Abbiamo incontrato al Salone del Libro di Torino 2016 la scrittrice del romanzo giallo Uno strano Caso per il commissario Calligaris, Alessandra Carnevali, edito da Newton Compton.
Come una blogger orientata alla musica diventa scrittrice e soprattutto di libri gialli?
Musica e scrittura sono state da sempre le mie principali passioni. Quindi scrivere di musica inizialmente è stata la scelta più naturale. Poi un giorno mi sono detta: “ perché non scrivi un romanzo?”, e siccome le cose facili non mi sono mai piaciute ho deciso di scegliere uno dei generi che leggo meno. Il giallo.
Parliamo del libro: un giallo più da Agatha Christie o La Signora in giallo che un thriller all’italiana. Come è avvenuta la scelta?
Agatha Christie è un’autrice che mi è sempre piaciuta ed una delle poche del genere che ho letto, quindi se il lettore ci ritrova qualche riferimento o qualche traccia del suo stile non posso che esserne onorata. Mi piaceva l’idea di descrivere una donna commissario con un carattere particolare, ruvida e capace ed è così che è nata Adalgisa Calligaris.
Il ritmo parte molto lento: bisogna aspettare pagina 86 per iniziare a vedere un po’ di azione (su 250 pagine). Come se si volesse cuocere a fuoco lento il lettore per poi sorprenderlo all’improvviso. È stato tutto volute?
Direi di no. Quando ho scritto il libro, le scene mi sfilavano davanti agli occhi in successione ed io non ho fatto altro che descriverle nel loro ordine. Come primo libro su un personaggio nuovo era inoltre importante per me farlo conoscere, prima ancora che farlo agire, per creare affezione nel lettore.
Tre omicidi in poche ore in una cittadina nella provincia umbra, dove, scrive lei, i crimini più grossi sono il furto di pollame o giovani escort a caccia di anziani e arzilli personaggi. Non è un po’ eccessivo?
Posso sbagliarmi, ma non credo esista una regola sul numero dei delitti in una stessa storia e sulla distanza di tempo tra loro. Credo che, senza voler spoilerare il finale, colui o coloro che commettono gli omicidi abbiano le loro buone ragioni per operare in questo modo.
Puo’ commentare la frase a pagina 71? “Non esistono mestieri più pericolosi di altri e non esiste prudenza che ti metta completamente al riparo dai rischi. Nella vita, a ben vedere, tutto è nelle mani del destino”. Ci crede veramente in un contesto italiano dove sono le conoscenze a dettar legge?
Quando dico che è il destino a decidere le nostre sorti, ovviamente non mi riferisco a un discorso di opportunità di carriera e successo che spesso sottostanno a tutta una serie di variabili, tra cui anche appoggi e raccomandazioni. E’ riferito a qualcosa in cui credo da sempre, ovvero che se una cosa – bella o brutta che sia – deve accadere, prima o poi ti accadrà a prescindere da quanto tu possa fare per tenertene al riparo.
La frase finale ovviamente lascia subito pensare ad un sequel. Sta già lavorando ad altro?
Si, ho iniziato già a scrivere il secondo episodio e spero di ultimarlo presto. Mi piacerebbe che quella del Commmissario Calligaris fosse una trilogia.
Un commento da lettore di gialli: personalmente apprezzo quando lo scrittore lascia un po’ di immaginazione al lettore e gli fa fare da solo certi passaggi. Nel suo libro invece è tutto descritto al minimo particolare, non lasciando mai “spazi di manovra”. Se n’è accorta durante la stesura? È forse perché è il suo primo libro?
A me piace scrivere in modo fotografico, perché mi piace leggere libri che riesco a “vedere”. Ma ovviamente sono gusti personali e terrò sicuramente conto in futuro di questo tipo di critiche.
Lasci una frase per i suoi lettori
Spero che Adalgisa Calligaris vi appassioni e vi diverta così come mi sono divertita io nel crearla e descriverla. Continuate a seguire le sue avventure.