Give Away – Le Tre Notti dell’Abbondanza

Le tre notti

Dovunque sia il nostro presente, fantastichiamo sempre su come poterlo cambiare in funzione di un futuro migliore e diverso. Ed è proprio quello che ci racconta Paola Cereda ne “Le tre notti dell’abbondanza“, edito da Piemme, in cui adolescenza e spregiudicatezza si mescolano insieme per raccontarci la voglia di riscatto di chi è nato in luoghi dove il tempo si è fermato da decenni, secoli forse. 

Come si partecipa?

Partecipare è semplicissimo, basta rispondere alla seguente domanda:

“​Quale aspetto del tuo quotidiano vorresti cambiare e perché?” ​

Il testo che riceverà più apprezzamenti dalla nostra giuria, si aggiudicherà il premio. La giuria sarà composta da membri della redazione Gli Amanti dei Libri, il suo giudizio è insindacabile. Il Give-Away inizierà il 9 ottobre e avrete tempo fino al 30 ottobre alle ore 22 per mandarci le vostre storie! Il vincitore sarà poi contattato e potrà ricevere la sua copia in esclusiva.

Cosa aspettate?

Date sfogo alle vostre fantasie e non perdete questa opportunità unica!

E il vincitore è

Carlo!

Ci vediamo con il prossimo Give Away tra 1 giorno

 

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  • Luca

    Giusto quel senso di pieno sconforto e rassegnazione che affligge le giovani generazioni di oggi. Che la vita sia facile o difficile è molto soggettivo e dipende da diversi fattori: famiglia, contesto sociale, carattere, fortuna, ecc. Ma l’entusiasmo, la voglia di affermazione e l’idea di realizzarsi devono guidare le scelte che ognuno fa nel suo quotidiano. È facile lamentarsi o accontentarsi; Steve Jobs diceva: “L’unico modo per fare un ottimo lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare.” Tutto questo deve avere alla base la cultura, strumento di libertà e via di riscatto.

  • Alice

    Del mio quotidiano vorrei cambiare i senzatetto, i cappellini tesi verso un pubblico indifferente, gli ammassi di coperte rannicchiati negli angoli delle vie; vorrei cambiare “ho fame” in “chi vuole pranzare con me?”. Vorrei cambiare la spazzatura che calpesto per strada e i muri fragili delle scuole, vorrei cambiare la fretta in una stretta di mano e l’insulto in sorriso. Vorrei cambiare. Perché? Perché questo è il mio quotidiano, questo è lo stesso tuo e suo, lo stesso del disoccupato e dell’imprenditore, della scrittrice e del netturbino, è lo stesso dell’indiano e dell’africano, del cileno, dell’italiano. Questo è il nostro quotidiano e lo possiamo cambiare. Insieme.

  • Nicola Nurra

    Non vorrei cambiare qualcosa del mio quotidiano, desidererei cambiare qualcosa del nostro quotidiano. Vorrei che nel nostro quotidiano vi fosse meno indifferenza, arroganza e cinismo. Ecco parlo semplicemente di maggiore coesione sociale, di coerenza e rispetto. Concetti semplici, ma difficili da tradurre e condividere. Meno slogan, meno TV, meno apparenza, più senso critico, più buone letture, più fatica anche. Più qualità e meno quantità. Più amici veri che virtuali. Ecco cominciamo a riempire il nostro quotidiano di queste cose o almeno proviamoci.

  • Luana Racioppo

    Mi piacerebbe cambiare l’indirifferenza della gente, la rassegnazione e lo sconforto. L’incapacità di reagire a questa nostra vita che è molto difficile ma per la quale vale la pena SEMPRE essere vissuta. Vorrei che tutti potessero vedere il bicchiero mezzo pieno perchè è l’unica soluzione al vivere bene e infine vorrei che nel mio quotidiano vi fossero più sorrisi veri, non di circostanza o falsificati dal contesto. Un sorriso migliora la vita di chiunque….

