sud. Il 9% delle famiglie italiane dichiara di non avere nemmeno un libro in casa, ma la percentuale, al Sud, raddoppia. Probabilmente le cause di questa depressione culturale è imputabile a un sistema scolastico meno efficiente, scarsezza di librerie e biblioteche favorite da un dislivello economico di base. Ma se da questo punto di vista i dati sono piuttosto sconfortanti, dando un’occhiata alle classifiche dei libri emerge invece una realtà sorprendente: sono proprio gli scrittori del Meridione ad avere un ruolo determinante nell’ editoria del Paese. Si può parlare di una vera e propria controcolonizzazione culturale caratterizzata dalla voglia d’inventare, raccontarsi e raccontare le  speranze, i  drammi e le storie che animano il Sud. Tra i nomi degli scrittori che stanno sostenendo la letteratura italiana di oggi troviamo autori di successo anche a livello internazionale, come Roberto Saviano e Andrea Camilleri, autentici classici contemporanei, come Erri De Luca e altri protagonisti delle classifiche dei libri più venduti: Alessandro D’Avenia, Michela Murgia, Donato Carrisi, Giuseppina Torregrossa, Simonetta Agnello Horby, Carmine Abate per citarne alcuni. Lara Giorcelli, editor di narrativa della milanese Piemme, spiega così il fenomeno: «In un momento di crisi come questo la gente cerca sicurezze, e il ritorno alla cultura locale risponde a questa esigenza. Gli autori del Sud, dove le tradizioni sono più radicate, assecondano questa necessità.» Benedetta Centovalli, docente universitario e già editor in Rizzoli, aggiunge «Il Sud ha mantenuto vivo il suo patrimonio di sempre. Da Verga a Pirandello, Lampedusa, De Filippo, Sciascia, la narrativa meridionale, pur conservando una visione tragica della realtà, ha anche rafforzato la vena tragicomica. Scrittori come Ferrante, Montesano, Pascale, Piccolo, Starnone hanno tenuto viva questa tradizione, premendo secondo la propria voce il pedale della tragedia o quello della commedia. La realtà meridionale è oggi quanto di più vicino alla realtà complessiva del Paese». Insomma il Mezzogiorno appare proprio come un laboratorio culturale indispensabile per raccontare e favorire l’unità del nostro Paese.

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