
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 90
Prezzo: € 15,00
La poesia è scavo, è ricerca, è indagine nella lingua. Paul Celan in Microliti sostiene che l’idea che il poeta sia innanzitutto un maestro della propria lingua è forse quello che più si avvicina alla realtà del poetico.
La lingua della poesia, infatti, è già sempre anche l’altra lingua, la cui prima parola trascina il poeta in un nuovo accadere linguistico, cui egli più o meno inconsciamente si consegna.
Vittorino Curci in Tutto il resto è letteratura segue la via maestra alla poesia tracciata da Celan.
Il poeta pugliese nel nuovo libro pone il problema della lingua della poesia e non smette di cercare tra i suoi lemmi la questione fondamentale del rapporto tra vita e letteratura.
Curci nei nuovi versi porta il fuoco delle parole come Palazzeschi è un incendiario contemporaneo che chiede alla poesia il proprio divenire.
«quando l’onda perfetta si frange in questo / precipizio del presente a sbugiardare provo / le ragioni mie con balbettii d’inverno e rime / sfinite che ansano tra vagoni vuoti / e strutture di acciaio con travi di alghe».
Il poeta vede nella poesia un buon diserbante, un avamposto per il pensiero che cerca via di fuga. La poesia alla quale Curci guarda in Tutto il resto è letteratura è quella che viene da mondo e giunge a noi carica di mondo, la poesia che non è eterna proprio come l’esistere.
La parola si insinua in una nuova diaspora dei perdenti. Qui il poeta incontra la lingua della poesia e si mette in cerca del messaggio. Evoca immagini, si sporca con la materia del mondo, cerca e ricerca nei dettagli il cielo che sta dietro, la luce che si insinua nella crepa.
La poesia per Vittorino Curci è un punto di domanda che naviga sempre in un mare di dubbi.
«Credo che da sempre il principale compito affidato al poeta sia quello di liberare le parole per rigenerare il linguaggio. In questo nostro tempo però il poeta si fa carico anche di un altro compito non meno importante: quello di verificare se siamo ancora vivi». Così Vittorino Curci discute di poesia e del ruolo della poesia in La ferita e l’obbedienza, una raccolta di saggi metapoetici pubblicata da Spagine nel 2017.
In Tutto il resto è letteratura il lettore percepirà le vibrazioni di una poesia che prima di tutto è testimonianza di un’esperienza di attraversamento del reale.
Una poesia questa di Vittorino Curci che tende a una parola – verità, sempre salda in se stessa.
Come Celan, Curci è un poeta che non issa alcuna bandiera: «non cerchiamo scuse quindi, rispondiamo / nei limiti del foglio prima che l’autore si tolga dai piedi».
Nel nulla di un nome c’è la poesia. Tutto il resto è letteratura.