
Autore: Fazioli Andrea
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Guanda editore
Genere: Noir
Pagine: 128
Prezzo: 8.00
INTERVISTA ALL'AUTORE
“…Madocchi aveva imparato a gestire la vergogna, e si era concesso nuovi desideri. Appena uscito dal periodo più buio, aveva risvegliato un vecchio sogno: aprire un piccolo ristorante. Fu dopo aver investito nel ristorante i suoi risparmi, fu dopo aver dato una certa rinomanza gastronomica al locale che si accorse della voragine oltre la quale sua moglie lo guardava e gli parlava”.
Cosa nasconde l’ex giudice Mario Badocchi? Chi disturba la quiete della sua casa con telefonate e visite inaspettate? Allontanato dalla professione per “sfruttamento della conoscenza di fatti confidenziali”, Badocchi si è lasciato alle spalle il passato, ha una nuova moglie e ha aperto un ristorante nella tranquilla provincia svizzera. Elia Contini è l’investigatore che la moglie di Badocchi, Alice, ingaggia per scoprire cosa sconvolga il marito. E’ in questa occasione che Contini si ritrova, per caso o per destino, a riprendere i contatti con la ex-fidanzata Francesca Besson che, nonostante i suoi tentennamenti e la sua indolenza, non l’ha ancora abbandonato per quel viaggio per gli Stati Uniti con cui vorrebbe prendersi una pausa di riflessione da una relazione che sembra inconcludente.
Pubblicato da Guanda nella collana i Microcosmi, “Il giudice e la rondine” è l’ultimo romanzo di Andrea Fazioli. Dopo averlo momentaneamente abbandonato nel precedente “Uno splendido inganno”, Fazioli riscopre il detective Elia Contini, già protagonista di quattro dei suoi precedenti romanzi. Over quaranta, tranquillo, solitario, taciturno, Contini, investigatore per necessità e per vocazione, si imbatte ora in un caso solo in apparenza lineare: una storia di violenza e di ricatto che ne nasconde una più oscura e complicata di solitudine e di abbandono.
Con grande sensibilità letteraria Andrea Fazioli ci regala l’immagine di una provincia chiusa e abitudinaria in cui il male esiste ma è invisibile agli occhi: si nasconde dietro le facce noiose e annoiate di chi la abita, i gesti che si ripetono sempre uguali, le credenze di una cultura popolare che non dà più certezze.
Il libro è fortemente simbolico, a partire dal titolo, è pieno di oggetti, di suggestioni, anche musicali che trascinano i pensieri del narratore, costruiscono analogie e differenze, fanno immaginare caratteri e situazioni che vanno ben oltre l’ultima pagina e danno luogo a quell’atmosfera di umana comprensione e di malinconia che pervade tutto il libro.