Arethusa è una giovane casa editrice nata sulle fondamenta di una libreria torinese specializzata in filosofia e spiritualità, religioni ed esoterismo. Quest’anno sarà presente al Salone del Libro di Torino all’interno dell’Incubatore: un’opportunità per le giovani realtà editoriali che vogliono spiccare il volo nel settore facendosi conoscere maggiormente da addetti ai lavori e pubblico. L’editore Edoardo Maria Sinatra racconta la nascita del progetto, il lavoro di redazione che caratterizza Arethusa e come l’attività di libraio abbia contribuito – e continui a contribuire – alla valorizzazione delle scelte editoriali.
Come sono avvenuti i primi passi di Arethusa Edizioni?
I primi passi nel mondo editoriale sono avvenuti in modo quasi “spontaneo”. Fin da ragazzino, infatti, avevo intenzione di fondare una casa editrice; poi, dopo l’università e un’esperienza in campo pubblicitario, nel 2004 ho avuto l’opportunità di rilevare la storica Libreria Arethusa di Torino, specializzata da oltre 60 anni nel campo delle scienze della tradizione occidentale, delle filosofie orientali, della spiritualità, della storia delle religioni, della psicologia e dell’esoterismo nella sua accezione più pura. Così, dopo aver maturato una solida esperienza nel settore e forti di un marchio ormai consolidato e riconosciuto, alla fine del 2010 e insieme alla mia socia Enrica Guerraz ho ritenuto che fosse giunto il momento di compiere quella che per noi era la naturale evoluzione dell’attività libraria: dare vita alla casa editrice Arethusa, per offrire ai lettori un’editoria specializzata di qualità mantenendo come cardini fondamentali le caratteristiche che hanno reso prestigiosa la nostra libreria. Passione per i libri, gli autori e le tematiche che da sempre trattiamo, unitamente a una scrupolosa e selettiva ricerca di testi con alto valore divulgativo e qualitativo.
Avete un nome che evoca qualcosa di antico, un nome particolare, come è stato scelto?
Arethusa è la mitologica ninfa che fu tramutata in fonte dalla dea Artemide, permettendole così di sfuggire agli ardori dell’innamorato ma non corrisposto Alfeo. Zeus però, commosso, mutò a sua volta Alfeo in un fiume permettendogli di raggiungere Arethusa sull’isola di Ortigia, a Siracusa, dove ancora oggi le sue acque dolci sgorgano vicino al mare. Non avremmo potuto utilizzare nessun altro nome, non solo per un fattore di continuità e riconoscibilità legati alla storica libreria, ma anche perché nei nostri propositi di editori c’è quello di diventare una fonte da cui attingere, una fonte del sapere.
La vostra casa editrice nasce dall’esperienza di una libreria: quale vantaggio può offrire questo background per intraprendere un’attività editoriale? Le due attività si influenzano?
Sicuramente, i vantaggi sono numerosi. L’avere, infatti, una libreria (oggi due, con il nostro secondo punto vendita a Milano) permette di essere un osservatore privilegiato; in particolare, come nel nostro caso, quando i libri che tratti sono fortemente connotati in una precisa area specialistica. L’essere da sempre in “trincea” mi ha permesso come editore di conoscere meglio i gusti dei lettori, di capire quello che vorrebbero trovare in un determinato libro di settore, quali sono le tematiche o le discipline più studiate e, non ultimo, quali sono i testi fuori catalogo magari da molto tempo che invece, se pubblicati, potrebbero avere ancora oggi un loro mercato (un caso su tutti per l’Arethusa è l’aver ridato alle stampe un libro che non si pubblicava in Italia dal 1923: “L’ombra dell’Oriente tenebroso” di Ferdinand A. Ossendowski). Inoltre, e spero di essere riuscito nell’intento, l’attività libraria mi ha permesso di capire quali possono essere alcuni dettagli importanti che permettono a un libro di essere accolto dai colleghi librai e quali possono essere anche le caratteristiche (grafiche, tecniche e redazionali) per far sì che il “prodotto libro” si distingua fra le migliaia di pubblicazioni in commercio. Non posso che confermare: le due attività si influenzano, necessariamente. E’ proprio questa influenza reciproca che mi permette di procedere nell’attività editoriale con i piedi ben piantati per terra ma con gli occhi sempre attenti a cercare quello che può mancare o che manca da tempo nel mercato editoriale.
Avete un catalogo con collane ben caratterizzate, che spaziano su spiritualità, storia delle religioni e psicologia fino all’esoterismo. Come avviene la scelta dei testi da pubblicare e la scelta degli autori in ambiti così specializzati?
I passaggi compiuti per la scelta dei testi o degli autori da pubblicare sono fondamentalmente tre: innanzitutto, una prima e grande selezione attraverso la mia personale conoscenza del settore e la passione che da sempre coltivo per queste materie, il tutto ovviamente unito all’esperienza libraria acquisita in questi anni. Il secondo passaggio, ed è l’aspetto più affascinante e stimolante dell’attività editoriale, è la selezione di testi o autori che abbiano una profonda e solida base storico-scientifica ma le cui teorie o tesi proposte vadano oltre il convenzionale o il conosciuto. Per quanto mi riguarda, infatti, non esiste una sola verità e il poter dare voce alle diverse verità di questi autori, far sì che siano poi “ascoltati” dal maggior numero di studiosi e appassionati, è il senso stesso del mio essere editore. Per poter realizzare al meglio questo intento si arriva all’ultimo dei tre passaggi: i testi che pubblichiamo, infatti, devono necessariamente avere non solo un alto valore contenutistico, ma anche un taglio fortemente divulgativo, capace di permettere alle teorie contenute nell’opera di risultare chiare e accessibili al maggior numero di persone.
Cosa vi aspettate dalla partecipazione al Salone all’interno dell’Incubatore?
Soltanto di confermare ciò di cui sono convinto, ossia che l’Incubatore è un’opportunità unica e imperdibile per tutti i giovani editori che altrimenti difficilmente potrebbero godere di uno spazio e di una visibilità tale in uno dei più prestigiosi Saloni del Libro.
Siete intimoriti dalla crisi che investe anche il settore editoriale o fiduciosi che una piccola realtà specializzata come Arethusa possa navigare tranquillamente forte delle sue scelte editoriali? Come vi proponete sul mercato?
Sicuramente il periodo di crisi che stiamo attraversando, non solo in ambito editoriale, non aiuta a trovare quella serenità che diversamente potrebbe essere uno strumento ulteriore nel compiere determinate scommesse editoriali o investimenti di tipo commerciale. Tuttavia, sono convinto che una realtà come Arethusa, che si propone sul mercato con un progetto editoriale chiaro, mirato e di settore (anche la neonata collana di narrativa affronta comunque tematiche legate al campo di specializzazione), possa, se non proprio navigare tranquillamente, almeno riuscire a restare a galla e sperare di trovare la corrente giusta che le permetta di proseguire sulla rotta stabilita.