  • barbara

    Vorrei cambiare……. anzi no, vorrei aggiungere tanta comprensione
    ed altruismo e togliere altrettanto giudizio ed egoismo. Aggiungere un po’ di
    allegria e passione e stare a vedere cosa succede…….

  • Donatello

    l’unica cosa che vorrei cambiare, è quella di saper creare, sempre più, con assoluta consapevolezza, un distacco da qualsiasi fattore esterno, che potrebbe condizionare il mio quotidiano.

  • Chiara

    Se potessi cambiare il mondo abbatterei i limiti, mentali soprattutto. Vorrei che sparisse quell’attitudine negativa che abbiamo a criticare noi stessi e gli altri incapaci di andare oltre, di rincorrere un sogno, di accettare il diverso. Se la bellezza non avesse il limite dato da una taglia, se la nostra quotidianità non inciampasse continuamente nel “non ce la faccio”, se la famiglia non dovesse essere per forza un’equazione matematica data da XX+XY, credo vivremmo tutti in un mondo migliore.

  • Erika La Ragione

    Nel mio quotidiano farei un cambio stravolgente! toglierei tutto quello che mi rende infelice, escluderei chi ostacola il mio sorriso. Perché? Perchè ho capito che la Felicità non è data per scontata ma va ricercata in ogni istante che viviamo, bisogna tendere a Lei come un bambino tende le sue tenere braccia verso la madre per trovare protezione ed amore nel suo abbraccio caldo e rassicurante. La Felicità è per tutti, è universale, e una volta che si trova, non può che essere contagiosa. Il primo passo per essere Felici è circondarsi di persone che ci vogliono bene e che ci fanno stare bene. Contagiamoci di Felicità.

  • Carlo Gaffoglio

    Che cosa vorresti cambiare del tuo presente?

    Attenuare i miei sensi di colpa che mi tolgono la forza per essere più pronta e determinata ad affrontare la malattia di mio figlio e le inefficienze che la rendono poco sopportabile.

    Alessandro, amore mio meraviglioso, diciotto anni compiuti a settembre, brasiliano, da dieci anni nel nostro paese.

    Nella sua vita ha già vissuto l’inferno, che l’assunzione di responsabilità , ha popolato la sua mente di fantasmi diabolici ed intrusivi.

    “ Nato triste ho voluto a tutti i costi vivere felice” sono le parole del protagonista dello splendido libro: “Della vita di Alfredo”.

    Ho provato anch’io a vivere felice nonostante le mazzate che a più riprese si sono presentate nel mio procedere faticoso, data la partenza che mi ha resa zoppicante nell’autostima.

    E il mio lavoro verso “ viva la vita” mi ha dato la possibilità di essere madre.

    Un’impresa complessa mi aspettava , messa in conto, ma resa titanica da eventi non calcolabili all’epoca, vissuta in grande solitudine, con la crisi che avanzava.

    Scuole impreparate , servizi preposti all’aiuto? Il lavoro che manca, cosa succede? Si rompono legami dati per certi.

    Ho portato questo bimbo, il mio bimbo nel mio paese sicuro nel mio ventre gonfio di un amore pronto a riparare, ad accarezzare , a lenire ferite. Ferite? Voragini di dolore.

    Un eccesso di “autostima” che ridere.

    Mi ritrovo a lottare con ospedali che non lo hanno ricoverato neanche quando aveva in testa il suicidio. “ Non c’è posto”, “Una visita? Signora c’è un anno di attesa”

    E mi ritrovo a lottare con i miei “Se avessi…” più pesanti di una porta sbattuta sul muso.

    Viva la vita

    Si

    Perché all’improvviso senti la voce di uno psicologo meraviglioso, che nonostante i diciotto anni di mio figlio e il suo passaggio alla psichiatria adulti,per ora servizio fantasma, ci dice: “Io non vi lascio, sono una persona e tra noi si è stabilito un legame!”. Il cuore fa un salto, un doppio salto, un triplo salto e impazzisce di gioia e di gratitudine.

