“Verso”, la libreria-bar dove sentirsi a casa

Aperta da una settimana in Corso di Porta Ticenese 40 a Milano, “Verso” è la libreria-bar che, con due piani e 12mila titoli, si erge a baluardo dell’editoria indipendente e non solo. Libri, cataloghi, manuali: “Verso” è uno spazio ispirato a una libreria indipendente che però vuole fare di più, aprendosi al pubblico come una sorta di laboratorio di lettura che ospita eventi, incontri con gli autori e dibattiti culturali. Alessandro Beretta – critico letterario e curatore del Milano Film Festival – ci ha raccontato come è nato, come si sta sviluppando e come evolverà il progetto di “Verso”.

Da dove nasce l’idea di creare uno spazio per la “narrativa e aperitivo nel cuore della movida”(tuttomilano) a Milano?
L’idea iniziale nasce dai due soci editori Andrea Gessner, direttore editoriale di Nottetempo e Pietro Biancardi, editore di Iperborea, i quali, un paio di anni fa, fecero una cena in cui cominciarono a parlare di questo progetto che Andrea coltivava in realtà da anni. Il proposito era quello di aprire una libreria che avesse come fulcro della propria origine l’editoria indipendente. Poi, lungo la strada, siamo diventati un gruppo: io, Tomaso Biancardi che lavora per un’agenzia letteraria e la photoeditor Lisa Sacerdote ci siamo uniti al progetto. In realtà ci conoscevamo già da tempo, eravamo amici perchè siamo cresciuti nella stessa città, fra librerie e locali. L’idea quindi di unire due ambienti in cui abbiamo passato tanto tempo della nostra vita ci è sembrata da una parte naturale e dall’altra stimolante, una sfida: è vero infatti che esistono i cosiddetti caffè letterari, però la nostra idea era quella di provare ad unire ancora di più la realtà libraria con quella della caffetteria.
Libreria-bar: come funziona a livello pratico e intellettuale questo connubio?
Il connubio funziona anche architettonicamente, nel senso che da “Verso” il bar è in mezzo ai libri, mentre di solito nelle altre librerie che provano questa strada il bar è un po’ una cosa a se. I soci editori poi, girando per l’Europa fra fiere editoriali e altro, ne hanno incontrati diversi esempi e ce li hanno raccontati. Dalla nostra apertura, una settimana fa, una delle frasi più belle che ci capita di sentire quando qualcuno entra è “mi sembra di essere a casa mia”. É esattamente la sensazione che speriamo di offrire: nella libreria i clienti possono sentirsi a casa perchè “Verso” non vuole essere visto come un luogo simile ad un sacrario o un ambiente di cui avere paura perché si pensa che richieda una preparazione alta e specifica. L’accoglienza è quindi per noi, ma penso come per chiunque voglia realizzare una libreria al giorno d’oggi, l’imperativo fondamentale del nostro rapporto col cliente.
Ci sono state molte chiusure storiche nell’attuale panorama in costante mutamento. Come valutate il bilancio di questa prima settimana?
Sta andando bene, il feedback che stiamo avendo è stato molto buono sia da parte di chi passa di lì per caso e cerca di capire chi siamo, soprattutto, per quanto riguarda l’accoglienza che abbiamo ricevuto dai cittadini del quartiere.  Un’altra bellissima sensazione è stata data dai complimenti che abbiamo ricevuto dai cittadini – cittadini dai venti ai settant’anni – felici di accogliere finalmente una libreria e non l’ennesimo locale che vende drink o bar che fa panini. Portare una proposta culturale è stato quindi un progetto ben accolto. Questo è stato possibile anche perché la critica di fondo che viene fatta alle librerie delle grosse catene è di essere fin troppo vaste: “Verso” invece, essendo in uno spazio più ristretto, è una libreria dove si attua una maggiore selezione.
Qual è il pubblico che avete immaginato e quali generi e titoli proponete nella vostra libreria?
Nella nostra libreria cerchiamo di unire sia la proposta di cataloghi di editori indipendenti – per cui di alcuni marchi abbiamo una proposta di catalogo abbastanza ampia a differenza delle grandi catene librarie – alla punta dei titoli mainstream, offrendo la possibilità ai lettori di scegliere lo specifico ma anche il generale. Per quanto riguarda il nostro target lo abbiamo pensato come il più ampio possibile, perché i libri possono essere letti dai bambini di 3 anni così come dagli anziani di 100. Ovviamente ci saranno dei cicli rivolti verso una determinata fascia e altri verso un’altra. L’idea di fondo è quella di offrire delle occasioni di incontro, riflessione e dialogo e anche di divertimento per un pubblico che sia il più ampio possibile. Ci stiamo mettendo d’accordo con un editore, ad esempio, per fare una presentazione su un manuale scolastico, argomento che quindi riguarda un pubblico di insegnanti e studenti che è decisamente differente rispetto a quello che invece si potrebbe interessare al ciclo di incontri, a cui stiamo ancora pensando, sulle mostre d’arte che ci sono in città.
Con il progetto “VERSO” avete voluto scommettere sull’editoria indipendente. Perché? Quali vantaggi e quali svantaggi porta questa sfida?
Il vantaggio sta sia nella proposta che nella ricerca che i marchi editoriali indipendenti fanno su letterature e temi magari meno seguiti o raccontati. Queste proposte sono quindi anche occasioni di approfondimento, sia per gli argomenti che per le storie. Il lavoro dell’editoria indipendente penso sia sotto gli occhi di tutti: una ricerca recentemente uscita grazie alla fiera “Più libri più liberi” pone l’accento su come alcuni autori abbiano scritto titoli best-seller anche grazie alla fedeltà che hanno mantenuto con il loro primo editore. Alcuni editori indipendenti – come Sellerio con Camilleri o Marcos y Marcos con Cavina – coltivano i loro autori fino a che crescono e tutto ciò va notato e sottolineato. Lo svantaggio è che a volte non sono conosciuti questi marchi editoriali – non è il caso certo di Sellerio, ma magari di una militante Agenzia X – per cui a volte chi entra nella nostra libreria ci chiede chi siano alcuni editori che noi esponiamo. Uno dei progetti di “Verso” – previsto per gennaio – e di raccontare i marchi editoriali sia attraverso la comunicazione interna alla libreria dicendo chi sono gli editori, da quanto sono attivi e cosa pubblicano, e sia attraverso incontri informali e aperti al pubblico con i protagonisti di quei marchi editoriali. Tutto ciò ha l’obiettivo di far capire come il lavoro editoriale sia sì un lavoro commerciale ma prima di tutto un lavoro culturale che serve a formare memoria e coscienza.
Quali sono i prossimi eventi in programma e le iniziative future per “VERSO”?
“Verso” ha lo scopo di essere un laboratorio e un collettore di quanto succede sia in città che magari fuori città. Ci saranno quindi presentazioni più classiche – come quella della guida “PappaMilano 2015”, Terredimezzo editore -, ma anche dei piccoli cicli. Personalmente ad esempio vorrei lavorare sul rapporto fra web e letteratura, su autori che sembrano intoccabili e possono essere raccontati in maniera più semplice e organizzare anche reading a tema. Di fondo, comunque, lo spirito è quello di allargare lo sguardo sul libro come luogo di incontro.

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