Si è tenuto a Reggio Emilia, dal 12 al 14 maggio, l’annuale appuntamento con Internazionale
Kids, il festival di giornalismo dedicato ai bambini e alle bambine. Anche quest’anno
sono stati tantissimi gli ospiti e i temi trattati, tra loro anche la scrittrice olandese Anna
Woltz, considerata una delle migliori penne internazionali per la letteratura per ragazzi e
ragazze.
Wolz ha appena pubblicato “La ragazza della luce” (Beisler Editore, 2023) romanzo che ha
presentato per la prima volta in Italiana proprio in occasione del festival di Internazionale
Kids.
Come è nata l’idea per questo libro? In generale da dove parte per scrivere una storia?
Il modo in cui inizio a scrivere un libro varia davvero da opera ad opera … La storia de La ragazza della luce, in realtà, è iniziata con un sogno: ho sognato un gruppo di giovani che si rifugiavano sottoterra. Era oscuro e spaventoso, ma ciò che mi ha colpito di più del mio sogno sono state le conversazioni che questi ragazzi stavano avendo: conversazioni profonde e significative sulla vita e sul tipo di persona che volevano diventare. Ricordo di aver fatto anche io queste conversazione quando ero adolescente e, nel mio sogno, tutto era ancora più intenso a causa del buio e del pericolo esterno. Quindi, quando mi sono svegliata, ho capito subito che volevo scrivere di questo gruppo di ragazzi e mi sono chiesta perché si stessero rifugiando.
Quest’ultimo romanzo è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, un’epoca che si allontana sempre di più dalla memoria degli europei. Che cosa pensa abbia ancora da insegnare quel periodo ai più giovani?
Purtroppo gli orrori della guerra non si stanno affatto allontanando dai nostri ricordi: al mondo di oggi tante persone vivono in un paese in guerra. In Ucraina le persone si stanno rifugiando di nuovo nelle stazioni della metropolitana, proprio come hanno fatto nella Seconda Guerra Mondiale a Londra. Ancora oggi molti giovani sono costretti a crescere mentre è in corso una guerra, tanti adolescenti devono ancora fare i conti con i guai che gli adulti hanno combinato. Mi spezza davvero il cuore, ma penso che gli argomenti del mio libro siano ancora molto attuali.
Quali caratteristiche deve avere per lei un romanzo per essere apprezzato dall’attuale generazione, così legata ai prodotti elettronici?
Questa è una bella domanda; sì, è molto difficile competere con i dispositivi elettronici! Serve una storia davvero avvincente, con molti spunti e sentimenti intensi. Mi piace incuriosire i miei lettori; dopo aver letto le prime pagine de La ragazza della luce credo sia quasi impossibile staccarsi dal libro.
Nei suoi romanzi costruisce dei personaggi molto attuali e autentici. Come lavora su di loro? A chi si ispira?
Adoro cercare di capire le persone. Penso che gli esseri umani siano affascinanti, li studio da sempre. Sono molto interessata alla psicologia e mi piace parlare con le persone. Penso che questo mio interesse mi possa aiutare a creare personaggi realistici e interessanti.
Quando è nata la sua passione per la lettura e la scrittura?
Tutto è iniziato con i libri che leggevo alle elementari. Per me sarebbe impossibile essere una scrittrice e appassionata senza essere una lettrice appassionata. Quando avevo dodici anni, ho pensato: perché sono le altre persone a decidere cosa succede in questi libri? Voglio essere io stessa a decidere! Così ho iniziato il mio primo libro.
Qual è il classico che consiglierebbe a tutti i ragazzi di leggere?
In realtà non consiglierei un classico! Non fraintendetemi, amo i classici, ma penso che gli adulti a volte siano ancora troppo innamorati dei libri che leggono da bambini, ci sono così tanti nuovi libri meravigliosi che vengono scritti ogni giorno…Uno dei classici moderni che preferisco è il libro di un’autrice olandese – è stato tradotto anche in italiano ed è amato in tutto il mondo – Lucilla di Annet Schaap, tradotto in italiano da Anna Patrucco Becchi (traduttrice anche dei miei libri).
Ci racconti la sua esperienza al Festival Internazionale Kids.
Incontrare i giovani lettori a Reggio Emilia, durante il festival di Internazionale Kids è stato davvero meraviglioso! I bambini erano così ben preparati: avevano letto il mio libro e mi hanno fatto tante belle domande. I miei libri sono stati tradotti in 27 lingue e ogni volta che incontro lettori dall’estero sono commossa. È meraviglioso sapere che le mie storie sono amate in tanti paesi e mi rende felice sapere che le persone di tutto il mondo capiscono i miei personaggi e riconoscono le emozioni. Dimostra che molti dei nostri sentimenti e pensieri sono universali e questo mi dà davvero speranza.