    Viva la vita

    Si

    Perché c’è un’associazione , l’Asai di Torino, che nonostante i mezzi sempre più esigui, aiuta, aiuta giovani e adulti e cerca soluzioni ai problemi.

    Mio figlio ha goduto del loro inestimabile lavoro.

    Io sopravvivo grazie al suo teatro comunitario da cui traggo energia e coraggio. Questo luogo è un microcosmo di vita possibile. Le porte sono aperte a tutti, senza differenze di età, colore, religione,disabilità. Al suo interno c’è cultura , creatività,condivisione, accettazione, passione, leggerezza, fatica, gioco.

    Il mio presente possibile sono persone che nonostante tutto trovano le risorse per accogliere un aiuto, che a sua volta produce in chi lo riceve la forza e la gioia di restituirlo.

    L’altro presente è da cambiare in attesa di un sano contagio.

    Monica Fantini

  • Luisa Iacovone

    L’aspetto che vorrei cambiare del mio quitidiano è il mio essere così
    terrorizzata di perdere l’amore dei miei genitori se dovessi dire loro
    chi sono veramente. Vorrei potermi togliere questo enorme peso dal cuore
    che mi impedisce di vivere ogni momento in loro compagnia con
    leggerezza e trasparenza. Vorrei poter essere più coraggiosa e
    affrontare la paura dell’abbandono, dei pregiudizi, dell’odio e della
    discriminazione delle persone che mi stanno accanto, perchè so che non
    si possono veramente cambiare le cose se non si ha il coraggio di fare
    qualcosa affinchè vengano cambiate. Ecco, io vorrei poter avere il
    coraggio di tanti, che ritengono che il diritto di poter essere se
    stessi sia più importante anche dell’amore di chi ci ha messi al mondo.
    Sono debole e terrorizzata e questo aspetto del mio quotidiano vorrei
    poterlo cambiare.

  • Alida Amore

    Mi sono posta questa domanda tante volte: “Chissà se..” e la mia mente vaga tra la lettura di un rigo e l’altro del mio libro di Fisiologia della nutrizione in cerca di risposte..si perché lo ammetto, mi definisco forse la classica secchiona concentrata sullo studio, che passa la maggior parte del suo tempo dietro una scrivania. Ma da un pò mi chiedo: ne vale la pena annullare completamente se stessi in questo modo? Che fine hanno fatto i miei hobbies e le mie passioni? Che fine ho fatto “io”? Ecco forse quello che cerco è un pizzico di coraggio per cambiare il mio quotidiano, per mettere da parte le mie ansie legate allo studio, semplicemente ritrovare me stessa fuori da quel libro, lontano da quella scrivania.
    E come diceva Wiston Churchill “Non sempre cambiare può significare migliorare ma non c’è dubbio che per migliorare occorre cambiare”.

  • Nicoletta Coccia

    Io probabilmente sarò la più banale e egoriferita tra quelli che hanno commentato finora, ma vorrei semplicemente saper cambiare abitudini. Anzi, poter cambiare abitudini. Più cresci, più le pietre miliari importanti della vita sono alle tue spalle e tutte le emozioni, le aspettative, le gioie, vengono svilite e ‘appiattite’ dal solito tran-tran quotidiano. Sveglia-lavoro-pranzo-lavoro-cena-dormire. È indispensabile per mantenersi economicamente e sopravvivere, ma credo che con un po’ di forza di volontà si possa (e si debba!) ritagliarsi qualche momento speciale, concedersi una deviazione, uno strappo alla regola, un puro momento di stupore e di meraviglia.
    Vorrei impegnarmi per entusiasmarmi, anche per piccole cose, come si faceva da ragazzi.
    “Ancora una volta, con sentimento”…

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