
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 348
Prezzo: € 19,00
Roma, 1970. Una sala riunioni. Intorno al tavolo un Generale, un Onorevole, un Cavaliere e un uomo con la divisa dell’esercito degli Stati Uniti. È nata così l’Operazione Blue Moon, una delle più atroci e perverse tresche politico-militari architettate dai ‘poteri forti’ ai danni di un’intera generazione di giovanissimi e giovani distrutti con la capillare diffusione della droga – eroina, in particolare, ma non solo – accompagnata dalla connivenza di carabinieri corrotti e da una massiccia campagna di disinformazione orchestrata su varie testate giornalistiche. Portata avanti con la connivenza di alcune importanti case farmaceutiche nel totale silenzio di chi avrebbe dovuto denunciare. E se qualcuno, scoperta la cosa, ci ha provato è stato zittito nel peggiore dei modi.
Ma a quale scopo era nata l’Operazione Blue Moon?
“Il nocciolo duro che dobbiamo combattere sono gruppi extraparlamentari, di operai, giovani e giovanissimi, spesso di orientamento di sinistra”. (pag. 9)
Quelli erano gli anni della contestazione studentesca, delle lotte di piazza e delle lotte operaie, qualcosa d’incontrollabile che andava sedato e schiacciato in nome di una malintesa pace sociale utile solo agli uomini di Potere per continuare indisturbati a conservarlo.
Ecco cosa raccontano in forma romanzata Peter D’Angelo e Fabio Valle in questo libro denso di storia e basato su anni di accurate ricerche d’archivio, atti processuali e testimonianze dirette. Dal 1970 al 1975 gli autori ripercorrono la storia della diffusione dell’eroina in Italia, in particolare a Roma, attraverso le vicende personali del giornalista d’inchiesta Carlo Nisticò, uomo di punta del Giornale della sera, inviso ai colleghi, un vero mastino nel catturare le notizie, ironico, caustico, incurante di pestare piedi famosi e pieno di contatti un po’ dovunque, sia fra le alte sfere che nel sottobosco romano fatto di piccoli spacciatori e ladruncoli. Il suo incontro con il giovane milanese Luca, la cui vera identità scopriremo poco alla volta; poi con la giovanissima Silvia, futura fotografa che finirà per aggregarsi al collettivo di Via dei Volsci; lo stretto rapporto con lo spacciatore Selce, amico di vecchia data. Sì, perché Carlo stesso, nella sua tormentata foga di verità, ha finito per diventare un tossico, prima a causa di farmaci contro il dolore, legali, certo, ma letali in quanto alla dipendenza che creano preparando il terreno, in chi ne fa uso, per le droghe pesanti. E come lui, quanti altri! Incontreremo anche la tragica ed eroica figura del commissario Di Matteo – una figlia morta per overdose – unico a tentare di fermare la carneficina con quali risultati ai lettori scoprirlo.
Dal 1970 al 1975, D’Angelo e Valle ci permettono di rivivere o, per chi era troppo giovane o non ancora nato all’epoca, di apprendere quanto accaduto in quegli anni che nessuno dovrebbe dimenticare, quanto piuttosto conservare nella memoria come monito per il futuro e chiave di lettura per quanto avvenuto in seguito nel nostro Paese e nel mondo. Così scrive a un certo punto Carlo Nisticò:
“Roma ha i suoi equilibri, chi ci vive lo sa: quando i liquami neri invadono le strade, la fanno esistere controvoglia, come vedove a cui restano solo i figli peggiori.” (pag. 269)
Peter D’Angelo è un giornalista d’inchiesta, ha lavorato per Report, Presa Diretta, Petrolio, oltre che per varie testate, tra cui Corriere della Sera, la Repubblica, L’Espresso. Fabio Valle è scrittore e documentarista. Ha lavorato per Il Salvagente, scritto inchieste per Chiarelettere e documentari per RaiDoc3.
Non possiamo che ringraziarli per l’ottimo lavoro svolto con questo libro.