Autore: T. S. Eliot
Casa Editrice: Il Saggiatore
Genere: Poesia
Traduttore: Carmen Gallo
Pagine: 172
Prezzo: € 19,00
«La poesia non è un libero sfogo di sentimenti ma un’evasione da essi; non è un’espressione della personalità ma un’evasione dalla personalità. È naturale, però, solo chi ha personalità e sentimenti sa che cosa significhi volerne evadere».
Così T. S. Eliot definisce la poesia nei saggi che compongono Il bosco sacro, un volume che rappresenta una vera e propria introduzione all’estetico eliotiana così come al suo mondo poetico.
Immediatamente dopo arriva La terra desolata, il poemetto che cambierà la storia della poesia, un’opera fondamentale della letteratura del Novecento. Un libro con cui ogni generazione di poeti e scrittori dovrebbe fare quotidianamente i conti.
Carmen Gallo, insegnante di Letteratura inglese all’Università La Sapienza di Roma, poetessa e traduttrice ha fatto i conti con Eliot e con il suo capolavoro.
Da Il Saggiatore esce una sua nuova traduzione del poemetto e La terra desolata diventa La terra devastata.
Sulla scelta traduttiva di sostituire La terra desolata, usata in quasi tutte le precedenti traduzioni italiane, Carmen Gallo scrive: «La terra devastata nasce da alcune considerazioni considerazioni sul significato, o sulla rete di significati, da attribuire a waste. Come il latino vastus, l’inglese waste, può significare «desolata», per incoltura o abbandono causato da siccità, ma anche «devastata» per effetto di una calamità o di una guerra. La prima valenza ben si attaglia alla dimensione atemporale del mito e della leggenda e dunque delle lande desolate descritte da Weston (che pure talvolta sono descritte come «agitate da furore di guerra»); tuttavia l’aggettivo «desolata» aggiunge una sfumatura tardoromantica che psicologizza la terra, aspetto questo estraneo al titolo originale.
La seconda valenza «devastata» interpreta meglio il clima postbellico il cui il testo fu composto, mettendo in evidenza la dimensione storica e transtorica del poemetto, quale emerge dai numerosi rimandi all’orrore della guerra, alle implicazioni economiche della pace, al crollo degli imperi (da Cartagine a Roma a Vienna) e alla minaccia del nuovo(dis)ordine proveniente da est. Inoltre «devastata» restituisce altrettanto bene gli effetti delle trasformazioni sociali ed economiche che ridisegnano gli spazi e la vita degli individui nelle metropoli».
Carmen Gallo ritraduce e riplasma T.S. Eliot. La sua intuizione ci piace molto e allo stesso tempo una sfida e una scommessa.
Se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che oggi il pianeta in cui viviamo non solo desolato ma è soprattutto devastato, la nostra civiltà in agonia sta per crepare definitivamente.
Carmen Gallo riprende in mano Eliot e ci restituisce la sua riflessione poetica e storica. «Devastata» è il passo successivo che si avvicina molto all’apocalisse dei nostri giorni.
«Il poeta non mira a suscitare emozioni – scrive ancora Eliot ne Il bosco sacro – ma a esprimere qualcosa; lo stato del lettore è semplicemente il modo, particolare in quel lettore, di percepire ciò che il poeta ha racchiuso nelle parole».
Il grande poeta americano avrebbe applaudito a La terra devastata. Perché noi lettori di oggi ( colui che era vivo adesso è morto / noi che eravamo vivi adesso stiamo morendo / con un po’ di pazienza), grazie alla preziosa intuizione di Carmen Gallo, percepiamo meglio quello che il poeta ha racchiuso nelle sue parole.