Autore: Donato Di Poce
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: I Quaderni del Bardo edizioni
Genere: Poesia
Pagine: 70
Prezzo: 10 €
La poesia dilata i nostri confini percettivi, perché ogni verso è un’intuizione che viene eruttata da quell’abisso vulcanico che non dorme mai. Donato Di Poce lancia questo messaggio attraverso il suo ultimo libro, che contiene una corposa intervista, realizzata nel giugno del 2005, a Tomaso Kemeny, nato a Budapest nel 1938, ma milanese di adozione dal lontano 1948.
Kemeny è uno dei rappresentanti più originali della poesia contemporanea. E alla sua attività da artista a tutto tondo, bisogna aggiungere anche i suoi happening per promuovere la bellezza e l’arte della scrittura in versi. Le sue composizioni si scagliano con durezza verso la società del consenso, l’arte preconfezionata che insegue le mode, l’individualismo che sfocia nell’edonismo, la desacralizzazione dell’eros.
Erotico è tutto ciò che traghetta l’anima in una dimensione estatica, che si completa in quell’unione con il tutto che trascende la sola carnalità. Un atto che richiama la tradizione classica riscoperta dal romanticismo per ridare vigore al gesto artistico e, successivamente, rielaborata dal decadentismo per denunciare i mali del progresso. Nei suoi versi, Kemeny richiama l’uno e l’altro, aggiungendo un altro elemento, ossia, l’incredulità.
Incredulità come inaspettata meraviglia davanti al bello-recuperato. Se il bello è ciò che dà ordine e senso all’esistenza, allora esso va riscoperto non solo con i sensi ma anche sparendo dietro le quinte della materialità, per entrare nelle stanze nascoste dello spirito. È un viaggio particolare quello che Di Poce ci dona attraverso questa intervista. Kemeny non racconta di sé e, tantomeno, l’intento di Di Poce è quello di creare un “caso” o un pamphlet autocelebrativo, entrambi danno testimonianza di una forma poetica nata al di là dei territori della convenzionalità.
Intervistato e intervistante sono posti di fronte. L’uno riflette l’altro; l’uno stimola l’altro; tanto da rendere queste pagine suggestive e zeppe di spunti di riflessione. Un’opera che arricchisce il lettore; un dono che il poliedrico Di Poce ha voluto dedicare soprattutto alla vera poesia.