I primi nove mesi del 2012 sono andati peggio rispetto al medesimo periodo del 2011, anno in cui si era già registrata una forte crisi per l’editoria. Il valore in milioni di euro del canale vendite è passato da 754,8 milioni di euro a 689,5 milioni di euro, un calo dell’8,7 per cento. Il confronto rimane negativo anche nel caso in cui si analizzano le copie vendute: sono passate da 54,6 milioni a 50,6 milioni, con una riduzione pari al 7,3 per cento.
Fatta eccezione per il mese di maggio, i dati delle vendite delle 1.800 librerie che aderiscono al sistema di rilevazione Arianna, sono rimasti sempre in negativo sia per quanto riguarda il valore generato sia per il numero di copie vendute. Il picco negativo è stato registrato a giugno, come si vede nel grafico.
L’AIE ha anche messo insieme i dati riferiti al volume di mercato del settore librario dal 2000 ai primi nove mesi del 2012. Dopo un 2010 con buoni risultati, nell’anno seguente si è registrata una riduzione del 3,5 per cento. Per il 2012 non sono naturalmente disponibili ancora tutti i dati, ma è prevedibile che alla fine dell’anno sarà registrata un’altra sensibile riduzione.
È interessante notare come in seguito all’introduzione della legge Levi la contrazione sia continuata e divenuta più evidente. Come è stato spiegato durante l’incontro organizzato alla Camera, è comunque difficile stabilire quale ruolo abbia avuto la nuova legge nell’andamento delle vendite: ci sono molte variabili in gioco e il mercato era già sotto stress a causa della crisi economica e della riduzione dei consumi.
Fonti: Il Post – AIE