Autore: Marchetta Giusi
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: Rizzoli
Genere: Romanzo
Pagine: 365
Prezzo: 20,00
Giusi Marchetta firma un romanzo impegnativo e profondo dal titolo Dove sei stata. La sua è una narrazione piena di poesia, di sogni e di rimpianti, ricca di forte carica emotiva. Bellissima è l’ambientazione, la Reggia di Caserta, luogo magico, quasi fatato, ma anche molto pericoloso. L’autrice ben la conosce, essendoci cresciuta in quanto il padre e il nonno vi lavoravano come custodi.
Mario è un avvocato trentenne campano, svolge la sua professione a Torino e torna dopo dieci anni alla Reggia dove è cresciuto tra giochi scatenati con i coetanei e fantasticherie sulle statue a soggetto mitologico sparse nei giardini, in quanto figlio di Antonio (detto il Capitano) uno dei custodi. Il padre settantenne ha avuto un piccolo incidente e Mario deve organizzare la sua degenza. Lasciata la compagna Camilla e l’amato gatto Scully torna alla Reggia pensando di trattenersi solo il tempo necessario, anche perché il Capitano, uomo dal carattere freddo e distaccato verso il figlio, poco gradisce la sua presenza. Tuttavia Mario non ha fatto i conti con i fantasmi del passato, primo fra tutti quello di sua madre Anna che se n’era andata abbandonando lui ancora bambino e il marito, senza spiegazioni e senza mai fare ritorno. Ora l’unico suo desiderio è sapere la verità.
Il giovane ritrova nella scuola-orfanotrofio che sorge all’interno del territorio della Reggia la sua vecchia maestra, suor Marta, figura chiave della narrazione, un tempo la migliore amica di Anna e ora impegnata a tutelare orfani e donne vittime di abusi. Marta conosce il segreto di quell’abbandono ma è “Silenzio, preghiera, e mani bianche di gesso.” Mario vuole sapere se ha ancora rapporti con la madre, ma lei gli rivelerà qualcosa solo a patto che lui, da avvocato, accetti di interessarsi di un caso di affido. Si tratta di un bambino di dieci anni, Gianluca, la cui mamma è morta cadendo da un balcone, non si sa se suicida o gettata dal marito esponente di una potente famiglia camorristica del posto.
In Dove sei stata l’io narrante è Mario, ma un altro “personaggio” riveste l’importante ruolo di protagonista: l’ambientazione. Affascinante, si va dal Bosco Vecchio pieno di insidie alla Peschiera luogo maledetto, dove l’acqua nasconde oscuri segreti, dalle statue che rimandano a personaggi veri o mitologici al Giardino inglese, dai campi pieni di ciclamini alla Castelluccia. Questi luoghi pregni di valore simbolico e lontani dai percorsi turistici, sono stati lo scenario in cui si è svolta la difficile infanzia di Mario e soprattutto fonte di ricordi dolorosi mai superati. Il parco è insieme prigione e rifugio, luogo dalle infinite suggestioni e solo qui il protagonista riuscirà a sciogliere i troppi nodi che si porta dentro. La narrazione inizia piano, coinvolge il lettore in una ricerca all’apparenza facile ma che in verità porterà il giovane a mettere completamente in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto. E per cercare di capire cosa è accaduto a sua madre dovrà rivivere ogni fase della sua infanzia. Pian piano la trama si complica, fatti nuovi si accavallano con altri vecchi e nei lunghi giorni che trascorre all’interno del recinto della Reggia si trova a fare i conti con un passato mai archiviato e con persone abbandonate e ora ritrovate in circostanze diverse. Giusi Marchetta lavora magistralmente sul tempo, sul prima“fatto a chiazze” e sul dopo.
La storia, oltre ad affrontare la tematica dei rapporti madre-figlio in tutta la sua complessità, tocca un altro argomento di grande attualità, il femminicidio. Prende in esame problematiche quali l’affido dei minori e l’organizzazione criminale della camorra. E’ un romanzo dalle sfumature noir intriso da un alone di mistero che pur non presentando colpi di scena, perché la storia si scopre pian piano con il procedere della narrazione, stimola nel lettore la voglia di scoprire che fine ha fatto la mamma di Mario. In questo costrutto narrativo complesso, lo stile leggero dell’autrice – che per altro si è servita anche di citazioni colte – non può che incantare il lettore.