Nella nuova generazione degli scrittori israeliani Eshkol Nevo ricopre sicuramente un ruolo di primo piano, apprezzato dalla critica e dal pubblico per i suoi romanzi intensi, che scavano in profondità nelle aspirazioni degli individui e nelle relazioni che li legano. Dopo “Nostalgia” (Mondadori), storia di due studenti israeliani all’ombra delle vicende drammatiche del loro Paese, e “La simmetria dei desideri” , che intreccia i destini di quattro amici riuniti per vedere una partita di calcio, è ora in libreria con “Neuland”, edito in Italia come il precedente da Neri Pozza. L’abbiamo incontrato a Mantova, in occasione del Festivaletteratura e la passione con cui ci ha raccontato il suo nuovo romanzo nonchè il suo lavoro come insegnante di scrittura creativa ci ha conquistato.
Qual è il significato del titolo e come mai la scelta di utilizzare una parola straniera?
Il significato di questo titolo è “terra nuova” e riprende “Altneuland”, un’opera di Teodore Benjamin Hertzl, fondatore dello Sionismo. Ciò che faccio con i lettori italiani è invitarli ad un viaggio misterioso, lo stesso viaggio che fanno gli eroi di questo libro che vanno in una terra straniera, il Sudamerica. Il fatto poi che si tratti di una parola tedesca è significativo, data la relazione complessa che lega Israele e la Germania.
E’ una scelta difficile per un israeliano quella di vivere a Berlino, come capita ad uno dei protagonisti: si tratta di un luogo carico di un passato importantissimo. C’è una forte tensione all’interno della storia tra il fatto che gli israeliani ci vanno a vivere alla ricerca di una vita nuova e la storia pesante che c’è dietro.
Nei suoi libri esiste una forte connessione tra le vite dei protagonisti e la situazione storica e sociale del loro popolo. E’ una caratteristica della letteratura israeliana?
Non posso dire che sia così, ci sono libri di scrittori israeliani che potrebbero essere stati scritti in qualsiasi luogo del mondo.
A me interessa molto la connessione tra individuo e società ma il mio libro è innanzitutto sugli esseri umani. Il lettore ne trae soprattutto un’esperienza emotiva, non ideologica. Io ho studiato psicologia e poi ho deciso di occuparmi degli esseri umani facendo lo scrittore, ma quello che mi interessa è l’interiorità. Il libro comincia con uno scambio di mail tra un uomo e una donna, una dimensione non storica, ma intima.
Le sue storie sono caratterizzate da eventi drammatici che segnano le vicende dei protagonisti. E’ così anche in questo caso?
In questo libro non c’è un evento che scatena il cambiamento, ma un viaggio che dà la possibilità di uscire dalla routine quotidiana, cosa che abitualmente è difficile che capiti. Il protagonista maschile deve cercare il padre, mentre la protagonista femminile era partita per un viaggio breve ma è costretta a proseguire. Non succede però come nei film americani in cui c’è improvvisamente l’abbraccio catartico, una grande intimità, un grande cambiamento.
Parliamo ora della sua attività di insegnante. Chi sono le persone che frequentano i suoi corsi di scrittura creativa? Che cosa li spinge a fare questa esperienza?
Le persone che si approcciano ai miei corsi sono fondamentalmente di due tipi: quelli che vogliono uscire con un libro e quelli che hanno voglia di scrivere, ma sono più liberi. Tutto sommato la pulsione che spinge a fare questa esperienza è riuscire ad esprimere qualcosa che abbiamo dentro: una memoria, un sogno non realizzato, una vita che avresti voluto vivere…
Un’altra molla molto importante è il desiderio di usare le parole in modo diverso, infatti si iscrivono molti avvocati, costretti ad usare la lingua legale e bloccati dentro ad essa. Quello che succede nei corsi è che si libera un’energia imprigionata ed è la cosa più bella del mondo. Ad esempio ci può essere la madre di tre figli, scontenta e abbattuta perchè aveva scritto fino a quando si è sposata e ora non lo fa più. Al primo seminario non accade nulla, poi durante il secondo improvvisamente riesce a ritrovare qualcosa di vivo, di acceso sotto la cenere: è meraviglioso…
In Israele si può dire che tutta la popolazione sia dedita alla lettura. Può dare un messaggio agli Amanti dei libri, che cercano di diffondere questa passione in una nazione come l’Italia dove invece si legge poco?
Vi racconto un’esperienza unica che sto vivendo. Mia figlia, che ha nove anni, ha cominciato a leggere seriamente un anno fa ed è capace di divorare un libro di 150 pagine in un giorno. Per me è come avere un laboratorio in casa, perchè vedo l’effetto che la lettura fa sulle persone. Per questo è bello che ci siano persone come voi che spronano gli altri a leggere. Vedo che mia figlia sta aprendo i suoi orizzonti e questo non può accadere in nessun altro modo, nè con la televisione nè con internet. Sta immaginando ed è entrata a far parte del processo creativo stesso. Se la chiamo per chiederle qualcosa e lei non mi risponde non mi arrabbio, perchè mi rendo conto che è sprofondata in quello che sta facendo e stanno succedendo dentro di lei cose importantissime…