Autore: Nic Compton, Adam Fischwick e Katie Huston
Titolo: Twitteconomia
Editore: Vallardi
Illustratore: Daniel Mackie
Genere: guida-varia
Pagine: 120
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 9,00 euro
I social network ci hanno cambiato la vita irrompendo nella nostra quotidianità: questo è un dato di fatto. Ma che un libro fosse ispirato alle caratteristiche di twitter per parlare di economia forse sarebbe stato davvero troppo da intuire. Eppure è così, eccoci di fronte a “Twitteconomia”.
Tre economisti di professione utilizzano i cinguettii più famosi e diretti del mondo per parlare di quei temi che quotidianamente telegiornali e carta stampata ci fanno risuonare nelle orecchie. In 140 caratteri, o anche meno, gli autori sono costretti a spiegare senza tanti fronzoli o maschere prolisse definizioni basilari dell’economia, con un linguaggio non eccessivamente tecnico e facilmente comprensibile da tutti.
“Cos’è una banca centrale? Cos’è una privatizzazione?
Chi era Adam Smith? Cosa sono i future? Cos’è il Nasdaq?”
Queste sono solo alcune delle domande a cui il libro risponde. I temi affrontati sono abilmente raggruppati in macro-sezioni che potremmo definire i capitoli del libro e che, giustamente, seguono un percorso logico e rendono molto agile la lettura.
“Twitteconomia” non è di certo stato pubblicato con l’intenzione di esaurire i temi economici in poche pagine, sono convinto però che possa rappresentare una guida utile per chi vuole provare a districarsi in questo mondo e capire di più dei vocaboli utilizzati ormai ogni giorno. Twitter fornisce uno schema preciso che non consente di superare i 140 caratteri, favorendo la sintesi e rendendo le informazioni meno complesse.
Ci sarà da aspettarsi qualche altro libro-twitter? Speriamo almeno che ci semplifichi la vita come senz’altro si propone di fare “Twitteconomia”.