
Autore: Carofiglio Gianrico
Data di pubbl.: 2011
Casa Editrice: Rizzoli
Pagine: 300
Prezzo: 19
INTERVISTA ALL'AUTORE
“In sé non era una gran scoperta ma in quel momento gli parve una rivelazione. Essersi accorto di quella fontana, dopo mesi che ci passava davanti, gli mise addosso un’incongrua allegria. Si bagnò le mani, si chinò per bere un sorso d’acqua e poi riprese a camminare.”
Il viaggio di un’anima alla riscoperta della vita: è l’essenza di ciò che ho colto nel leggere questo romanzo breve ma intenso, che ha nel titolo il ritmo e il senso della sua narrazione. Le immagini e i sentimenti che ha portato con sé si sono stemperate nei giorni a seguire proprio come l’onda che piano piano si forma sull’acqua, cresce fino a travolgere gli ostacoli per poi rifluire nella risacca. E la scoperta è ribadita spesso nelle prime pagine, con frasi come “per mesi non mi sono accorto di…”, “comincio ad accorgermi…”
Che cosa fa scattare tutto questo? Roberto è un maresciallo dei Carabinieri con una vita inquieta e dolorosa che ora è in analisi. La sua settimana è scandita dagli appuntamenti con l’analista mentre si aggira in una Roma anonima nelle quale riscopre, vagando senza una meta precisa, la musica, lo sport, gli angoli remoti e i particolari insignificanti della città. Arriva anche a rendersi conto di essere “un fallito, un uomo solo, ignorante e infelice, che aveva vissuto in modo insensato” (p100). A quel punto grazie al medico, scatta la voglia di entrare in una libreria, alla ricerca del piacere della lettura che non conosceva.
Ce ne sono molte di anime in questa storia. C’è anche Giacomo, ragazzino maturo e riflessivo con il suo diario e il suo amore, il cane Scott sospeso tra realtà e sogno ed Emma, una presenza inafferrabile ma concreta. In tutti loro c’è un passato doloroso con cui fare i conti e un presente nuovo da vivere. Nei sentimenti domina su tutti l’amore filiale con le difficoltà che comporta “Non si smette mai di essere preoccupati per i figli. Vogliamo proteggerli da tutto” (p.172). Le pagine fin dall’inizio sono basate sul contrappunto: dialoghi continui tra Roberto e il medico e capitoli alternati tra la narrazione in terza persona del maresciallo e il racconto di Giacomo al suo diario. Un romanzo che si legge velocemente, trasportati dalla scrittura incalzante ma poetica al tempo stesso, per trattenere poi a lungo le emozioni che suscita.
Il romanzo è stato finalista al Premio Strega 2012 classificandosi terzo con un distacco di soli sette punti dal vincitore.