Focus on… Tic edizioni

Libri, ma non solo e una programmazione già studiata fino al dicembre 2046: così si presenta Tic edizioni, giovane casa editrice inserita nello spazio Incubatore del Salone Internazionale del Libro di Torino. Nata dalla collaborazione di tre persone che gravitavano attorno ai libri, Tic si propone come una realtà dinamica e attenta a tutto ciò che può fare del libro e del suo contenuto quasi un’icona che va oltre la pagina scritta. Ogni prodotto nasce da un’intuizione mossa dalle emozioni. Emanuele Kraushaar ci racconta lo spirito che anima Tic edizioni.

La prima domanda che mi piacerebbe farle riguarda la nascita della vostra casa editrice. Come è nato questo progetto?

Noi tre soci della Tic (Alessandro Alessandroni, Andrea Falegnami ed Emanuele Kraushaar) ruotavamo già da tempo intorno al mondo editoriale. Un giorno della scorsa estate ci siamo incontrati e ci è venuta voglia di non starci solo intorno, ma di entrarci con tutti noi stessi.

C’è una cosa che mi incuriosisce molto, e che chiedo a tutti i nuovi editori che incontro, come avete trovato il nome? Da dove ha origine “Tic”? Che significato ha?

Il nome Tic per vari motivi era nell’aria da tempo e ha radici lontane. Diciamo che si è adattato benissimo alla nostra casa editrice, perché è nata veramente come un tic improvviso che ci ha colpito. Un tic è un movimento stereotipato, privo di uno scopo, compiuto senza averne il controllo e Tic Edizioni è per noi proprio questo. Tic Edizioni è incontrollabile e incontenibile. E fino adesso le nostre idee sono nate e sono state realizzate così (tra queste, le parole magneTIChe).

Nella vostra presentazione ho letto “Una casa editrice indipendente, persino dalla sua stessa volontà”. Che cosa intendete? Sempre nella stessa presentazione, che abbiamo pubblicato sul nostro giornale online, si legge “ancora capaci di emozionarsi”, che cosa vuol dire emozionarsi in questo ambito?

Abbiamo giocato un po’ sul termine “indipendente” che è spesso abusato. L’indipendenza è un’aspirazione popolare, ma siamo tutti schiavi di varie leggi e soprattutto, in questo ambito, di regole di mercato piuttosto rigide. Per questo, ci piace pensare di essere indipendenti in modo assoluto, anche da noi stessi. L’emozione è il motore per stare a galla in questo mondo. Se un’idea ci stuzzica e ci emoziona, ci viene voglia di realizzarla. E poi c’è l’emozione di condividere queste idee con gli altri e vedere che vengono apprezzate.

Altra domanda ormai di rito per una giovane realtà. Essendo degli editori ora, avete una nuova prospettiva. Come é dall’interno? Ci sono delle difficoltà che avete riscontrato in questo mondo? Aspetti che prima non pensavate esistessero? Quali?

È fondamentale avere le antenne sempre dritte a quello che ci succede intorno. Le difficoltà ci sono e sono dovute a tanti fattori: la grande concorrenza, l’onda anomala di internet, il desiderio di coniugare aspetto commerciale, cultura e originalità.

Forse la domanda è un po’ azzardata, data la breve vita del vostro progetto, ma sicuramente ci avrete pensato. Come riuscire a farcela in un contesto così ricco di realtà editoriale e soprattutto di grande dimensioni? Ci sono delle carte vincenti che pensate di avere o che volete adottare?

Le carte vincenti sono – speriamo – i nostri prodotti che sono dei borderline del mondo editoriale. Al momento: le parole magnetiche, la metropolitana dei sogni di Roma, le mensole-libri. Ma abbiamo anche un libro di carta e inchiostro: Mi faccio vivo io di Andrea Falegnami. Le novità Tic usciranno in anteprima al Salone di Torino.

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