
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 240
Prezzo: € 18,50
Nella chiesa rupestre e sconsacrata di Santa Candida, alla periferia di Bari, un antico affresco del Cristo Pantocratore osserva con occhi sconvolti e dolenti una scena raccapricciante. Credeva di aver già visto tutto il dolore del mondo nella sua interminabile fissità, eppure… Anche la giovanissima Stella – che dovrebbe essere a scuola – e il compagno Giampiero passano dalla chiesa. Ci vanno sovente perché è un luogo tranquillo e solitario e possono farsi una canna in pace. Quel giorno la puzza, però, è orribile e quello che vedono anche di più. E dalla chiesa passa anche la piccola rom Floranca, bravissima a disegnare, e anche lei vede l’orrore tanto che, nella sua fuga precipitosa, perde l’antologia scolastica che aveva con sé. C’è ancora qualcuno che transita fra quelle mura antiche, un uomo che al Cristo somiglia in modo impressionante, e che ha visto troppo, ma davvero troppo e, come il Cristo dell’affresco, si porta dentro un dolore che scava.
Sarà la terza sezione della Squadra Mobile di Bari, avvertita da qualcuno che passava di lì, a trovare il morto:
“Quindi, ricapitolando. L’hanno trovato mezzo nudo, la parte di sotto, così sei contento. Morto con la testa sfondata a colpi di pietra. Hanno anche tentato di… insomma non si capisce se hanno provato davvero a evirarlo, o solo a … offendere il cadavere, diciamo. Sono dei tagli molto maldestri”. (Pag. 42)
Così riassume il vicequestore Marinetti all’ispettore Gerri Esposito vero protagonista di questa inchiesta che sembra impossibile da risolvere – i documenti del morto sono spariti e i testimoni reticenti – e dove, secondo il pensiero di Gerri, logica e verità non solo non coincidono, ma l’unica verità possibile sta nel caos. Per la sua storia di bambino abbandonato, Gerri ha imparato che ci sono ricordi, esperienze da chiudere a doppia mandata negli armadi della memoria e fin da subito questo caso ha per lui un pessimo sapore. Oltretutto, deve gestire un grave problema personale: un amico, quasi un fratello, morente, Tano, con il quale ha condiviso un pezzo importante della propria esistenza.
Affiancato dalla collega ed ex amante Sara Coen, dal PM milanese Giancarlo Anteri e da Marinetti, avvolto nei ricordi delle donne amate e perdute e nella memoria di un caso precedente che gli è quasi costato la vita, Gerri non esiterà ad avvalersi persino dei Tarocchi dell’amica Angela, la mammana, per arrivare a risolvere un caso torbido dove a essere coinvolti sono dei ragazzini abbandonati e dove la Chiesa ha le sue pesanti colpe.
Giorgia Lepore ha una scrittura inconfondibile, elegante e secca, un modo di raccontare che va dritto al cuore di chi legge. Gerri Esposito è un investigatore sui generis, dotato di pensiero laterale, di un intuito che solo chi ha molto sofferto nella vita, per solitudine e abbandono – magnifici i suoi ricordi del Collegio dei Decumani -, può avere. Un romanzo giallo complesso e di rara profondità.